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La sincerità ai tempi di Sarahah e dei fumettisti

Abbiamo parlato con alcuni dei fumettisti più popolari del paese della nuova app anonima sulla bocca di tutti

La sincerità ai tempi di Sarahah e dei fumettisti

La sincerità ai tempi dei social network è merce rara e preziosa.

Siamo tutti intenti a scambiarci like e cuoricini, quasi nessuno dice mai la verità. In realtà, quel bikini non ci sta così particolarmente bene. E siamo fan di un sacco di gruppi che producono musica orrenda, solo che i nostri amici sono troppo gentili per dircelo.

E forse è meglio così, vista l’ondata di sincerità planetaria che la capillare diffusione di Sarahah, nuova app di messaggi anonimi ideata e progettata dall’ingegnere Zain al-Abidin Tawfiq, sta provocando. Si tratta di un’applicazione scaricabile per iOS e Android, per cui è possibile mandare messaggi completamente anonimi. Per riceverli bisogna avere un account, per spedirli invece non si ha bisogno di averlo, basta cliccare sul link della pagina della “vittima” di turno.

E’ palese che una simile gestione è foriera di un sacco di problemi: non solo non scoprirai mai l’autore del messaggio, ma non potrai neanche rispondere, cosa deleteria per la propria psiche se il messaggio ricevuto è alquanto ingiurioso. Insomma, oltre all’onta dell’insulto, anche la beffa.

Alcuni personaggi pubblici hanno tentato l’esperimento, con risultati alterni. Per Roberto Recchioni, fumettista e curatore di Dylan Dog, celebre fumetto della Bonelli (è in uscita al cinema Monolith, thriller-horror tratto da un suo soggetto): «Posso dire che è strano, tenendo conto del numero di haters che mi seguono, pensavo che Sarahah sarebbe stata un ricettacolo di insulti. Invece la maggior parte sono messaggi di stima da persone che si vergognano a scriverli pubblicamente. E ovviamente messaggi a sfondo sessuale. È come se, -continua-rispetto a persone con un minimo di notorietà, Facebook spingesse all’insulto pubblico, per vantarsi di avergliene dette quattro a quello. Sarahah, invece, spinge all’apprezzamento privato, come se permettesse di poter confessare un piacere vergognoso».

Della stessa opinione è Daniel Cuello, fumettista argentino trapiantato in Italia, che ha pubblicato per la Bao Publishing la graphic novel Residenza Arcadia: «In realtà i messaggi che mi sono arrivati sono tutti positivi e belli, tranne uno che critica in modo molto blando, ma credo fosse più uno scherzo che una critica vera. Sarahah è un passatempo da qualche minuto, niente di eccezionale, perché cose del genere mi vengono scritte anche su altri canali.

Alcuni messaggi sì, sono sicuramente stati scritti perché si può rimanere anonimi, alcune persone si sentirebbero in imbarazzo nel dire cose belle o a raccontare piccoli aneddoti, se non lo facessero anonimamente».

Siamo quindi diventati improvvisamente timidi, da vergognarci persino di fare i complimenti agli artisti che ci piacciono?
E proprio nell’era in cui tutti posso avere un’opinione, anche per più di quindici minuti…. Ovviamente, l’anonimato messo a disposizione dalla app degenera molto velocemente: ho visto amici che hanno ricevuto messaggi del tenore ” hai un figlio”, delazioni su presunte corna, inframmezzati da dichiarazioni d’amore (che non verrà mai corrisposto, perchè ovviamente non si può capire da chi arrivi), richieste di prestazioni sessuali o addirittura direttamente offerte di schiavitù sessuale. Alcuni si sono spinti anche a mandare racconti erotici alla ragazza di turno, ovviamente a puntate, sia per generare suspance sia perché l’app permette un numero limitato di caratteri.

Zerocalcare, autore de La profezia dell’armadillo e di Kobane Calling, è lapidario sul suo non utilizzare Sarahah: «Cerco di diminuire il numero di persone che mi scrivono, quindi dovrei essere matto per dare uno strumento in più all’universo per potermi rompere. Peraltro con roba anonima che non richiede neanche quei dieci minuti di sforzo per aprirsi un account fake».

Intanto Sarahah domina la classifica tra le app più scaricate: è l’inizio di una reazione a catena che provocherà lacrime, suicidi giovanili e servizi scandalizzati su Studio Aperto? O si sgonfierà tutto dopo l’estate quando torneremo alle nostre vite consuete?
Non solo non ho una risposta adeguata, ma scusate, devo andare a controllare se negli ultimi cinque minuti mi è arrivato qualche nuovo messaggio su Sarahah che critica il mio modo di truccarmi e/o di vestirmi… Perché è evidente che la curiosità e il masochismo, miscelati insieme, creano una sicura dipendenza.

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