È proprio in tempi tristaroli e dolorosi come questi, nei quali le libertà civili, la società aperta e addirittura i diritti umani sono messi in discussione ogni giorno, che guidare una testata come Rolling Stone assume un valore e porta con sé una responsabilità che cresce ogni giorno di più. Quello che avete appena letto (piaciuto?) è il nuovo Rolling Stone; avrete notato l’evoluzione grafica, le nuove sezioni, i nuovi importanti contributors.
Noi pensiamo che la leggerezza sia un diritto; il divertimento pure e che la pop culture sia un patrimonio dell’umanità; allo stesso tempo non ci sfugge – e non sfugge a voi, ne sono certo – che oggi le voci libere vanno lasciate cantare a squarciagola. Rolling Stone lo farà sempre, indipendente e senza paura, com’è sempre stato e forse ancor di più. Schierato senza dubbio alcuno per una società aperta e accogliente, che valorizza talenti e competenze, che cresce insieme, senza lasciare nessuno indietro.
E quindi Rolling Stone è oggi un giornale ancora più divertente, bello ed emozionante e al tempo stesso consapevole della necessità di occuparsi della cosa pubblica, della politica, del discorso sulla collettività. Per difendere i più deboli da chi li usa, per raccontare quello che accade con attenzione e rispetto, per tenere sempre accesa la luce del pensiero libero, indipendente, competente.
Dunque una sezione Rock&Roll più lunga e piena di cose super; le nostre storie; le Reviews e la nuova sezione Politica, che in questo numero ospita una lunga conversazione con il presidente della Camera Roberto Fico. Last but not least, due nuovi editorialisti che incarnano perfettamente il nostro spirito: Emma Bonino e Adriano Sofri.
Siamo orgogliosi di averli con noi, perché come diceva Jann Wenner, il fondatore di Rolling Stone nel suo ultimo editoriale: “Fin dall’inizio, 50 anni fa, Rolling Stone ha combinato il racconto della musica, della politica e della pop culture per provare a comprendere una società in continua evoluzione. Continuiamo a credere nella ‘magia che ci rende liberi’, come scrissi nel mio manifesto del primo numero nel 1967, e che la musica e la pop-culture siano una forza per una evoluzione positiva della società. Il giornalismo delle inchieste approfondite, immagini distintive e con un punto di vista chiaro avrà sempre il suo posto nel dibattito culturale. In un periodo nel quale chi comanda dichiara apertamente guerra alla stampa libera, quello che facciamo è ancora più importante.”
Noi, piccoli inadeguati figli di Wenner, faremo ogni cosa pur di non tradire il suo insegnamento.
Peace & Love.