C’è un’energia comune che anima chi vive la musica sulla strada. E questa sorta di vibrazione fa fare alla creatività dei giri lunghissimi, percorsi inaspettati che, grazie alle sperimentazione e al caso, a volte, riescono comunque a risultare vincenti. È più o meno il riassunto della carriera dei General Brothers. Due fratelli di Napoli che si sono ritrovati a calcare una marea di palchi (veri e allestiti in strada). «All’inizio suonavamo in locali minuscoli, situazioni inverosimili», raccontano Angelo e Andrea. «Ma abbiamo fatto molte esperienze in strada, molto busking. È una palestra fondamentale».
I General Brothers nascono come duo atipico, visto che entrambi sono partiti dalle percussioni africane per poi specializzarsi uno nella chitarra (Angelo) e l’altro nelle tastiere (Andrea), accompagnati dal vivo da un batterista. Nel loro set propongono cover di canzoni italiane e straniere, tutte virate in chiave funky, o «power funky», come lo definiscono loro. E ora stanno anche realizzando il loro primo disco in italiano. «All’inizio ci sembrava uno scoglio, invece è una lingua bellissima. Anche il passaggio dall’inglese all’italiano è stato abbastanza facile», spiegano.
Ma il vero amore è quello della strada, soprattutto per l’interazione che ci crea. «Leggiamo il pubblico e orientiamo il nostro live», spiegano. «È una cosa che impari con l’esperienza. Hai un riscontro diretto, se fai qualcosa di interessante la gente si ferma, altrimenti passa oltre». E tra i momenti da ricordare della loro carriera, c’è anche la regina delle esperienze da busking: «Il culmine finora è stato, senza dubbio, quando abbiamo suonato al Ferrara Buskers Festival. Lì c’è
una bellissima atmosfera, con moltissime persone». Tutte unite dallo stesso spirito, quello della strada.
Jameson, il gusto della strada
Cosa c’è di più puro e vero di suonare all’aperto, in strada, con qualsiasi condizione, spinti soltanto dalla passione? Assieme a Jameson andiamo alla scoperta di musicisti e volti nuovi, di talenti che ogni giorno incrociamo per strada, ma a cui, spesso, non diamo troppo credito. Questo è il loro riscatto. Il gusto unico di Jameson, figlio della tripla distillazione e dell’invecchiamento di almeno quattro anni, è lo stesso che loro ci mettono nell’esibirsi. Un gusto carico di passione e di energia.