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Negli U.S.A. è sempre più alta la tensione tra polizia e comunità afroamericana

A Charlotte è stato dichiarato lo stato d'emergenza dopo le proteste sfociate in violenza in seguito alla terza uccisione in meno di una settimana di un uomo di colore da parte della polizia
Un'immagine delle proteste di "Black Lives Matter". Foto: Annette Bernhardt

Un'immagine delle proteste di "Black Lives Matter". Foto: Annette Bernhardt

Il Governatore della North Caroline ha dichiarato lo stato d’emergenza dopo la seconda notte di proteste sfociate in guerriglia tra la polizia di Charlotte e i manifestanti riversatisi in strada dopo l’uccisione da parte della polizia di un’altra persona afroamericana, Keith Lamont Scott.

Secondo le autorità l’agente Brentley Vinson, ventiseienne, anch’egli afroamericano, avrebbe agito seguendo la procedura dato che, insieme ad altri colleghi, era sulle tracce di un ricercato e sarebbe stato insospettito da Scott, seduto in un’auto poco distante; a quanto riportato dalla polizia l’uomo era armato – fatto di per sé legale in North Carolina – e Vinson avrebbe dunque reagito per autodifesa sentendosi minacciato dopo aver visto la vittima uscire dall’auto con un pistola in mano.

Secondo la versione della famiglia, comunicata via GoFundMe, l’oggetto nelle mani di Lamont era un libro e l’uomo, disabile secondo i famigliari, si trovava in auto aspettando lo scuolabus del figlio.
Tuttavia, nonostante il sindaco di Charlotte avesse esortato la calma, promettendo risposte alla comunità nera e all’intera città, la tensione è esplosa in maniera inevitabile, scatenandosi in una vera e propria guerriglia.

Per due notti le strade di Charlotte sono state invase da manifestanti con in mano il cartello Black Lives Matter, tra macchine della polizia distrutte, fumogeni, sassaiole fino al lancio di una molotov.
La violenza è poi sfociata nella notte di ieri (le prime ore di giovedì mattina italiane), quando una lite fra manifestanti ha portato uno di questi a sparare all’altro, ferendolo gravemente.
In un primo momento erano circolate voci della morte dell’uomo , poi smentite dalle autorità; negli scontri sono a decine i feriti tra agenti della polizia e manifestanti.

Dopo le proteste degli scorsi mesi nel nome Black Lives Matter, i rapporti tra la comunità afroamericano e la polizia sono sempre più incrinati dopo che, in meno di una settimana, Scott è la terza persona uccisa dal fuoco di un agente.

La prima vittima si chiamava Tyre King, appena tredicenne, morto a Columbus, in Ohio, perché sospettato di rapina e perché alla cintura teneva una pistola ad aria compressa.
Solamente pochi giorni dopo l’agente Betty Shelby della polizia di Tulsa, Oklahoma, aveva colpito a morte il quarantenne afroamericano Terence Crutcher: spaventata dalla reazione dell’uomo al fermo, la poliziotta ha sparato nonostante l’uomo fosse disarmato e preventivamente colpito dal taser di un collega.

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