L’hip hop è nato 40 anni fa nel Bronx quando i primi dj radunavano la gente nei parchi per ballare, spesso attaccando la spina dei loro giradischi ai pali della luce. In poco tempo quella musica è diventata fonte di energia di una rivoluzione che, partendo dagli eroi della old school come la Sugarhill Gang o Grandmaster Flash, passa dall’atteggiamento radicale dei Public Enemy e dei Niggers With Attitude e dagli innovatori come Dr.Dre e Kanye West, fino a diventare una delle forme d’arte più espressive nella Storia americana. L’hip hop è il linguaggio della cultura pop e un genere musicale in grado allo stesso tempo di far partire una festa o una protesta, di far ballare le persone e di farle dialogare. «Nella sua mas- sima espressione», ha detto Chuck D quando i Public Enemy sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2013, «l’hip hop fa la cosa giusta».
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Rolling Stone si è occupato di hip hop fin da quando era un fenomeno underground delle città di New York, anni prima dell’esplosione su MTV e del dominio delle playlist radiofoniche. Questo speciale raccoglie i migliori articoli pubblicati in un decennio, cominciando da un report del 1983 sulla scena di Afrika Bambaataa e della Rock Steady Crew. Contiene anche le storie di band e artisti ormai classici come Public Enemy, Dr.Dre, Snoop Dogg, Missy Elliott, Beastie Boys e Kanye West, due tributi a 2Pac e Biggie (firmati rispettivamente da 50 Cent e Pusha T), il profilo definitivo su Jay-Z uscito nel 2005, quando il miglior rapper al mondo era diventato presidente della Def Jam Records, e una cover story su Eminem del 1999 (quando era ancora l’emergente Marshall Mathers), in cui RS lo ha seguito durante un viaggio in ecstasy da un concerto in un club di Staten Island fino alla sua città natale, Detroit, raccontando nei dettagli l’infanzia difficile che lo ha portato a scrivere rime così innovative e disturbanti.
E poi c’è la cosa più importante: nel 2012 abbiamo chiesto a 33 artisti ed esperti, da Rick Rubin a Busta Rhymes, da Nas a Tom Morello, di scegliere i loro brani preferiti per una cover story sulle 50 migliori canzoni hip hop di sempre. Per questo speciale abbiamo allungato l’elenco a 100, basandoci sugli stessi voti del sondaggio precedente. La classifica ora copre dal 1979 al 2011 e comprende praticamente tutto, dai beat di strada dei Run-DMC alle rime samurai dei Wu-Tang Clan, fino al ritmo globale moderno e radical-chic di M.I.A.
È un elenco che rappresenta al meglio quella irrequietezza che è l’essenza stessa dell’hip hop. Come dice Questlove nella sua introduzione alla Top 100: «Un devoto dell’hip hop della mia età ha seguito delle regole come fossero leggi per poi vederle cambiare ogni cinque anni. La mia reazione nei confronti dei nuovi pezzi hip hop si è evoluta così: a 9 anni dicevo: “Cos’è questo?”. A 14 dicevo: “Incredibile”. A 22: “Un momento… ma possono farlo?”. A 29: “Era un po’ diverso quando ero ragazzo, ma hey non ci posso fare niente”. Oggi invece dico ancora: “Cos’è questo?”». La ricerca del beat perfetto continua all’infinito.