I ricercatori del centro National Oceanic and Atmospheric Administration – l’agenzia governativa statunitense adibita alla gestione dei sistemi di osservazione della Terra – hanno diffuso un rapporto in cui si documenta l’innalzamento senza precedenti delle temperature nell’Artico.
Presentato al convegno dell’American Geophysical Union tenutosi a San Francisco, il rapporto descrive la situazione attuale come “estremamente buia” per cui tutto il continente Artico si starebbe surriscaldando due volte più velocemente del resto del pianeta.
La causa del maggior surriscaldamento dell’Artico è principalmente dovuto allo scioglimento della neve e dei ghiacciai che dovrebbero ricoprire l’area, assicurandone le temperature fredde soprattutto grazie alla capacità di riflettere i raggi solari. Tuttavia, lo scioglimento della calotta polare ha reso inefficace lo scudo formato da neve e ghiaccio, esponendo così l’oceano e il terreno sottostante al calore proveniente dal sole.
Il risultato è un loop per cui il surriscaldamento globale, provocando lo scioglimento dei ghiacciai, ha notevolmente diminuito l’efficacia dello protezione fornita dalla neve contro il calore solare che, senza ostacoli, viene a sua volta assorbito dall’acqua e dal terreno raddoppiando in questo modo il surriscaldamento dell’Artico, con temperature medie fino a +3.5ºC al di sopra della media.
Lo scioglimento del ‘permafrost’, ovvero delle aree in cui il suolo dovrebbe essere perennemente ghiacciato, ha inoltre liberato i gas serra immagazzinati da migliaia di anni sotto il ghiaccio, i quali si sono andati ad aggiungere al quantitativo già prodotto dall’uomo.
Da settembre l’estensione dei ghiacci marini, in particolar modo nelle aree vicino alla Groenlandia, ha raggiunto un nuovo minimo storico per cui è sempre più plausibile che questo impedirà la formazione di uno strato di ghiaccio tale da poter resistere al caldo della prossima estate, mettendo a repentaglio così l’intero ecosistema.