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Alla fine anche Elon Musk è diventato un papà influencer

Ogni cosa è content, pure i bambini. Anche Musk ha cominciato a usare i figli come oggetti di scena per distrarre dalle azioni del Governo statunitense. E c’è di mezzo l’algoritmo
(da USA) Elon Musk

Foto: Jim Watson/AFP/Getty

L’11 febbraio scorso, quando Elon Musk è apparso nello Studio Ovale insieme al presidente Donald Trump per discutere dei suoi recenti tagli dei fondi federali, c’era con lui il figlio di 4 anni X Æ A-Xii, meglio conosciuto al mondo come X. «Un bambino fantastico», ha detto Trump, «un individuo con un alto quoziente intellettivo». X, dal canto suo, aveva altri programmi. Lo si è sentito sussurrare a Trump «devo fare pipì», mentre il padre parlava. Musk, che è un funzionario governativo non eletto, ha poi definito la burocrazia un «quarto ramo governativo non eletto», mentre il figlio si strofinava gli occhi. Le reazioni alla conferenza stampa si sono concentrate su quanto sia carino X, con i commentatori online che si sono soffermati su di lui.

Non è una coincidenza che Musk, un «funzionario statale speciale» a capo del Dipartimento per l’Efficienza del Governo (il DOGE), abbia portato X nello Studio Ovale. Musk è padre di 12 figli (tanti sono quelli ufficialmente noti) e si prodiga per la causa del pronatalismo, un movimento che propugna la convinzione secondo cui avere molti figli non solo sarebbe un obbligo sociale, ma anche una necessità per la sopravvivenza della società. Secondo Musk, il calo delle nascite è «non solo una crisi, ma LA crisi» e lui, facendo sempre più figli, sta contribuendo a salvare la società dal collasso. In più, accompagnando il padre al lavoro, X ha agito sia da scudo di fronte ai giornalisti, sia come estensione del brand di Musk.

La presenza del bambino nello Studio Ovale va considerata in relazione al quadro generale. «La vedo come parte dell’evidente propaganda di regime dell’amministrazione Trump. Sono molto, molto concentrati sull’immagine e il “programma pro famiglia” rientra in questo ambito», dice Emily Armick, ex consigliere del leader della maggioranza in Senato Chuck Schumer, nonché autrice del bestseller Democracy in Retrograde. Quando Musk porta il figlio in un ambiente di lavoro, il bambino diventa un oggetto di scena, «per distrarre dal danno palese che sta cercando di infliggere al governo degli Stati Uniti e al popolo americano».  L’apparizione di Musk con il figlio è arrivata proprio nel mezzo di una raffica di notizie, tra cui quelle relative al taglio dei fondi alle agenzie federali che hanno indagato sulle sue aziende e quelle sui suoi conflitti d’interesse che la senatrice Elizabeth Warren definisce grandi quanto l’Everest.

«Non c’è nulla di casuale», ha detto Jo Piazza, autore e conduttore di Under the Influence, un podcast che analizza il ruolo degli influencer nella società. «È evidente che Elon Musk sta cercando di sembrare più umano, perché in questo momento lui è una delle figure più odiate d’America. Fa esattamente come un genitore influencer che usa il proprio figlio per consolidare il proprio brand e attirare l’attenzione». Quando Musk è nello Studio Ovale con il Presidente e suo figlio piccolo, sta palesemente promuovendo il suo marchio, come fanno gli influencer e i creator che si avvalgono dei loro figli e del loro status di genitori per produrre contenuti e ottenere visualizzazioni, fama e sponsorizzazioni.

Nel mondo dei genitori influencer, tutto può diventare un contenuto e ogni interazione con un bambino è una chance per promuovere il tuo brand. Anche una riunione di lavoro può essere trasformata in un contenuto, come Musk ha fatto con X nello Studio Ovale. E sembra avere funzionato: i video e gli scatti di X sono diventati virali e, per un momento, l’attenzione si è concentrata sul figlio di Musk e non sui suoi tagli sconsiderati ai finanziamenti federali o sui suoi conflitti d’interesse. A un certo punto, Musk ha preso il figlio sulle spalle. In un altro momento, è parso che il bambino si scaccolasse e si pulisse sulla scrivania presidenziale. Poi X ha appoggiato la testa sulla scrivania, suscitando paragoni con una foto famosa di John F. Kennedy Jr. e suo padre, anche se il padre di X, Musk, non è Presidente e neppure un funzionario eletto.

Come ogni buon genitore influencer, Musk sa sempre quale bambino scegliere. I bambini di 4 anni sono oro colato per gli algoritmi che regolano la vita di un influencer. L’algoritmo privilegia i contenuti con neonati e bambini piccoli, che in genere ottengono risultati migliori rispetto a quelli con ragazzini più grandi. «Credo che Elon Musk, in particolare, sappia molto bene come adeguarsi a questi algoritmi», ha detto Piazza. «Ha scelto il bambino che gli avrebbe portato più vantaggi in quella situazione».

Mush ha portato X anche al Super Bowl, alle riunioni del Campidoglio e a Mar-a-Lago. Aspettatevi di vederlo con il padre in altre riunioni e conferenze stampa, perché come ogni genitore che cerca di sfruttare la vita dei propri figli per avere contenuti e una migliore reputazione, Musk non ha intenzione di rinunciare a una cosa che funziona.

Da Rolling Stone US.

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