Alla fine, dopo giorni di udienza, la Corte Costituzionale si è pronunciata sul caso di Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, che rischiava 12 anni di carcere per aver aiutato a morire Dj Fabo. La decisione è storica: secondo i giudici contribuire al suicidio è possibile a determinate condizioni. Nello specifico: “Non è sempre punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile”.
La Consulta ha deciso: chi è nella condizioni di Fabo ha diritto a essere aiutato. Da oggi siamo tutti più liberi, anche chi non è d'accordo. È una vittoria della disobbedienza civile, mentre i partiti giravano la testa dall'altra parte. Vi aspetto al Congresso @ass_coscioni!
— Marco Cappato (@marcocappato) September 25, 2019
Ora, come vi abbiamo raccontato nella nostra cover story, la palla passa al Parlamento, che dovrà dare seguito alla decisione con una legge. “Da oggi siamo tutti più liberi, anche chi non è d’accordo”, ha scritto Cappato su Twitter. “È una vittoria della disobbienza civile, mentre i partiti giravano la testa dall’altra parte”.