Nel momento in cui scrivo, il Bitcoin vale circa diecimila euro. Nel momento in cui venne lanciato, era il 2009, un Bitcoin valeva 0,0045 euro. Difficile trovare forme d’investimento che nell’arco di otto anni aumentano il valore del 222.222.222% (non saprei nemmeno pronunciarlo), del resto la storia di questa particolare moneta elettronica è irripetibile, unica.
Parliamo, infatti, di una crypto-moneta, cioè una moneta che non esiste in forma fisica ma solo in quella digitale. La biografia ufficiale la conosciamo tutti, più o meno: nel 2008, tale Satoshi Nakato, nickname di un individuo di cui ancora non si conosce l’identità, pubblica un documento nel quale traccia il funzionamento di una moneta elettronica basata sul peer-to-peer. Avete presente Skype o Torrent? Funzionano grazie ai loro stessi utenti, che rappresentano dei “nodi” attraverso cui transitano comunicazioni e file. Il Bitcoin si basa proprio su questo principio: è sostenuto dai suoi stessi utenti, senza alcun organo di controllo o intermediazione. La moneta fa il suo effettivo esordio nel 2009, tramite software e tecnologie open source e quindi modificabili e analizzabili da tutti, e da quel momento sparisce anche il suo creatore, che la lascia in balia del popolo digitale. Da qui un’escalation verso la valutazione attuale, alternata a momenti di crisi e problematiche tutto sommato preventivabili per una moneta così giovane.
Tecnicamente, il Bitcoin è una valuta regolata da algoritmi matematici. Il cuore di tutto è la blockchain, cioè una sorta di registro che tiene conto di tutte le transazioni effettuate in Bitcoin. Se si effettua un pagamento di tot Bitcoin a una persona, l’operazione viene infilata nella blockchain. Quando una transazione in cima alla “catena” è approvata, si appone una sorta di firma digitale, ottenuta da complessi calcoli. A questi calcoli contribuiscono i “miner”, cioè utenti che mettono a disposizione i propri computer e dispositivi, tutti collegati tra loro in una maxi-rete che opera via Internet. In cambio delle risorse messe a disposizione, i miner ottengono una fettina dei Bitcoin che vengono rilasciati nel circuito a intervalli regolari. Ovviamente, ciò che si guadagna è proporzionale alle risorse investite. D’altro canto, il sistema di approvazione della blockchain è necessario per evitare il fenomeno del “double spending”, cioè fare in modo che se un portafoglio contiene due Bitcoin, e ne viene speso uno, ne resti solo uno e al contempo la moneta investita vada a finire nelle tasche del legittimo destinatario.
Questo schema di base, che non tiene conto di altri parametri come la quantità di Bitcoin spesi e guadagnati ogni giorno, tramite le molteplici attività che li supportano, ha garantito alla moneta ideata da Satoshi Nakamoto di resistere alla prova del tempo e alla concorrenza. Nel corso di questi ultimi anni, infatti, sono state molte le crypto-valute, basate sul medesimo modello, a essere lanciate sul mercato.
Il circuito bancario internazionale trema, poiché il Bitcoin lo taglia di netto, lasciando la valuta, coi suoi geniali meccanismi, nelle mani degli stessi utenti
La giovinezza della valuta, del resto, la rende anche oggetto di oscillazioni di valore importanti. Basti pensare che, se è vero che da inizio anno si è passati a un incremento di valore del 1000%, ci sono stati momenti in cui un Bitcoin valeva trecento-quattrocento euro, di fatto crollando. A proposito, sono qui a scrivere da un’oretta e il valore del Bitcoin è schizzato a circa 10.500 euro. Da qui è nata una forma di speculazione proprio su questo andamento ballerino, con professionisti, e anche no, a vendere e comprare moneta elettronica in ogni istante. Puntare sul Bitcoin è di sicuro interessante, ma al contrario di quel che si possa pensare non è alla portata di tutti. O meglio, non prima di aver studia bene come funziona e quali sono i molteplici fattori che ne influenza il valore.
Essere semplici utilizzatori, invece, è alla portata di tutti. Basta scegliersi una “banca Bitcoin” di comprovata fama, acquistare (frazioni di) Bitcoin e spenderli nei servizi che sempre più supportano la crypto-moneta. Oppure far tutto da sé, dotandosi di un software di portafoglio virtuale (e-wallet) e acquistando Bitcoin in cambio di euro, dal miglior offerente (ma occhio ai truffatori). Investire, come anticipato, è ben altro paio di maniche. Chi vuole prodigarsi come miner, sappia che non è sufficiente utilizzare un computer qualsiasi, pur dotandolo degli appositi, e gratuiti, software di “mining”. Dato che i calcoli necessari sono molto particolari, il computer è messo così sotto sforzo da consumare parecchia energia, al punto che il rapporto tra denaro speso in bolletta e quello effettivamente guadagnato potrebbe non essere così favorevole. Ecco, dunque, che è meglio puntare su apposite macchine di mining, progettate già per avere un rapporto positivo e garantire un minimo di profitto.
Peccato si tratti di macchine costose e che andrebbero cambiate ogni sei mesi, passando alla nuova generazione. Anche qui, serve preparazione e un piano d’investimento ben strutturato. La compra-vendita di Bitcoin è un’altra buona opportunità, ma funziona come il gioco in borsa: o ci si dedica seriamente, studiando l’andamento della crypto-valuta momento dopo momento, o si rischia di perdere molto denaro. In particolare, è bene fare attenzione a come le istituzioni di tutto il mondo si rapportano, ora per ora, nei confronti della moneta. E poi dare un occhio alle opinioni che arrivano dal mercato asiatico. Insomma, si tratta di informarsi in modo veloce e da fonti attendibili, altrimenti meglio lasciar stare. Ultima possibilità: ricordarsi che oltre al Bitcoin ci sono altre crypto-monete interessanti. Alcune nascono e muoiono in pochi giorni, ma se siete veloci, attenti e informati, si può cogliere il momento giusto in cui comprare e poi vendere.
Nel frattempo, il circuito bancario internazionale trema, poiché il Bitcoin lo taglia di netto, lasciando la valuta, coi suoi geniali meccanismi, nelle mani degli stessi utenti. Motivo per cui anche le banche potrebbero non essere una fonte attendibile a cui chiedere consigli. Anzi.
Che succederà, nell’immediato, al Bitcoin? Qualcuno azzarda uno “scoppio della bolla”, qualcun altro, in modo più ragionato, prevede un naturale calo della valutazione, ma niente di drammatico se già si conosce il funzionamento della moneta. Altri, invece, prevedono che il valore del Bitcoin, entro il 31 Dicembre, potrebbe addirittura superare i cinquantamila dollari. Nel frattempo, il totale dei Bitcoin fin qui distribuiti ha toccato il valore di 300 miliardi di dollari. Non male per una moneta ideata, otto anni fa, da un tizio con un soprannome giapponese.