La responsabile del sito di Rolling Stone, sapendomi lontano, mi ha scritto una email chiedendomi se avessi in mente di commentare quanto accaduto a Milano – per chi fosse stato sulla Luna un uomo è entrato in Tribunale armato ed ha aperto il fuoco uccidendo tre persone.
Ecco cosa le ho risposto.
Non credo che Rolling Stone debba esprimersi sui fatti di cronaca – non abbiamo niente da dire su quanto accaduto in tribunale. Un uomo fortemente instabile ha ucciso tre uomini. È orrendo, ma capita. Fine della storia. Odio chi trae qualsiasi tipo di morale o allarme da eventi come questo, che non hanno altro significato se non quello brutale che sta nella semplice notizia, che dice più o meno tutto quello che c’è da dire. Il caso, il fato, l’imprevedibile elemento umano o quel che vuoi. Grande tristezza e dolore, ma niente da aggiungere. Quindi taciamo.
Insomma non volevo scrivere niente.
Poi mi son fatto un giro in rete, e come spesso mi capita, ho trovato un articoletto di Luca Sofri, che dice esattamente quello che avrei voluto dire (o meglio, che illustra i motivi per cui avevo deciso di non dire nulla), ma meglio. E quindi, eccolo qua.
In termini di violenza, dolore, paura e concitazione cittadina, quello che è successo oggi a Milano ha abbastanza elementi per essere una storia impressionante. Non dovrebbe venirci la tentazione di riflesso di metterci sopra presunti fenomeni, temi sociologici o allarmi generali, che mettano paura a tutti: come se non ci impressionasse e addolorasse abbastanza che uno abbia ammazzato tre persone, e fosse necessario sentirci in pericolo personalmente.