Nella hall di un raffinato hotel sanremese, La Sad bofonchiano tra di loro. «Ancora con la prosa di Arbasino! Esornativa, superficiale, tutta lustrini…», sussurra Plant. Intanto Fiks lo rimbrotta «…Tu e le tue letture filistee, come se il gruppo 63 non fosse mai esistito…!». Poi Theo mi nota, indica ai due amici la mia presenza, i tre si scompigliano i capelli e iniziano a urlare ad alta voce «OH FIGA LE CANNE! eh eh eh…».
Geolier mi riconosce, mi si avvicina e mi fa: «Tu sei quello del monologo Napoletanità? Uagliò, mi fa scassare quel pezzo!»
«Ah grazie!»
«Il cartoccetto con lo spago! Maronn’ io e gli amici miei quando ce lo rileggiamo pazziamm’!»
«Ah vedi vedi!»
«Scampia! Il cocktail con gli scampi! Ma cumm’e te vengon’! Sei un genio sei!»
«Ti ringrazio, sei troppo gentile».
«Tu abiti sempre ad Arezzo, vero?»
«Sì sì, sì sì».
«In quella casetta a due piani?»
«Sì sì».
«Con il cancello sempre aperto…».
«Sì».
«Sei un grande, guagliò! Ci vediamo presto!»
Che mito.
Alle interviste arriva Annalisa. Bella come una dea pagana, è seguita da uno stuolo di creature umanoidi incorporee che strisciano, si contorcono e urlano il nome della splendida cantante. «Nali, ma cosa sono quelli?», le chiedo inquietato. «Ma niente Ale, sono dei poltergeist, le proiezioni mentali di quelli che si fanno le… i lavori di mano, diciamolo, pensando a me. Ho parlato con un urologo, dice che può succedere…».
Incontro Gazzelle nella hall e gli faccio: «Oh carissimo, senti qua ‘sta battuta che mi è venuta in mente adesso: ogni mattina, a Sanremo, il cantante Gazzelle si alza e sa che deve correr…».
«Amico, ti interrompo subito: come comico mi fai una pena che mi vien voglia di ammazzarmi».
«Ehi amico, era solo una battuta. Della serie: anche meno».
«No, no, sul serio. Adesso salgo in camera e faccio la Tencata bella. C’ho già la Bodeo di Dylan Dog. Avevo solo bisogno di un’ultima spintarella, ci pensavo da stamattina».
«Ma io…»
«Ma io, questi gran cazzi. Sarai soddisfatto adesso. Bravo Sbigonzio!», mi applaude ironicamente e se ne va.
Sarò poi interrogato dalla questura Sanremese come persona informata sui fatti.
Minimale ed elegante, Diodato in total white al bancone del bar dell’Ariston: «Chi devo fottermi per avere un cazzo di Fernet qua?!».
Castaldo: «Francesco, Filippo, che bello avervi qui!»
Nek: «Gino!»
Renga: «Vecchia quercia!»
Castaldo: «Ragazzi, ve lo devo dire, inizialmente non credevo che fosse un bene per voi mollare con le rispettive carriere soliste e iniziare questo sodalizio, me sembrava un po’… un po’ ‘na robba da carrello dei bolliti! Eheheh…».
Nek: «Gino… ma… In che senso carriere soliste?»
Castaldo: «’A MATTI… le vostre carriere soliste… Laura non c’è… Angelo…».
Nek: «Io davvero non so se sia uno scherzo o siate tutti ammattiti, ma io e Francesco siamo un gruppo da quando eravamo ragazzini. Anzi, voglio rassicurare i fan, Renga e Nek non si separano, hanno sempre fatto musica assieme e non sarà questo penoso tentativo di gaslighting giornalistico a farci smettere!»
Renga: «Controlla un po’ su Wikipedia, vai ad ascoltarci su Spotify… te lo dico, sei il quarto questa settimana…».
Castaldo mette su Spotify una folle versione di Lascia che io sia, il cellulare del giornalista gracchia il pezzo a due voci: «Ma… ma non ci credo, io ero sicuro… dov’è quella originale?»
Renga: «È questa, perdio! È sempre stata questa! La dovete smettere!»
Nek: «Amore, stai tranquillo…» (Nek sfiora le labbra di Renga con un bacio per calmarlo, i due si abbracciano).
Castaldo: «AAAAAAAAAAAAAH!!!»
Conferenza stampa, l’Alfa che non ti aspetti: «La mia Bellissimissima dedicata al rag. Tonna del caso Parmalat».
Fine della serata dei duetti, siamo in un pub. Io e l’amico di sempre Stefano Bollani, stanchi di questo Sanremo, intoniamo le canzoni di David Bowie e Carlo Buti. Da Ziggy Stardust a Giovinezza, da Golden Years a Se Prenderemo il Negus, passando per Faccetta Nera e Life on Mars?. Lui al piano, io (indegnamente) alla voce. Stropicciati, sporchi, sbronzi finiti ma felici come bambini.
E sapete che c’è? La vita è fottutamente meravigliosa. E sono quelle due stelle nere in cielo che ci brillano da lontano a ricordarcelo.
So long, Heroes.