«Dopo che ho cambiato lavoro mi hanno detto: “Simpatica questa cosa che lavori da noi e poi chiedi l’elemosina per strada”», ride Elianto, al secolo Elia Morra. In realtà non lo fa per chiedere soldi, ma perché la strada è un po’ la sua casa. La sua presenza come busker per le strade di Milano si fa notare. Perché non canta le solite canzoni («Lo facevo ma non avevo troppo successo. Alla fine per fare la cover di Wonderwall basta imparare gli accordi», dice), ma ha deciso di dare una “svolta” alla sua carriera con una sorta di freestyle, in cui commenta i passanti e li prende in giro. Un’idea nata quasi per caso, che si basa sull’improvvisazione.
«La gente ti guarda sempre un po’ strano, quando fai busking», fa notare Elianto. «Ho girato l’Italia e mi fermavo a suonare: alcune signore mi offrivano del cibo, solo dopo un po’ capivano quello che facevo. Non mi aspetto che la gente reagisca in modo positivo, anche perché alla fine mi metto nei loro panni». Magari uno che ha passato una pessima giornata non ha voglia di farsi sfottere da lui. «Ma al massimo mi ignorano! I pochi che si incazzano sono quelli che lo farebbero a prescindere con chi suona per stada. Purtroppo il busking è visto ancora male». Perché, in effetti, sembra ancora un’attività al confine con la clandestinità. Anche se, soprattutto a Milano, diversi musicisti hanno trovato una sorta di legalità e sono riusciti a fuggire all’“anarchia” che spesso regna nel mondo del busking, grazie a un provvedimento comunale che ha regolamentato il settore.
C’è qualche mito per chi fa questo “lavoro”? «Certo: Becksman, presenza fissa alle colonne di San Lorenzo, la Rita, che è la sua ballerina, Metroman, Soltanto e Edwin Bischeri, tutti a Milano». Ma quasi nessuno di loro vorrebbe farsi strada, dopo la strada? «Ci dividiamo in due categorie: chi è affezionato alla strada e chi vuole arrivare da qualche parte. Io? Faccio decisamente parte della seconda».
Jameson, il gusto della strada
Cosa c’è di più puro e vero di suonare all’aperto, in strada, con qualsiasi condizione, spinti soltanto dalla passione? Assieme a Jameson andiamo alla scoperta di musicisti e volti nuovi, di talenti che ogni giorno incrociamo per strada, ma a cui, spesso, non diamo troppo credito. Questo è il loro riscatto. Il gusto unico di Jameson, figlio della tripla distillazione e dell’invecchiamento di almeno quattro anni, è lo stesso che loro ci mettono nell’esibirsi. Un gusto carico di passione e di energia.