1. La raffigurazione di Dante con l’abito e il copricapo rossi è puramente convenzionale in quanto l’Alighieri per tutta la vita girò vestito da carabiniere.
2. Dante si innamorò di Beatrice quando lei aveva 5 anni e lui 41. I due si sposarono, ma, per ovvie ragioni anagrafiche, dovettero attendere diverso tempo prima di consumare il matrimonio, precisamente quattro lunghissimi anni.
3. Inizialmente, gli animali che incontra fuori dalla selva oscura avrebbero dovuto essere un elefante, un rinoceronte e una giraffa ma la produzione si rifiutò.
4. Nella prima stesura della Commedia la figura femminile centrale era Fiorenza Scarmigliati, una meretrice di Signa. Lei e Dante poi litigarono per una “questione di ringhiosi pompini” e lui la sostituì con Beatrice. Al posto di Virgilio invece compariva Capocchio Scurati, un amico d’infanzia di Dante che ricopriva il ruolo di spalla comica, tipo Groucho in Dylan Dog.
5. In una copia apocrifa della Commedia tra i vari gironi ce n’è uno con la squadra di calcio dello Shakhtar Donetsk.
6. Per Dante Firenze è marcia, Pisa è orrenda, Genova è da buttare giù. Come città gli piace solo Pinarella.
7. Non tutti conoscono il fatto che Dante, arrivato alle porte del Paradiso, si liberi di Virgilio lanciandolo in fossato.
8. Michela Murgia l’ha definito il genitore 1 della lingua italiana.
9. Grande cultore dell’astronomia, era tuttavia sostenitore del geocentrismo nonché convinto di vivere su Alpha Centauri.
10. “Ho girato mezza Italia senza mai perdere la dignità”, dichiarò una volta alla Corte Scaligera mentre completamente nudo faceva suonare delle nacchere attaccate agli alluci.
11. Per fare lo spiritoso, l’Alighieri si presentò alla Battaglia della Lastra con una radiografia.
12. Né l’Imperatore, né Cangrande, né Uguccione della Faggiola: il Veltro della celebre profezia è semplicemente Alessandro Bianchi, ex Ministro alle Infrastrutture del Governo Prodi.
13. In una prima stesura della Commedia, nel Limbo non c’erano i bambini non battezzati ma quelli non diplomati geometri.
14. Diverse parole ed espressioni inventate da Dante sono poi entrate a far parte del linguaggio comune. Qualche esempio: “Quisquilia”, “Fatti non foste a viver come bruti”, “Cosa fatta, capo ha”, “Autolavaggio” e “Non c’è cosa più divina che calzar la nipotina”.
15. Intervistato al Tg3 in occasione del dantedì, il professor Piero Dorfles ha dichiarato: “Sì bella la Divina Commedia, ma vuol mettere Cattivik?!”. Poi ha colpito l’intervistatore con un enorme martello e si è dileguato nella notte.
16. I versi finali della Divina Commedia contengono una delle rime baciate più sublimi della storia della letteratura italiana: “ma già volgeva il mio disio e ’l velle / sì come rota ch’igualmente è mossa / l’amor che move il sole e l’altre stelle”. Pochi sanno che prima di scegliere “stelle” Dante aveva considerato altre opzioni. Nello specifico: “donzelle”, “mammelle”, “tabelle”, “trivelle”, “crespelle” e “profilati estrusi d’alluminio a elle”.
17. La filodiffusione all’Inferno prevede la riproduzione di Momento perfetto di Ghemon per l’eternità. In Paradiso c’è Ora di Aiello in loop. E in Purgatorio? Presto detto: Avincola!
18. Ebbe un dissing con Jacopone da Todi risoltosi a suo favore grazie al vecchio trucco old school di far trucidare l’avversario a coltellate all’uscita di un night club.
19. Forse non tutti sanno che molti canti tappabuchi della Commedia sono infarciti di pubblicità occulte inserite dal Poeta su commissione di esercenti, al tempo, particolarmente famosi. Qui un esempio dal Canto XXI del Purgatorio:
“Ma ‘l lampredotto meglio è di Giannino
Che è sito propria a fianco a san Lorenzo
E ‘l core mio desia quel baracchino”
20. Da alcune fonti dell’epoca pare che attese spasmodicamente per tutta la vita l’uscita di Batman di Tim Burton del 1989, tutto questo senza sfiorare minimamente l’idea concreta dell’avvento della tecnologia cinematografia, con relativi annessi e connessi, ma nemmeno dell’invenzione del fumetto, e del supereroe in questione. Semplicemente, dal puro nulla, se ne usciva con considerazioni tipo “madonna ma quando vien fuori il Batman del Burton? Ho una tal fregola di vederlo…” E a chiunque gli chiedesse il significato di quelle criptiche frasi, facendosi improvvisamente sinistro, rispondeva “…danzi mai al tiepido plenilunio amico carissimo?” citando il tormentone del Joker di Nicholson nel film, con quasi 800 anni di anticipo, e peraltro pure male. E poi? Rideva forte buttando la testa all’indietro. Chiaro che non si faceva benvolere.
21. La non particolarmente raffinata barzelletta col demone infernale che vuole sodomizzare Dante, questo che gli risponde “Ma cosa fa? Io sono Dante!” E il demone che a sua volta risponde “Dante o ricevente non mi importa, mo’ ti inculo!” è del Petrarca.