«Addio», ha scritto Ai Weiwei sotto ad alcune foto pubblicate ore sul suo profilo Instagram. Sono le opere prodotte nell’atelier di Pechino demolito questa mattina dal governo cinese, distrutto con delle ruspe senza alcun preavviso.
«Hanno iniziato questa mattina, senza che prima ne venissi informato», ha scritto Ai, che per la sua opposizione al regime è stato in carcere 81 giorni, nel 2011. Da allora, a causa del passaporto confiscato, non ha potuto lasciare il paese per 4 anni.
«Era un edificio industriale, architettura socialista della Germania dell’est», ha scritto. Weiwei al momento vive a Berlino, e non ha potuto far nulla per preservare la sua arte. Per fortuna alcune persone della zona l’hanno fatto al posto suo, mettendo in salvo alcune opere dalle ruspe.