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L’università Bicocca aveva deciso di rinviare un corso su Dostoevskij, ma poi ha fatto marcia indietro

Lo scopo avrebbe dovuto essere quello di «evitare ogni forma di polemica soprattutto interna in quanto momento di forte tensione». Oggi è arrivata la smentita ufficiale

Un ritratto di Dostoevskij, via Wikimedia Commons

Ieri, con un video pubblicato su Instagram, il docente Paolo Nori ha raccontato di aver ricevuto una mail in cui l’università di Milano-Bicocca lo informava della cancellazione di un ciclo di lezioni che avrebbe dovuto tenere a partire dal 20 marzo, intitolato La grande Russia portatile. Viaggio sentimentale nel paese degli zar dei soviet, dei nuovi ricchi e nella più bella letteratura del mondo – come il suo omonimo libro – e dedicato alla vita e all’opera del più grande romanziere russo di ogni tempo.

Nella mail, la Bicocca ha spiegato che lo scopo del rinvio «è quello di evitare ogni forma di polemica soprattutto interna in quanto momento di forte tensione», con un riferimento evidente all’invasione russa dell’Ucraina e alle tensioni che ne sono seguite.

«Mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono ridicole», ha detto Nori, «censurare un corso è ridicolo. Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia, ma anche essere un russo morto, che quando era vivo nel 1849 è stato condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita, lo è. Che una università italiana proibisca un corso su un autore come Dostoevskij è una cosa che io non posso credere, quando ho letto questa mail non ci credevo». Dopo la pubblicazione del video, però, la Bicocca ha fatto marcia indietro con un tweet. Allarme rientrato, per ora.

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