Gli U2 ai tempi di Boy e October attraverso gli occhi e i ricordi di Patrick Brocklebank (che fu anche loro amico) sono in mostra ad Asti, dal 22 marzo al 4 maggio. Immagini inedite di Bono Vox, Adam Clayton, Larry Mullen Jr., The Edge e aneddoti del fotografo, grazie ai quali si capiscono gli esordi della band e l’atmosfera di Dublino, vivace e ribelle, in quel periodo. Tutto questo in U2 from 1978 to 1981 a Palazzo Ottolenghi (Corso Alfieri 350 – Asti).
Quello è stato un momento speciale nella storia della musica. Vivevamo la stessa città e avevamo la stessa età
La mostra, organizzata da Officine Carabà in collaborazione con Libellula Press, è ad Asti, in esclusiva per l’Italia, dopo essere stata ospitata dal Dublin Little Museum e dalla Hall of Fame di Cleveland, con circa 100.000 visitatori paganti.
Alcuni degli aneddoti del fotografo Patrick Brocklebank, sui primi U2:
«Il 25 settembre del 1976, Larry Mullen, allora quattordicenne, pubblicò un annuncio sulla bacheca della Mount Temple School di Dublino. Cercava ragazzi che volessero unirsi a lui per formare la sua nuova band. Al provino si presentarono in otto: Larry Mullen e David Evans suonarono batteria e chitarra e poi c’erano Neil e Ivan McCormick, Peter Martin e Dik Evans, il fratello di David. Loro vennero presto scartati e rimasero gli ultimi due: Adam Clayton e Paul Hewson.
Il primo voleva diventare “il miglior bassista del mondo”, non era un granché ma aveva dalla sua parte l’ambizione e la tenacia, il secondo era poco più di un cantante dilettante ma aveva un certo qualcosa: carisma, spavalderia e una presenza scenica che avrebbe reso U2 un nome conosciuto a tutti. Larry in seguito ricordò: “Per circa dieci minuti è stata la mia band, poi è comparso Bono e ogni possibilità che io fossi il leader fu soffiata via”.
Per circa dieci minuti è stata la mia band, poi è comparso Bono» Larry Mullen Jr.
Il loro primo concerto fu un concorso per i giovani talenti della scuola e il secondo in una discoteca a Sutton, poi Adam fu espulso dalla scuola così mentre gli altri continuavano a studiare, lui diventò colui che trovava i concerti e le opportunità per suonare e crescere.
Quello è stato un momento speciale nella storia della musica. Noi vivevamo la stessa città e avevamo la stessa età, questa mostra cattura gli U2 nei loro primi tre anni e registra l’energia e l’ambizione di una band locale che avrebbe poi conquistato il mondo. Per noi Dubliners sono naturalmente molto di più di una rock band, sono diventati parte della nostra identità culturale”.»