L’altro ieri, fuori dal tribunale di Milano, durante l’ultima udienza del processo a Marco Cappato (accusato di aiuto al suicidio per aver portato in Svizzera Dj Fabo), c’era uno sparuto gruppo di manifestanti con tanto di manifesti e megafoni. Si trattava di alcuni rappresentanti del gruppo ultra-cattolico Militia Christi (già famosi per manifesti omofobi durante vari gay pride e per la vicinanza con Forza Nuova) che hanno accolto la madre di Fabo urlandole “Congratulazioni per aver ucciso suo figlio!”.
Sugli striscioni, la richiesta ai giudici di condannare Marco Cappato a 12 anni di reclusione, un “Vergognati, tra poco sarai giudicata da Dio” rivolto ad Emma Bonino e varie foto di Eluana Englaro, foto che naturalmente la ritraggono raggiante prima dell’incidente, tanto per avvalorare la tesi dell’eutanasia come omicidio compiuto su persone sane e in salute (e naturalmente istigate). Tra i manifestanti anche un medico e un infermiere, a dimostrazione che l’umanità non è un fatto di esperienza, ma di attitudine.
E che la battaglia di Marco Cappato, è sì una battaglia per la vita, sì una battaglia per i malati e per le loro famiglie ma, soprattutto, una battaglia di civiltà.