A ciascuno la sua quarantena: non sentitevi in colpa se a casa ascoltate musica di merda | Rolling Stone Italia
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A ciascuno la sua quarantena: non sentitevi in colpa se ascoltate musica di merda

Negli ultimi giorni Instagram sembra diventato una dimensione parallela a base di film d’autore, dischi di nicchia e ricette. Nel mondo reale, però, dominano ancora i Me contro te e Fabio Volo, e non c’è niente di male

A ciascuno la sua quarantena: non sentitevi in colpa se ascoltate musica di merda

Lo leggevo sul decalogo contro il panico da coronavirus che ho trovato sul sito dell’Ordine degli psicologi: «Pur di fare qualcosa, spesso si finisce per fare delle cose sbagliate e a ignorare azioni protettive semplici, apparentemente banali ma efficaci». In parole povere: state in casa che non sbagliate. Lo dice il decalogo, lo impone il decreto, lo ripetono gli influencer. C’è anche l’hashtag #IoRestoACasa, cliccateci sopra e troverete decine di ricette per fare torte salate.

Per quanto sia buono e giusto però, stare in casa non è proprio semplicissimo. Basta un niente per trasformare convivenze rodate in uno strazio, c’è il problema degli spazi e quel dettaglio di dover trascorrere intere giornate senza fare niente. Forse è l’occasione giusta per prendere lezioni di yoga. Qualche audace fa la pizza. Altri mettono in ordine l’armadio: l’ho fatto anche io, ci ho messo 15 minuti. Purtroppo non sono Jennifer Lopez.

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Tra una conferenza e l’altra di Conte, di tempo ne rimane parecchio. Non sembrano esserne preoccupati gli influencer, che consigliano a tutto spiano libri, film, dischi da ascoltare. Ma mica solo loro. Tutti confezionano il loro elenchino di ‘must’. «Quel regista è incredibile», «devi vederti tutta la trilogia!», «lo seguo da quando non era famoso», «qui le chitarre sono del nipote di Thom Yorke», e via così. È un ottimo periodo per chi ama far vedere che ne sa.

Forse capita solo a me, ma apro Instagram e mi sembra di stare a una dimensione parallela a metà tra cinema d’essai e Burning Man. Film d’autore, storici, documentari. Stessa cosa per i dischi. Classiconi e in qualche caso emergenti (ma solo se appartenenti alla scena elettronica della Cappadocia). Mica c’è solo Bando di Anna, che comunque ha smesso di essere cool da quando la conosce anche mio papà. Insomma, Instagram si è trasformato in un meraviglioso giardino dove al posto dei fiori crescono libri, film e dischi incredibili.

Tornare al mondo reale però è facilissimo: basta guardare le classifiche e imbattersi nei Me contro te, simpatico duo di youtuber che ha fatto un disco che sta andando benissimo, oppure in Fabio Volo, che resiste nella top ten dei libri più venduti su Amazon in compagnia dei quaderni da colorare (che non sono mai stati così gettonati).

Possiamo fingere con i nostri amici dunque, ma non possiamo mentire all’algoritmo. Sì, proprio lui, quel meccanismo perfetto che ci propone musica e intrattenimento in base allo storico dei nostri ascolti o acquisti. E che si ricorda tutto. Anche di quella volta che abbiamo ascoltato Occidentali’s Karma un’ora di fila. E infatti eccolo lì, Gabbani, un gradino sotto Rosalìa nella mia release radar di Spotify. Lo stesso algoritmo che proviamo maldestramente a ripulire se un giorno, presi da un attacco di nostalgia, riascoltiamo tutto Millennium dei Backstreet Boys.

Ma l’algoritmo non si inganna, arriva puntuale a ricordarti chi sei e ti costringe a combattere un’altra guerra oltre a quella contro il virus: quella per rimanere cool. Il lato migliore anche in pigiama e inglobati dal divano di casa. Quello del «non mi lavo da una settimana ma, tra una zaffata d’ascella e l’altra, ascolto Childish Gambino». E invece no, ascolti anche Ricominciamo di Pappalardo o Roma Bangkok. Anche solo per essere pronto per la prossima balconata.

Come dicevamo poco sopra, fuori c’è una guerra. C’è gente che sta male, che muore, che ha paura. L’unica soluzione è quella di rimanere a casa e sperare. Se proprio dobbiamo, almeno facciamolo da persone libere. E non nascondiamoci se, tra un film di Xavier Dolan e l’altro, ci scappa anche una puntatina del GF VIP. Il catfight tra Valeria Marini e Antonella Elia è forse meno avvincente di Parasite? Forse. Ma i tempi sono già duri, cerchiamo almeno di passarli facendo quello che ci fa stare bene. Trilogia di High School Musical compresa (dico per un amico!).

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