«Un missile balistico si sta dirigendo verso le Hawaii, mettersi immediatamente al riparo. Questa non è un’esercitazione», un sms governativo avvisa la popolazione di un’imminente apocalisse, centinaia di migliaia di mani si fermano, nessuno vorrebbe passare gli ultimi istanti della propria vita a pulirsi con un Kleenex; nessuno vorrebbe dire addio al mondo guardando gli occhi ribaltati di un’attrice mentre finge un orgasmo – che vai a sapere, se esiste l’aldilà che figuraccia arrivare alle porte del Paradiso con un’erezione. Passano 38 minuti, l’allarme di un presunto attacco nordcoreano si rivela uno scivolone inenarrabile ed ecco che, scampata la minaccia di un rigor mortis indiscreto, le migliaia di mani continuano da dove avevano ripreso, e ad esse se ne aggiungono altre, e poi altre ancora.
Questo quanto si evince dall’ultimo report stilato dal raccoglitore di big data più affascinante della Storia moderna: la sezione insight di Pornhub, il colosso del porno on-line, il 33esimo sito più cliccato al mondo con 28,5 miliardi di visitatori nel solo 2017 per un totale di 24,7 miliardi di ricerche, il che vuol dire circa 800 “ebony/teen/lesbian/gay sex” al secondo. L’inesistente attacco missilistico alle Hawaii raccontato attraverso le pruriginose lenti di Pornhub descrive quei 38 minuti di terrore nel meno 77% di visite rispetto alla media solitamente registrata in quella zona alle 8,30 del mattino, e il successivo scampato pericolo nel più 48% dei tantissimi che, dopo l’incubo di trovarsi davanti la Nera Mietitrice, hanno scelto di celebrare la falce mancata con una bella sega e una conseguente dose di dopamina autoprocurata.
Più veritieri di qualunque elezione, sondaggio o referendum, i dati di Pornhub raccontano come nient’altro quelli che sono i reali desideri della società contemporanea, ritratta nel suo volto più furtivo e inconfessabile. Una società che – come vedremo penetrando fra la miriade di dati fornita da Pornhub – nel porno, al di là delle consuete depravazioni sempre più pittoresche, ricerca se stessa, la propria cultura fatta di mode e immagini. Entrando nel dettaglio, infatti, fra “le ricerche che hanno definito il 2017”, i termini che occupano il podio sono “porno per donne”, “Rick and Morty” e “Fidget Spinner”. Ora, la dottoressa Laurie Betito – sessuologa e direttrice del Pornhub Sexual Wellness Center – si sofferma sul termine vincitore di questa particolarissima classifica, termine che nel 2017 ha visto aumentare del 1400% le proprie ricerche. Betito sottolinea come “Dal movimento #MeToo a figure femminili di spicco come Hillary Clinton”, quest’anno sia stato decisivo per l’emancipazione delle donne, attualmente il 26% della clientela mondiale del sito, con l’Italia al 18esimo posto nel ranking guidato dalle Filippine.
Tuttavia, sono il secondo e il terzo classificato ad attrarre maggiormente la mia curiosità, ovvero “Rick and Morty” e “Fidget Spinner”, due fra le ‘icone’ impattatesi sulla cultura pop nel 2017 con più forza. Per quanto riguarda la ricerca “Rick and Morty”, per qualche oscura ragione il sacrilego cartone animato deve aver stuzzicato la libido dei suoi spettatori, forse ispirati da mostri a sei braccia intenti a copulare con bambole gonfiabili robot. Si va da parodie amatoriali, con attori grossolani travestiti come i personaggi del cartone, fino a ragazze riprese mentre si masturbano utilizzando le riproduzioni giocattolo dei suddetti personaggi, con tanto di spezzoni vocali campionati come a creare uno scenario in cui Rick si trova con la testa immersa in una vagina.
Arriviamo quindi a “Fidget Spinner”, termine che denomina l’oggetto forse più inutile mai concepito dal genere umano, ma che nel 2017 è stato più popolare del test per l’HIV venduto in farmacia. La totale nullità dell’oggetto, inoltre, traspare anche dal suo utilizzo in versione lussuriosa: impiegato come vibratore non vibrante o posto in cima a vibratori effettivamente vibranti successivamente inseriti all’interno degli orifizi di una malcapitata attrice, la comparsa del Fidget Spinner nel mondo del porno risulta tuttavia del tutto accessoria. Il suo contributo alla scena si limita ad essere talvolta fatto ruotare dal partner della penetrata, tutto qui, al massimo leccato dall’attrice, ma niente di più.
Dati, questi appena descritti, che dominano un’annata a luci rosse in cui si segnala il ritorno in auge di Hentai e cheerleader, categorie accomunate dalla passione per le liceali, o l’entrata a gamba tesa della categoria AMSR, altra faccenda molto interessante fra quelle comprese nel mare magnum di bizzarrie che è Pornhub. Acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response (risposta autonoma del meridiano sensoriale), l’AMSR consiste in una particolare stimolazione uditiva, per cui il nucleo dell’eccitazione sta nel suono emesso da un’attrice mentre lecca delle orecchie di plastica, il tutto registrato da microfoni ambientali in modo che, se munito di appositi auricolari, lo spettatore riceva la suggestione che le orecchie leccate siano le proprie, in un trionfo osé del VR dove il suono prevarica sull’immagine, spesso del tutto assente.
Altro sintomo del narcisismo pornografico per cui ricerchiamo la quotidianità e il mondo che ci circonda anche nel buio delle nostre nefandezze in solitaria, è l’esponenziale crescita della ricerca “Donald Trump” fra le celebrità più cliccate su Pornhub, ricerca lievitata del 787% rispetto all’anno precedente. Che il bombardamento mediatico del Tycoon sia stato tanto efficace da stimolare fantasie bollenti o forse per quel ormai celebre “grab them by the pussy“, fatto sta che il biondissimo Donald risulta essere il secondo vip maschile più ambito su Pornhub, sconfitto solo da Justin Bieber, distruggendo rivali come i super manzi Cristiano Ronaldo o Harry Styles.
Una lettura plausibile a questa banalizzazione dell’orgasmo può essere trovata nello studio della Dott.ssa Valerie Voon, neuroscienziata dell’Università di Cambridge, in cui si evidenzia come le aree del cervello attivate dal consumo e dalla dipendenza di sostanze siano le stesse zone che operano nella fruizione del porno. Certo, che la pornografia creasse dipendenza e un progressivo allontanamento dalla realtà non dice nulla di nuovo, ma nel succitato studio si sottolinea come, per il consumatore abituale, la costante produzione e conseguente richiesta di dopamina crei una tendenza a disinteressarsi dell’oggetto dell’eccitazione, finché alla reiterata nudità non subentrano desideri sempre più lontani dal comune concetto di sesso come, ad esempio, il Fidget Spinner.
A questa tendenza su scala globale al ‘famolo strano’, presi singolarmente i vari paesi di lingua non anglofona sono, al contrario, tutti arroccati in un rassicurante campanilismo per cui in Germania, ad esempio, domina il desiderio di vedere in azione pornostar tedesche, lo stesso vale per la Francia e, ovviamente, per l’Italia, nono paese al mondo per consumo di materiale pornografico. Come facilmente intuibile dalle statistiche diffuse, fra le prime 12 parole più ricercate il termine “italian” nelle sue varie declinazioni compare nel 50% dei casi, mentre vanno forte anche le ricerche a tema partenopeo, per cui “amatoriale napoli” e “napoletana” si piazzano rispettivamente secondo e dodicesimo. Un punto per quelli che “ma a me del porno piace capire la storia, quello che dicono”.
L’onanismo italiano conferma una predilezione per lo stereotipo anche quando si confrontano i dati del pubblico maschile con quello femminile: a saltare all’occhio, in entrambi i casi, è il termine “Mature” o “Milf” (sapete tutti cosa significa), sintomo che la più comune presa in giro de “l’italiano-mammone” per cui tanto ce la prendiamo con i nostri cugini europei, non è proprio così lontano da un nazional popolare complesso di Edipo di cui Pornhub porta inequivocabilmente a galla le prove. Tendenza rispecchiata anche dai dati delle singole regioni: in una cartina dominata dal patriottismo, spiccano gli uomini piemontesi e le donne venete, appassionati di Bondage (28% e 17% in più rispetto alle altre regioni), mentre l’anal va forte fra gli uomini liguri e le donne friulane e campane (24%, 38%, 15%), gli uomini marchigiani e le donne liguri preferiscono invece il transgender, il 48% e il 25% in più rispetto al resto del Paese.
In generale, come per la politica, anche il porno italiano è testimone di una spaccatura tra nord e sud, con le regioni meridionali ancorate alla tradizione o al machismo del Big Dick o delle Gang Bang tanto amati dagli uomini calabresi e da quelli siciliani, mentre al settentrione – sarà per la nebbia o per il grigiore – vanno fortissimo categorie feticiste o la passione per l’esotismo, con l’uomo lombardo che vota lega ma si masturba Ebony, o quello trentino, campione della ricercatezza grazie alla iper-determinata passione per il porno coreano (non un generico “Asian”, proprio “Korean”!), con un 156% in più rispetto alla media italiana.