Rollink Stone è un osservatorio sull’universo del tatuaggio moderno in continua e turbolenta espansione. Marco Annunziata fotografo e contributor da Europa e California per Inked, Rebel Ink, Total Tattoo, desideroso per una volta di esprimersi nella propria lingua madre, porta sulle pagine di RS le storie e i lavori di tattoo artists più o meno celebri, da New York a Termoli, passando per Copenhagen, dalle macchinette artigianali fatte con un walkman, uno spazzolino, una penna bic e una corda di chitarra, ai reality shows ultra milionari.
Chi ti ha messo la matita in mano?
Non me lo ricordo ma avrò avuto 2 o 3 anni e molto probabilmente era una penna a sfera e non una matita. Ho sempre disegnato e non avrei mai pensato di poterne tirare fuori un lavoro vero a un certo punto della mia vita e fare abbastanza soldi per mettere il culo sul sedile di un aeroplano e girare il mondo.
Quando hai cominciato a tatuare?
Abbastanza tardi considerato che la gente oggi inizia a tatuare alle scuole medie! Ho fatto un po’ di tutto prima, avevo 29 anni e i primi pezzi decenti che ho fatto erano soggetti religiosi, soprattutto cristi e madonne e dozzine di rose realistiche di medie e piccole dimensioni.
E le miniature?
Ho iniziato con le miniature dopo un paio di anni, quando lavoravo da Tattooland, dopo aver visto le mani di Goodtime Charlie. Appena la gente ha visto i miei primi micro tatuaggi e si è sparsa la voce ho cominciato a farne una quantità spaventosa. Piccoli lavori che mi hanno dato un sacco di soddisfazioni, il problema è che mi ci sono distrutto le mani e gli occhi! Me li chiedono ancora ma molto spesso mi rifiuto di farli.
Cos’altro tatui attualmente?
Chicano, influenzato principalmente dal lavoro di Jack Rudy, qualche pezzo realistico soprattutto ritratti in nero e grigio e poi classici tradizionali americani che cerco sempre di personalizzare in base alle richieste dei miei clienti e al rapporto che ho con loro.
Dove trovi ispirazione?
Il mare, il surf, la fotografia, la musica, le vecchie macchine americane customizzate, la mia famiglia, i miei amici. Tutto quello che mi circonda qui nel sud della California fortunatamente mi da sufficiente energia creativa tutti i giorni che Dio mette in terra. Ovviamente ho grande interesse per il lavoro degli altri tatuatori soprattutto quelli della vecchia scuola, Robert Williams, Rick Griffin, Jim Phillips e tanti altri.
E i viaggi?
Viaggiare è fondamentale per venire a contatto con tutto quello che non posso trovare in California. Ultimamente ho dovuto rallentare con gli appuntamenti perché voglio tornare a viaggiare e fare convention come facevo qualche anno fa.
Dove hai lavorato in Europa? Quando torni a trovarci?
Al Love Hate Tattoo di Edinburgo con Paul Brock, al Best of Times di Milano con Stizzo (un altro maniaco per i dettagli come me), tramite i loro contatti ho lavorato poi un pò a giro per alcune settimane e sinceramente non vedo l’ora di tornare!