Blake Lively, Justin Baldoni, e la nostra eterna voglia di andarci sotto | Rolling Stone Italia
won't end with us

Blake Lively, Justin Baldoni, e la nostra eterna voglia di andarci sotto

Le cause e contro-cause tra gli attori di 'It Ends With Us' avrebbero potuto essere solo l'ennesima scaramuccia tra boni. Invece sono diventati un caso mediatico, complici TikTok, l'antipatia pubblica di Lively, e gli addominali di Baldoni

Blake Lively, Justin Baldoni, e la nostra eterna voglia di andarci sotto

Blake Lively e Justin Baldoni in ‘It Ends with Us – Siamo noi a dire basta’

Foto: Nicole Rivelli/Sony Pictures

La scena è sempre la stessa: due boni litigano tirandosi i piatti addosso. Di solito succede nei casi di divorzio, quando invece la coppia non può scoppiare perché non è mai esistita, abbiamo Blakedoni (crasi tra due cognomi), ennesimo celebrity gate tra il regista e protagonista maschile di It Ends With Us, Justin Baldoni, e la sua co-star femminile, Blake Lively.

Se il vostro algoritmo TikTok vi ha già trascinato nella tana del Bianconiglio, sentitevi liberi di chiudere questa pagina. Altrimenti, tanto per cominciare, una timeline.

Justin Baldoni è un regista, attore e produttore (la sua casa si chiama Wayfarer Studios). Sollevatosi dal sottobosco dopo il suo breakthrough role nella serie Jane the Virgin, andata in onda dal 2014 al 2019, il suo debutto alla regia avviene nel 2019 con A un metro da te, teen drama su due adolescenti affetti da fibrosi cistica. Attenzione verso temi sociali che Baldoni ha riportato anche nel podcast Man Enough, co-condotto con la giornalista e autrice Liz Plank e Jamey Heath, suo socio ai Wayfarer Studios e produttore musicale, dove si trattano temi riguardanti la mascolinità tossica e il ruolo degli uomini nella società contemporanea.

Baldoni è sposato con un’attrice, Emily Baldoni, con cui ha due figli. Sui rispettivi profili social, i Baldonis si mostrano come la famiglia perfetta: solari, entusiasti, felici. Con le loro difficoltà, i momenti di stress, ma sempre con la giusta gratitudine per superarli. Soprattutto, però, Justin Baldoni è un bell’uomo, anzi, è proprio sexy. Non importa nemmeno che lo dica io, perché il discorso online fa abbastanza rumore in merito. Ci torneremo.

Dall’altra parte c’è Blake Lively con il marito Ryan Reynolds (non credo abbiano bisogno di presentazioni): anche qui, due bombshell. Solo che, per ruoli interpretati nel tempo, risposte date in alcune interviste, e testimonianze “trapelate” da ex colleghi di set, i Reynolds sembrano tutto il contrario dei Baldoni: primedonne, antipatichini, spocchiosetti. Biondi, in più. Un disastro.

I guai infatti iniziano quando Baldoni, e Wayfarer insieme a lui, decidono di comprare i diritti di adattamento per il romanzo di Colleen Hoover It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, caso editoriale nato su TikTok (siamo nel 2019). La mossa rientra nel personaggio: la storia del romanzo segue le vicende della giovane donna Lily Bloom, con alle spalle una famiglia violenta e disfunzionale e il desiderio di aprire un negozio di fiori e ricominciare con la sua vita. I guai iniziano quando Lily incontra il chirurgo trentenne Ryle Kincaid: i due si piacciono, forse vogliono cose diverse, però si frequentano e si innamorano. Ben presto, però, Ryle rivelerà un lato violento che attiverà la “spirale generazionale” di violenza in cui Lily si sente imprigionata. Complice una vecchia fiamma della ragazza, starà a lei spezzare il ciclo e riprendersi la sua libertà.

Fast forward, e Lively sta facendo causa a Baldoni per molestie sul luogo di lavoro. Un passo ancora più avanti, e Baldoni fa causa a lei e al marito per 400 milioni di dollari, aggiungendoci una causa da 250 milioni di dollari per diffamazione contro il New York Times. Meanwhile, una clip di backstage messa in circolazione dal PR team di Baldoni divide internet. Come diavolo siamo finiti qui?

È il 2023: Lively viene confermata nel ruolo di Lily Bloom a fianco di Baldoni, che interpreterà Ryle. Stesso anno: la produzione del film viene rallentata a causa dello sciopero SAG-AFTRA. Le riprese ricominciano a gennaio 2024. Nove agosto 2024: It Ends With Us esce al cinema. Durante il tour di promozione, Lively e Baldoni non si vedono quasi mai insieme. Nel frattempo, ai detective dell’online basta una rapida ricerca nella barra dei follower e dei seguiti di Instagram per notare che i due non si seguono su Instagram (trucco sempre utile da tenere a mente nella propria vita privata). Buffo. Notano inoltre che molti membri del cast e della troupe del film seguono Lively, ma non Baldoni. Intanto, anche Hoover sembra prendere le distanze da Baldoni.

Le voci girano: Baldoni ha fatto body sharing a Blake Lively? L’ha baciata troppo lungamente in scene in cui non era previsto? Ryan Reynolds si è impicciato troppo degli affari della produzione? Sta di fatto che il regista assolda il team di crisi che aveva seguito Johnny Depp lungo il processo contro la ex moglie Amber Heard, al capo del quale si trova Melissa Nathan.

Blake Lively, dal canto suo, sembra preferire far pubblicità alla sua linea di prodotti per capelli che a It Ends With Us. Durante le interviste, lei in primis non parla del tema della violenza di genere contenuto nel film. La simpatia collettiva si volge a sfavore dell’attrice. La giornalista norvegese Kjersti Flaa condivide uno stralcio da un’intervista condotta a Lively nel 2016, in cui, in risposta a un commento vezzoso sul “little bump” dell’attrice (il baby bump, ovvero la pancia di una donna incinta, cosa che Lively era al tempo), le viene rivolto un “congratulazioni per il tuo pancino”. Solo che Flaa non era incinta.

The Blake Lively interview that made me want to quit my job.

Ventun dicembre 2024: Blake Lively fa causa a Justin Baldoni per molestie sul luogo di lavoro (trovate un riassunto della prima parte della vicenda legale qui). Too long, didn’t read? Lively accusa Baldoni di aver improvvisato scene di intimità fisica, di fatto violando il suo spazio sicuro sul set approfittando del suo potere in qualità di regista. Il giorno dopo, il New York Times pubblica un articolo in cui si parla di una campagna PR volta a “sotterrare” Lively e la sua reputazione, la quale sarebbe stata orchestrata dal team di Baldoni. Baldoni viene scaricato dal suo agente. Molte celebrities (tra cui Amber Heard) si schierano a favore di Lively.

Il 24 dicembre, Plank lascia il podcast di Baldoni. Il giorno di Natale, la ex pubblicista di Baldoni gli fa causa per non aver onorato il loro contratto. Primo gennaio 2025: Baldoni fa causa al New York Times per 250 milioni di dollari. Lively risponde con una contro-causa. Diciassette gennaio: Baldoni fa causa ai Reynolds per 400 milioni di dollari.

Arriviamo a pochi giorni fa, quando compare online una clip di backstage in cui si vedono Lively e Baldoni in una scena poi mutata del film: è il momento dell’innamoramento dei loro personaggi, e durante le riprese i due tirano in due direzioni diverse. Lively cerca la distanza, suggerendo di parlare. «È più romantico», dice. Baldoni, invece, preferirebbe scambiare qualche effusione fisica. Solo che non sono state concordate prima nello script (se ne vede uno stralcio come prova), né discusse con l’intimacy coordinator del set. I due sembrano tranquilli. Lively sorride. I due scherzano sui reciproci partner.

È una tecnica rodata, quella di sorridere e lasciar correre, sperando che all’altro passi. È forse il primo metodo di difesa a cui le ragazze prima, le donne poi, fanno ricorso quando si trovano in una situazione sgradevole ma che non sta ancora diventando di pericolo. Potremmo discutere di cultura, di rapporti di potere, ma tant’è.

Non lo penso solo io: interpellata sul tema dall’Hollywood Reporter, l’intimacy coordinator Mia Schachter ha descritto le mosse di Lively come appeasement, tattica di conciliazione. Si vede che non hanno parlato della possibilità di far baciare i personaggi in anticipo, analizza. Non capisce come il team di Baldoni possa portare quella prova a favore delle sue buone intenzioni, in quanto Schachter vi legge un abuso delle dinamiche di potere tra regista e attrice per forzare la scena in una direzione non pre-approvata (Blake Lively lasciò il set di It Ends With Us, rientrandovi solo dopo aver fatto firmare a Baldoni un accordo che prevedeva l’esclusione di certi comportamenti legati alla sera del fisico e della sessualità).

Ma questo è il pane dei tribunali. Quello del popolo lievita a suon di gossip, TikTok, antipatie. E ha portato la larga parte della rete a schierarsi con Baldoni, contro Lively, bollata come la reginetta antipatica che finalmente è stata smascherata nei suoi capricci, beccandosi quello che si meritava (il riassunto potrebbe essere questo).

@celebs132 #ryanreynolds #blakelively #viral_video #foryoupagе #trendingvideo #Fyp #USA #News ♬ original sound – celebs132

C’è chi dice che Reynolds abbia messo le mani sul film, che abbia scoperto una romance clandestina tra Lively e Baldoni; che Baldoni abbia rifiutato le avance di Lively (e infatti intanto la moglie e la madre, Sharon Baldoni, forniscono il loro supporto sempre a mezzo social).

 

 
 
 
 
 
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Sono riemersi video di vecchi set, in cui ex co-star di Reynolds e Lively li accusano di essersi lasciati andare a gesti di (semi-)violenza fisica off script.

@stephwithdadeets Replying to @gabs-gossip☕️ Ryan has Rubbed off on Blake. So they can improvise and assault their co-stars because “it was appropriate for the character”??? 🤔 #ryanreynolds #blakelively #exposed #amityvillehorror #asimplefavor #justinbaldoni #lawsuit #greenscreen ♬ original sound – Stephanie Tleiji

@beladiscovers.store #viral #fypシ゚viral #foryou #blakelively #leightonmeester #fy ♬ original sound – Beladiscovers

Impazzano gli stralci di interviste in cui Blake Lively fa Blake Lively: risponde male e se ne frega alla grande. Altre (il femminile è voluto) supportano Emily Baldoni, «a strong and beautiful woman» capace di stare accanto al suo uomo anche nei momenti di difficoltà.

@entrevistadosfamosos Ela é a celebridade mais desprezada do momento…. #blakelively #entrevistadetrabajo #rude #atriz #polemica #polemicas #filmeseseries #noticiastiktok #cinefilos #credo #eitabbs ♬ 3 Minutinhos Pique Arrochadeira Pra Dancinha – DJ Jeffin & RITMO CARIOCA

@valiaontiktok “So we’re together now?” -Blake #blakelively #justinbaldoni #itendswithusdrama #satire #fyp ♬ original sound – valiaontiktok🪆

Il video più gustoso, poi cancellato dall’utente, è stato caricato da una cuoca che ha lavorato al catering di uno dei set di Lively. La donna, con tono piuttosto inviperito, la accusava di essere una menefreghista scorreggiona, nel vero senso della parola. Sì, Blake Lively avrebbe ruttato e scoreggiato ripetutamente e rumorosamente sul set.

 

 
 
 
 
 
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Dico femminile perché, l’avrete capito, questi commenti arrivano quasi esclusivamente dalle donne. Loro a dare contro alla “sorella” Lively, loro a prendersi una rivalsa a lungo rimuginata contro la più bella, la più spiritosa, la più sexy della classe, finalmente caduta in fallo anche se non si capisce bene perché. Lo sappiamo, l’abbiamo già visto: la stessa cosa, anche se con un caso di dinamiche ben diverse, era successa proprio nel caso Depp vs Heard: come se la comunità femminile volesse epurare la pecora nera; chi mina la credibilità del gruppo; chi mette in difficoltà gratuitamente, sembra vogliano dire, gli uomini.

Solo timidamente si affaccia una seconda campana, quella che ricorda che anche Baldoni avrebbe qualche scheletro nell’armadio. E che, se nel caso di Lively si tratta, eventualmente, di comportamenti sociali sgradevoli, il regista sarebbe già passato attraverso le maglie della legge, uscendone sempre scagionato. In tutto questo, io non riesco a pensare ad altro se non: oh, ma la Emily Baldoni, ma quanto assomiglia alla Blake Lively?

@carlyatx Blakedoni 2025 has my full attention. #blakelively #justinbaldoni #itendswithus #celebrity #comedy #public #drama #fyp #obsessed #2025 ♬ original sound – Carly

L’unica verità sul caso sarà, come sempre e com’è giusto che sia, quella giuridica. Ce n’è però un’altra, che possiamo formulare anche senza il bisogno di allargare il campo e andarci a lambiccare le meningi sulle conseguenze della seconda nomina di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti, né sui riflussi evidenti della cultura woke, esperimento di cui proprio i suoi primi attuatori, gli Stati Uniti, stanno decretando il fallimento. Una verità che parla un po’ di chi siamo come collettività.

Se infatti il processo spettacolarizzato Depp vs Heard ci aveva confermato di essere tutti dei guardoni affamati di intrattenimento, il Blakedoni, campagna PR o meno che sia (per un bagno di realtà lascio la parola a questo assennato pezzo di Variety), parla di noia in un’altra chiave, ma sempre sulla stessa partitura. Abbiamo una voglia incredibile di andarci sotto, di trovare anche solo il più microscopico filamento a sostegno delle nostre convinzioni intime, scabrose, quelle che usiamo per le battutacce con gli amici. E appena sentiamo questo potere, tac, ubriacati. Corriamo nel nostro bar preferito, che non sta sotto casa ma dentro al cellulare, e come dopo esserci calati quattro medie chiare, diamo aria alla bocca.

Io spero solo che questi due boni smettano di litigare, specie perché, se non fossero così boni, probabilmente non fregherebbe niente a nessuno (del grande pubblico). Quello che abbiamo: un maschietto troppo abituato a prendere le cose per garantite o a scaricare la colpa su una donna che non ha saputo, nel momento puntuale, formulare chiaramente il suo bisogno per una serie di ragioni. Come se fosse dir poco. E una donna che, un po’ per condizionamento sociale, un po’ forse per incredulità davanti a un comportamento che giudica privo di senso, imbocca automaticamente la strada che le hanno insegnato condurre a un approdo sicuro, per sé e la sua carriera: lascia passare, ché tutto passa. 

Invece niente passa, figurarsi la nostra sete di gossip. Ma sì, andiamoci sotto ancora una volta, che differenza fa. Solo che, poi, non prendiamoci male se qualcuno si mette a prendere in giro le inoppugnabile argomentazioni “Blake è antipatica, guarda che uomo di famiglia è Justin”, o al contrario. Succede spesso di giudicare di pancia, e quando succede, a starci antipatica è sempre la donna. Gli uomini non stanno antipatici, gli uomini sono eccessivi, crudeli, mal socializzati e tante altre cose, però mai antipatici. Forse non sarebbe male, tenercelo a mente. Tanto, da aspettare ne abbiamo: la data della prima udienza del processo è stata fissata per il 9 marzo – 2026.