El Dìa de Muertos è la festività più rappresentativa della cultura messicana. Ha una storia antichissima che trova radici nelle culture pre-colombiane, portata avanti dal sincretismo tra la cultura preispanica e il cattolicesimo. A differenza della religione cattolica, però, i mesoamericani non conferivano alla morte una connotazione morale. Ciò che importava loro era il rito di transizione delle anime dei morti. Per questo, a differenza della nostra tradizione, El Dìa de Muertos è un giorno di celebrazione, una festa coloratissima in cui i nostri cari ritornano nel mondo dei vivi per ricongiungersi a noi.
Dopo un mese trascorso animando el barrio creativo di Porta Ticinese a Milano, Espolòn, tequila premium prodotto artigianalmente con il 100% di Agave Blu, ha deciso di immergerci fino in fondo nella cultura messicana, celebrata su tutte le sue bottiglie con la raffigurazione del Gallo Ramon, simbolo dell’orgoglio nazionale. Sabato 2 Novembre, infatti, Espolòn celebrerà El Dìa de Muertos all’Apollo Club di Milano, sublimando quella sua revolucion creativa che ha visto coinvolti Ozmo (di cui vi abbiamo raccontato la genesi dell’opera realizzata in Corso di Porta Ticinese), la tatuatrice Lucille, il collettivo registico milanese Bendo, il collettivo di fotografi Perimetro e i Coma_Cose. Proprio il duo protagonista della scena itpop italiana, al cui quartiere meneghino ha dedicato il primo EP, Inverno Ticinese, si esibirà sul palco dell’Apollo, seguito, in consolle, dal sound eclettico del dj set di Frenetik&Orang3, duo di produttori romani che quest’anno ha pubblicato il fortunato ZEROSEI, a cui ha partecipato il meglio della scena italiana: Noyz Narcos, Gemitaiz, Coez, Achille Lauro. In chiusura, entreremo nella mexican wave con Dj Tamati. Il Messico prenderà forma negli altari (chiamati ofrendas), nei teschi calavera, nello show e performance del Circo Nero, oltre che nel cocktail Espolòn Paloma che in questo mese ha dissetato il barrio durante la sua revolucion creativa, intesa come rottura delle barriere e sorpasso dei confini, riscrivendo le regole con la propria arte.
El Dìa de Muertos ci pone di fronte alla morte in una nuova prospettiva, differente da quella puramente cattolica, stigmatizzandola. Con la sua celebrazione e la sua festa, le sue danze, tra teschi e altari, tra costumi macabri e colorati, il Messico ci propone un differente punto di vista dove la fine si celebra con la vita, o meglio, con la migliore manifestazione di vitalità di cui siamo in possesso. Non a caso, El Dìa de Muertos è così importante da essere stato inserito come patrimonio immateriale dell’UNESCO nel 2008. Forse potremmo iniziare a festeggiarlo anche qui da noi ogni anno, no?