Il parlamentare israeliano Oren Hazan, affiliato al partito di estrema destra Likud, ha attaccato duramente la giornalista di origini arabe Lucy Aharish per il suo matrimonio con l’attore ebreo Tzachi Halevy, conosciuto soprattutto per il ruolo nella serie tv Fauda. Aharish e Halevy avevano una relazione da quattro anni, sempre tenuta segreta ai media.
Un’accusa affidata a Twitter e carica di razzismo quella indirizzata alla giornalista: “Non biasimo Lucy Aharish per aver sedotto un’anima ebraica con lo scopo di danneggiare il nostro Paese ed impedire che una nuova progenie ebrea continui la dinastia ebraica, al contrario, la sua conversione [all’ebraismo] è ben accetta”, ha scritto Hazan.
“Incolpo Tzachi ‘l’islamizzante’ Halevy, che ha portato Fauda troppo in là. Finiscila con questa follia. Lucy, niente di personale, ma dovresti sapere che Tzachi è mio fratello e che gli ebrei sono la mia gente, fermiamo l’assimilazione”, ha continuato il politico, insistendo sullo ‘scandalo’ di un matrimonio da lui giudicato ‘impuro’, tra un uomo ebreo e una donna musulmana.
Stando alla ricostruzione del programma televisivo Good Evening with Guy Pines, la coppia si sarebbe sposata mercoledì sera con una cerimonia privata; un matrimonio mantenuto segreto proprio per la paura di subire ripercussioni da parte delle fazioni nazionaliste ebraiche e arabe.
Il matrimonio, tuttavia, non è passato inosservato ad Hazan che giovedì, sempre sui social, ha rincarato la dose, rispondendo a chi aveva condannato i suoi tweet precedenti: “Le vostre reazioni, che cercano di trasformare l’assimilazione in qualcosa di giusto ed eroico, rappresentano perfettamente quanto detto dal primo ministro Netanyahu e dal presidente dell’Unione Sionista Gabbay: ‘La sinistra ha dimenticato cosa significa essere ebrei’”.
“Questo giovedì, anche il ministro dell’Interno Arye Dery ha detto di essere ‘contrario a queste cose’ e che ‘nonostante l’amore, queste unioni non devono essere incoraggiate’”, continua il tweet di Hazan, riferendosi all’intervento di Dery ai microfoni della radio dell’esercito israeliano, in cui il ministro aveva definito l’assimilazione come “un dolore che sta consumando il popolo ebraico”.
“Direi a Lucy che non ho dubbi sul fatto che lei non intendesse danneggiare lo Stato di Israele. Sono una coppia innamorata che si è spostata, tuttavia non era la cosa giusta da fare. Avrete dei figli che, per il loro status, avranno un problema in Israele. Se lei [Aharish] desidera abbracciare la religione ebraica, per queste cose esiste la conversione”.
Hazan non è nuovo a questo genere di attacchi discriminatori, infatti, lo scorso gennaio era stato sospeso per sei mesi dalla Knesset (il parlamento di Israele) a causa di alcune dichiarazioni di stampo nazionalista rivolte contro i suoi colleghi.
Sospensione che aveva scatenato non poche polemiche, con diversi membri della Knesset che avevano accusato Hazan per l’utilizzo di dichiarazioni “offensive” con cui il politico istigava all’odio, frasi dirette soprattutto alle parlamentari donne e ai membri del Joint List, l’unione che in parlamento rappresenta i partiti di maggioranza araba. Hazan, inoltre, in passato era stato tacciato di bullismo, umiliazioni e molestie sessuali.