Lo scrittore, poeta e drammaturgo francese di origine cecoslovacca Milan Kundera è morto a 94 anni. Lo ha annunciato l’emittente Czech Television.
Nato a Brno, in Repubblica Ceca, il primo aprile 1929, è stato l’autore di opere che hanno lasciato un segno nella cultura del Novecento, su tutti il best seller mondiale L’insostenibile leggerezza dell’essere, romanzo del 1982 che racconta la vita professionale e sentimentale di quattro ragazzi (Tomas, Tereza, Sabina e Franz, passati dunque allo storia letteraria come i componenti del “quartetto di Kundera”) durante l’invasione di Praga ad opera dei soldati russi.
Pubblicò le prime poesie ancora adolescente, grazie al cugino Ludvík, di alcuni anni più anziano di lui, figura poliedrica nella cultura ceca, poeta uscito negli anni della Seconda guerra mondiale dalla costola “surrealista” del gruppo RA, prosatore, pittore, traduttore dal tedesco e studioso del Dadaismo, all’epoca già collaboratore di varie riviste letterarie.
Dopo aver seguito per un anno (a partire dal 1948) i corsi di letteratura all’Università Carlo di Praga, Kundera frequentò la Scuola di Cinema FAMU, dove si laureò e dove in seguito tenne alcuni corsi di letterature comparate. Nel 1948, ancora studente, si iscrisse al Partito comunista, ma ne fu espulso nel 1950 per via di alcune critiche alla sua politica culturale contenute in una lettera a lui indirizzata da un amico; tuttavia nel 1956 fu riammesso, diventando un punto di riferimento importante nelle discussioni di quegli anni. Nel 1968 si schierò apertamente a favore della cosiddetta “Primavera di Praga”, e fu per questo costretto a lasciare il posto di docente. Nel 1970 fu nuovamente espulso dal partito e cinque anni dopo emigrò in Francia, stabilendosi a Parigi e perdendo la cittadinanza ceca.
Nonostante le sue molteplici attività, dalla poesia al teatro, Kundera è diventato un punto di riferimento soprattutto grazie alla prosa, in gran parte prodotta in esilio e pubblicata prima in traduzione francese: vanno segnalati soprattutto la raccolta di racconti Směšné lásky (Amori ridicoli, 1963) e tra i romanzi, oltre al già citato L’insostenibile leggerezza dell’essere, Žert (Lo scherzo, 1967), Život je jinde (La vita è altrove, 1979); Valčík na rozloučenou (Il valzer degli addii, 1979) e Kniha smíchu a zapomnění (Il libro del riso e dell’oblio, 1979).