Davvero siamo già pronti per il ritorno di Jonathan Majors? | Rolling Stone Italia
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Davvero siamo già pronti per il ritorno di Jonathan Majors?

Dalle accuse di molestie dell'ex Grace Jabbari nel 2023, alla riabilitazione da parte del mondo del cinema quest'anno, con un nuovo film. Un riassunto della vicenda attorno all'attore e sul suo significato nella temperie culturale di oggi

(da USA) Jonathan Majors

Jonathan Majors

JC Olivera/'Variety'/Getty Images

Nel Marvel Cinematic Universe, film e serie si intrecciano per raccontare storie di eroi epici nati dalla polvere, battaglie combattute per amore e genesi di personaggi malvagi che si svolgono nell’arco di decenni, su diversi pianeti e persino su piani spazio-temporali differenti. Forse è proprio questo contesto ad avere trasformato la gogna pubblica della star Jonathan Majors da tipica vicenda con protagonista un attore violento nella storia della potenziale riscossa di un eroe.

Majors, condannato nel dicembre 2023 per aggressione e gravi molestie alla ex fidanzata Grace Jabbari, ha trascorso l’ultimo mese tentando disperatamente di ridare impulso alla propria carriera. Siamo entrati in una nuova era culturale, che ha visto l’ascesa del movimento #MeToo e il rifiuto della cultura dell’annullamento. Majors però vuole rilanciarsi in un’industria dell’intrattenimento che ha affrontato tutti questi problemi senza trovare una vera soluzione, forse pensando che un buon blitz mediatico e un’interpretazione da Oscar gli consentano di tornare alla ribalta. Ma la domanda è: lui ha fatto anche solo un minimo progresso o cambiamento per meritarselo?

Nel 2022, la carriera di Majors era in ascesa grazie alla partecipazione a vari progetti interessanti come Lovecraft Country, Creed 3 e Magazine Dreams, apprezzatissimo al Sundance. Ma il ruolo più importante per questo diplomato alla Yale School of Drama è stato quello di Kang il Conquistatore, un cattivo del multiverso Marvel che, dopo essere apparso per la prima volta nella serie televisiva Loki e nel lungometraggio Ant-Man and the Wasp: Quantumania, era destinato a essere il cattivone principale dei prossimi progetti cinematografici targati Marvel.
Tutto è cambiato il 25 marzo 2023, quando Majors è stato arrestato a New York, accusato di strangolamento, aggressione e molestie. Lui ha completamente negato ogni addebito. Informazioni più precise, fornite dalla polizia e dagli investigatori, hanno rivelato che la presunta vittima era la trentenne Jabbari, che aveva avuto una relazione con Majors dopo averlo conosciuto sul set della Marvel. In seguito all’arresto, Majors è stato scaricato dall’agenzia di management Entertainment 360 e dalla società di PR The Lede Company, e uno spot pubblicitario da prima serata per l’esercito statunitense, che lo vedeva protagonista, è stato ritirato dalla messa in onda. La Marvel non ha commentato fino al verdetto di condanna di Majors: dopo pochi minuti ha annunciato di avere interrotto la collaborazione con l’attore.

Il processo a Majors ha portato alla luce una relazione violenta e distruttiva tra l’attore e Jabbari. In una causa civile separata, intentata da Jabbari nel marzo 2024 e poi conclusa con un accordo, Jabbari ha descritto un episodio in cui un litigio per la presenza di un’amica a casa è degenerato, con Majors che è diventato violento e ha minacciato di ucciderla. «Majors ha portato Grace in casa, le ha messo le mani intorno al collo dicendo che voleva ucciderla e che l’avrebbe fatto», si legge nella denuncia di Jabbari. «Majors ha poi iniziato a sbattere la testa di Grace contro il pavimento di marmo, strangolandola fino a che lei non riusciva più respirare».

L’attore ha continuato a negare tutto, facendo sapere attraverso il suo team legale di essere vittima di un procedimento legale a sfondo razziale. Prima della sentenza dell’aprile 2024, Majors ha rilasciato un’intervista esclusiva a Good Morning America, affermando: «Le mie mani non hanno mai colpito una donna, mai». Majors è stato giudicato colpevole di aggressione di terzo grado e di molestie di secondo grado, ma ha evitato il carcere accettando una condanna a seguire un percorso di terapia e un programma contro la violenza domestica della durata di 52 settimane.

Ma non molto tempo dopo ha iniziato a gettare le basi per un ritorno sulle scene in piena regola. Nel giugno 2024 ha partecipato a una premiazione indetta da un sito di gossip, durante la quale ha ricevuto il “Perseverance Award” e ha pronunciato un lungo discorso lacrimevole. «Sono imperfetto. Ho dei difetti e li riconosco», ha detto Majors, stando a Variety. È stato poi scritturato per Merciless, un progetto indipendente incentrato su un capo della CIA vendicativo, diretto da Martin Villeneuve e prodotto da Christopher Tuffin. «Viviamo in una cultura che tratta le persone come se fossero usa e getta», ha dichiarato Tuffin al New York Times nel giugno 2024. «Credo che la questione si sia chiusa in tribunale e che lui abbia il diritto di riprendere la sua carriera». Magazine Dreams, abbandonato da Searchlight Pictures dopo l’arresto di Majors, è stato recuperato da Briarcliff Entertainment ed è appena uscito nelle sale statunitensi. E adesso Majors è tornato, concedendo una serie di interviste eclatanti e facendo di tutto tranne che ammettere ciò che l’ha portato a trovarsi in questa situazione.

A marzo, nella sua prima intervista rilasciata dopo quasi un anno di silenzio, parlando con l’Hollywood Reporter, Majors ha raccontato di essersi sottoposto a terapia di analisi e di essersi avvicinato alla fede dopo il processo, cosa che gli ha permesso di rielaborare un trauma infantile irrisolto. «Ho dovuto subire abusi sessuali da parte di uomini e donne fin da quando avevo nove anni», ha detto Majors. «Da persone che dovrebbero prendersi cura di te, in assenza di un padre. Ero fottuto» (Majors non ha parlato di Jabbari o delle sue dichiarazioni sui maltrattamenti). Parlando con USA Today ha anche detto di avere un «sogno e una speranza» per una carriera futura e ha attribuito il merito della sua recente crescita personale alla moglie, Meagan Good, e alla consapevolezza acquisita di avere bisogno di supporto.

Majors vuole una seconda chance, ma non vuole ammettere di aver commesso un reato. Jabbari, durante il processo, presentando prove video ha testimoniato che Majors passava dall’essere affettuoso alla «rabbia», arrivando a lanciare bicchieri e rompere oggetti, minacciando di suicidarsi e innescando in lei un circolo vizioso di colpevolizzazione che l’ha portata a isolarsi da amici e familiari. E non è solo lei a riferire queste cose. Secondo un reportage di Rolling Stone US del 2023, più di due dozzine di fonti affermano che Majors era aggressivo sul set ed è stato violento con le sue partner per tutto il periodo del college e oltre (Majors ha smentito tutto).

Altre due attrici, Emma Duncan e Maura Hooper, hanno dichiarato al New York Times che Majors era fisicamente e/o emotivamente violento. Duncan ha raccontato che, durante una lite, Majors l’avrebbe scaraventata dall’altra parte della stanza, presa per il collo e minacciata di «fare in modo che tu non possa avere figli». Durante il processo a Majors, Jabbari ha letto una dichiarazione in cui sottolineava decisamente di ritenere che Majors fosse «un pericolo per chi lo circonda». «L’unica ragione per cui sono qui è che voglio evitare che faccia del male ad altre persone», ha detto davanti alla Corte. «Non mi darò pace finché non riterrò che non è più un pericolo per nessun altro». Da quando è stato condannato, Majors ha sempre sostenuto di avere «maltrattato il cuore di [Jabbari], non con il suo corpo». E non ha nemmeno replicato al recente articolo di Rolling Stone US riguardante il rinvenimento di un clip audio in cui lui sembra ammettere direttamente a Jabarri di averla strangolata e spintonata. Quando gli è stato chiesto di parlarne, in una recente intervista a Entertainment Tonight, Majors ha evitato la domanda, concentrandosi invece sul futuro della sua carriera: «Sai che ti voglio bene, fratello. Ti voglio bene», ha detto al giornalista, «ma non posso rispondere. C’è ancora molto lavoro da fare».

Gli annali di Hollywood sono pieni di storie di ritorno. E possono fare in modo che un attore, da personaggio caduto nel dimenticatoio, si trovi candidato ai maggiori premi di una stagione, trasformando un periodo di inattività durato decenni in un rilancio della carriera. Anche nel mondo Marvel c’è un esempio del genere: il ruolo di Robert Downey Jr. come Iron Man ha dato una svolta alla sua carriera, precedentemente compromessa dai problemi di droga. L’articolo su Majors dell’Hollywood Reporter cita una serie di attori bianchi famosi che sono passati dall’essere accusati di violenza domestica ad avere carriere solide, tra cui Mel Gibson, Christian Slater e Josh Brolin, che ha interpretato Thanos, il cattivo principale in Avengers: Infinity War ed Endgame. E ci sono vari attori hollywoodiani importanti, come Matthew Mcconaughey, Whoopi Goldberg e Michael B. Jordan, che hanno appoggiato il ritorno al cinema di Majors, dopo la condanna. Ma questi risultati, nonché la possibilità di una nuova scalata alla fama, sono esagerati in confronto allo scarso impegno dimostrato da Majors.

Lui ha definito la sua condanna una «delusione», una «difficoltà» e una «prova» che l’ha reso più forte. Ma non ha mai ammesso di avere alcuna colpa. In effetti non si è mai scusato pubblicamente, forse perché significherebbe ammettere che anche una sola delle presunte aggressioni di cui è accusato era vera.

Il ritorno di Majors sotto i riflettori avviene in un momento chiave. Hollywood al momento è in una fase di regressione, per cui dirigenti e studios che avevano celebrato l’apertura e il coraggio dell’era #MeToo stanno tranquillamente facendo marcia indietro sulle pratiche di condotta. In fondo il popolo ha rieletto a ricoprire la carica più alta d’America un uomo ritenuto colpevole di violenza sessuale e diffamazione. E la cultura dell’annullamento non sembra più una pratica detestabile, ma un concetto mitico; in realtà, i molestatori di alto profilo la fanno franca mantenendo le loro carriere intatte. Un mea culpa certamente non può risolvere tutto, ma lasciare che Majors ignori palesemente ciò che ha fatto per tornare sul grande schermo è un insabbiamento bello e buono.

Majors ha continuato a dichiarare di essere maturato e cambiato, ma l’attore non ha ancora ammesso pubblicamente di aver toccato Jabbari. Non ha nemmeno portato a termine il programma antiviolenza a cui il giudice l’ha affidato. Hopper, una delle donne che hanno accusato Majors di violenza, ha dichiarato all’Hollywood Reporter di non essere convinta di questo nuovo corso. «Non mi interessa molto che esca il suo film», ha detto. «Cosa succede alla fine di un corso antiviolenza di 52 settimane? Le vittime ricevono un resoconto? Come posso sapere se è davvero cambiato? Non vedo traccia di redenzione in questo caso». Quello del recupero non è un falso mito, ma Majors sta anteponendo la carriera e i suoi sentimenti al lavoro vero e proprio che deve fare. Perché non è il momento né il luogo per una narrazione di cambiamento da cattivo a eroe. Si tratta di assumersi le proprie responsabilità. E se il mondo del cinema vuole che le persone siano al sicuro, potrebbe iniziare a non permettere a Majors di riscrivere la storia di questa vicenda.

Da Rolling Stone US

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