Marziani.
Esseri extraterrestri che, lo dice la parola stessa… siete veramente “extra”!!!
Abitate in pianeti lontani, magari di altri sistemi solari, questi ultimi collocati addirittura in realtà parallele rispetto alla nostra amata Pinarella di Cervia. Molti esperti sostengono che da diversi lustri avete ormai esaurito le risorse minerarie e vi servono quelle terrestri. Autorevoli ufologi pensano che siete buoni, che verrete sulla terra per proporre un’alleanza: agli umani la tecnologia avanzata, a voi il quarzo. Altri invece sostengono che siete cattivi, addirittura perfidi, che ucciderete col laser, col radar e soprattutto col sonar per avere gli orologetti al quarzo dati in regalo a Porte Aperte alla Renault. A latere: ma davvero anche nella vostra realtà parallela c’è il quarzo? Quando si dice le cose!
Tuttavia, prima di indulgere in queste supposizioni è il caso di chiedersi: i marziani esistono davvero o sono solo frutto di fantasia? Ci sono diverse persone nel mondo che dichiarano di aver avvistato dei marziani, addirittura alcuni hanno avvistato Dei marziani. Notare che molte di queste persone sono calzolai col gilè e gli occhiali col laccettino, quindi soggetti ad altissima affidabilità.
Tuttavia Massimo Polidoro, il barbetta del CICAP, ha recentemente svelato l’inghippo: questi individui non avevano visto degli UFO, ma solo dei semplici portauovo, magari appoggiati ad orario colazione sul tavolo del tinello di casa propria.
Infatti il caso vuole che i testimoni di avvistamenti marziani siano quasi tutte persone che, nell’infanzia, hanno imparato le prime parole sull’abbecedario Gramaccioni della Brocchi Editore, che per un errore di stampa vedeva invertiti i termini “portauovo” e “marziano”. Praticamente veniva mostrata l’immagine di un portauovo, ma sotto c’era scritto “marziano” e viceversa. Tutto a causa di uno scherzo di Gramaccioni a Brocchi, reo di avergli rubato un recinto regalatogli da una lontana zia. Alcuni dei bambini che avevano imparato quelle associazioni su quell’abbecedario, non si erano accorti dell’errore neppure crescendo, visto che poi quelle parole non le avevano più sentite pronunciare da altri. Questo perché magari, mentre il babbo a tavola diceva alla mamma “passami il tuo portauovo che ti ci metto esso: l’uovo”, il soggetto stava sbadigliando e quindi aveva le orecchie tappate. Oppure mentre la mamma diceva: “in questa casa a volte mi sento un po’ una marziana, era meglio la setta della Hunziker”, il figlio stava ascoltando in cuffia le canzoni di Gary Glitter. E così è stato per tutta la vita, ogni volta che venivano pronunciate quelle parole. E se una di quelle parole era scritta su un manifesto: niente, c’era un camioncino della Lasonil parcheggiato davanti. Usciva al cinema un film sui marziani? Il soggetto nella stessa multisala si faceva strappare il biglietto per un’almodovarata d’accatto. Un musicista indie di nome Avincola scriveva una canzone d’amore sui portauovo e la presentava in un locale del Pigneto? Purtroppo in quel momento il soggetto era in vacanza a Mykonos con alcuni parrucchieri. È chiaro poi che nel momento in cui un giornalista di una rivista scandalistica si trova davanti ad uno che afferma con naturalezza “sì, ho visto un marziano”, non sta poi a spaccare il capello per sapere il perché e il percome. Roberto Alessi si prende lo scoop, si aggiusta il ciuffo e via andare.
È quindi per l’indole permalosa di Gramaccioni e il poco zelo di tanti giornalisti, che crediamo nell’esistenza dei marziani e ne abbiamo così tanta paura. E a forza di temerli abbiamo sottovalutato i portauovo, che invece ci appaiono sempre tanto innocentini!
Ma Massimo Polidoro ha dimostrato scientificamente che non è affatto così. Ha preso un portauovo Guzzini in vetro soffiato, l’ha inserito in una macchina per l’accelerazione centripeta (ad alta pressione barica) e l’ha fatta girare fino a che il vetro non si è ridotto in polvere. Quindi ha preso quella polvere e l’ha aggiunta a del semolino, che poi ha imboccato ad un bambino del Darfur prestatogli da Oliviero Toscani, di quelli con le braccine, il pancione, gli occhioni e le mosche carnarie. Quest’ultimo si è accasciato alla terza cucchiaiata, poi andato in coma ed è morto venti giorni dopo sbranato da una pantera. L’assioma scientifico a cui è giunto Polidoro è che se i portauovo fossero davvero inoffensivi, magari quel bambino a quest’ora era alle giostre.