Durante tutta la settimana, alla luce dei risultati dei sondaggi che mostrano senza ombra di dubbio il fallimento della sua campagna elettorale, il Candidato Repubblicano Donald Trump ha continuato a ribadire le sue convinzioni che le elezioni siano pilotate. In uno spaventoso attacco al sistema democratico americano, Trump si è rifiutato di promettere che accetterà il risultato delle elezioni.
“Vi terrò nel dubbio”, ha dichiarato durante il terzo e ultimo Dibattito Presidenziale, andato in scena mercoledì sera alla University of Nevada di Las Vegas.
Uno sviluppo sconcertante e senza precedenti che arriva da un politico che ripetutamente ha espresso la propria ammirazione per regimi dittatoriali e leader tutt’altro che democratici, un uomo che ha apertamente incoraggiato i suoi sostenitori alla violenza, di cui il culto della personalità fa tornare alla mente l’epoca fascista, un uomo che ha ripetuto più volte dal palco della convention repubblicana: «Io posso aggiustare l’America da solo».
Davanti a un incredulo Chris Wallace di Fox News, moderatore del dibattito, Trump ha detto chiaramente che terrà una posizione attendista per permettere un tranquillo passaggio di potere a Hillary Clinton, che in realtà, secondo il Tycoon, avrebbe dovuto perdere le elezioni.
Dopo gli esiti disastrosi dei sondaggi, Trump ha iniziato a insistere davanti ai suoi elettori – senza alcuna prova – che l’elezione è stata “pilotata” da un enorme broglio elettorale. Mercoledì sera ha avanzato un argomentazione ancora più pericolosa, sostenendo l’illegittimità della candidatura di Hillary Clinton.
Trump si è presentato come il candidato “della legge e dell’ordine” affamato di potere. Definendo il Segretario di Stato uscente come un criminale e come “una donna maligna”, Trump ha ringhiato che la Clinton “è colpevole di crimini molto seri” e che, inoltre, “non dovrebbe esserle permesso di correre per la presidenza”.
Per la cronaca e detto molto chiaramente: il direttore dell’FBI James B. Comey, Repubblicano convinto, dopo mesi di investigazioni in seguito allo scandalo delle mail trafugate alla Clinton, a luglio dichiarò davanti al pubblico americano che “non è possibile avanzare nessuna accusa in questo caso”. Comey aveva insistito che l’indagine federale “è stata svolta in maniera competente, onesta e indipendente”, aggiungendo che “non c’è stata nessuna pressione esterna per influenzarne il risultato”.
Esiste una parola per definire i leader politici che non vogliono accettare l’indipendenza del sistema giudiziario o che non rispettano il risultato di un’elezione libera e imparziale. E nel dibattito finale Trump ha gettato la maschera mostrando il volto di un aspirante dittatore.
Il dibattito è stato l’affronto più grave al processo politico americano, portato in scena da un fiero appartenente al Partito Repubblicano con l’ennesima performance fuori dagli schemi. In ordine, Trump ha elogiato Putin come fosse una sua cheerleader, ha promesso di eliminare la legislazione sull’aborto denominata Roe contro Wade, ha giurato che il muro che vuole costruire proteggerà l’America dalla droga, per poi concludere mentendo in proposito alla sue parole in difesa della proliferazione nucleare – rigettando infine come “finzione” le accuse da parte di diverse donne di molestie sessuali.
Voce rauca, occhi rossi, ancora preso a tirare su col naso: Trump si è scontrato direttamente con la Clinton a proposito della spinta ricevuta dalla campagna repubblicana dopo un attacco informatico orchestrato dalla Russia, che ha portato alle ultime pubblicazioni dei documenti interni della campagna Clinton da parte di WikiLeaks.
Quando la Clinton ha definito Trump “la marionetta di Putin”, il Tycoon ha subito contrattaccato ma in un modo tale da farlo sembrare un surrogato del leader russo. Ha insistito ripetutamente su come Putin abbia “sbaragliato” la Clinton “anticipandola ogni volta in astuzia”. Più tardi si è speso in elogi similari nei confronti dell’alleato di Putin, il leader siriano Bashar Assad.
Dopo due dibattiti in cui la questione immigrazione era stata toccata solo di sfuggita, Chris Wallace è riuscito a mettere sotto i riflettori le fondamenta dell’ideologia di Trump. I sondaggi hanno dimostrato che gli americani odiano le misure proposte da Trump. Stando al sondaggio di Fox News pubblicato lo scorso weekend, solo il 18% degli americani è d’accordo a “deportare quanti più immigrati possibile”, mentre il 74% “è favorevole a costruire un sistema in grado di regolarizzarli”.
Trump, ancora una volta, ha promesso che costruirà un muro capace di tenere fuori dal confine i “bad hombres“, aggiungendo che la barriera sarà anche capace di fermare il traffico di eroina che “sta avvelenando il sangue della gioventù americana”. Trump è politicamente impreparato e parla di muri, immigrazione e eroina senza aver una minima idea di quello di cui sta parlando. Infatti, stando alla testimonianza davanti al Senato dell’Ammiraglio Bill Gortney, a capo del Northern Command degli Stati Uniti, l’organizzazione statale addetta alla sicurezza interna, “un muro non risolverà il problema immenso del narcotraffico”: «L’eroina e il fentanyl entrano in America dal Messico, oltrepassando i posti di blocco in carichi molto ma molto piccoli».
Alla domanda sull’aborto, Trump ha dichiarato che i suoi candidati alla Corte Suprema rovesceranno il decreto Roe contro Wade, basato su un precedente legislativo che in America permette di terminare una gravidanza: «Nominerò giudici a favore della vita – ha detto Trump – e tutto accadrà in maniera naturale».
Alla domanda riguardo agli armamenti nucleari, Trump ha negato di aver difeso la proliferazione nucleare da parte di potenze straniere: «Non troverete nessuna mia frase in proposito”, ha sottolineato mentendo, come testimonia un’intervista di marzo con la CNN, rilasciata a Anderson Cooper.
Trump: «Non sarebbe preferibile che anche il Giappone avesse armi nucleari dal momento che la Corea del Nord ne è in possesso?»
Cooper: «Se lei dice di essere favorevole al Giappone allora così dovrebbe essere anche per la Corea del Sud o l’Arabia Saudita o chiunque lo desideri…»
Trump:«Posso essere onesto con lei? Succederà comunque».
Dopo aver mentito sull’aver apertamente incoraggiato la diffusione del nucleare, Trump ha continuato attaccando la credibilità delle tante donne che negli ultimi giorni si sono esposte, accusandolo di averle baciate o palpeggiate contro la loro volontà. All’inizio ha detto che chi lo accusa “è già stato smascherato”, aggiungendo poi che si tratta soltanto di persone in cerca di fama, se non addirittura ingaggiate appositamente per favorire la “campagna corrotta” della Clinton.
La serata si è conclusa con una frase memorabile: «Non devo chiedere scusa a mia moglie – ha detto il Candidato Repubblicano – perché non ho fatto nulla».
Le elezioni sono l’8 novembre, in palio è il bene della Repubblica statunitense e la dignità di una nazione intera.