Mentre i principali leader mondiali hanno voluto dedicare un ultimo saluto a Michail Gorbačëv, il primo e ultimo presidente dell’URSS, legato ai processi di riforma noti come perestrojka (ristrutturazione) e glasnost’ (trasparenza), c’è chi non ha neppure aspettato che il cadavere fosse freddo per brindare alla sua dipartita. Letteralmente.
Per chi nelle ultime ore fosse vissuto in una caverna: il riferimento è al segretario generale del Partito Comunista (quello post Tangentopoli, ovviamente) Marco Rizzo, che con un post su Twitter ha scritto, citando la data che segnò la fine dell’Unione Sovietica: «Era dal 26 dicembre 1991 che avevo aspettavo di stappare la migliore bottiglia che avevo».
Era dal 26 dicembre 1991 che avevo aspettato di stappare la migliore bottiglia che avevo… pic.twitter.com/DyZVbs0I0H
— Marco Rizzo (@MarcoRizzoPC) August 30, 2022
Il post ha, ovviamente, scatenato reazioni di sdegno, tra cui la replica dell’attore Luca Bizzarri – «Ognuno, nella vita, ha i parenti che ha, gli amici che merita e le occasioni per stappare la migliore bottiglia che la miseria emotiva gli regala», ha sritto – e quella del direttore de La Stampa Massimo Giannini, che ha citato I Miserabili di Victor Hugo.
Della serie:
“I Miserabili”
(Victor Hugo, 1862) https://t.co/h08yUgDxxw— Massimo Giannini (@MassimGiannini) August 30, 2022
Rispondendo alle critiche, Rizzo ha spiegato che, dal suo punto di vista, si è trattato di una «provocazione dadaista», rinfrescando per l’occasione la retorica No Vax a cui ci ha abituato negli ultimi due anni. «Ci sono persone che muoiono per guerra, per fame, per infortuni, per vaccini – ha detto – Ogni sacro giorno. Muore uno della banda dei globalizzatori. Metti una bottiglia di spumante, senza esplicitare un nome. Si scatena l’inferno. Di chi? Dei giornaloni».
Rizzo, che si candiderà alle prossime elezioni nelle fila della sigla Italia Sovrana e Popolare – un’alleanza politica sovranista, euroscettica, populista e no vax che racchiude al suo interno partiti provenienti da esperienze e posizioni ideologiche molto diverse tra loro – nelle ultime settimane ha definito il suo schieramento come «l’unica alternativa al totalitarismo liberista, guerrafondaio e sanitario». Non lo sappiamo: quel che è certo è che, più che una «provocazione dadaista», quel tweet ha tutto l’aspetto di un tentativo di attention whoring penoso.