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Le migliori vacanze del futuro saranno tragedie

Così come ci ricordiamo di avere un orecchio sinistro soltanto quando ci fa male, allo stesso modo ci ricordiamo soltanto delle vacanze andate storte. In tempi di low cost e di Airbnb, i tour operator possono sopravvivere solo organizzando di proposito viaggi disastrosi, quindi memorabili.
Photo by Dan Kitwood/Getty Images

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Sabbia bianca, mare azzurro, cocktail freschi, servizio efficiente, compagnia armoniosa, salute invidiabile, che bello cucciola, bacetti. Il Nulla. Una vacanza dalla vita, anticipazione d’eternità. Non sei stato nessuno per nove giorni e sette notti. Impermanenza, pace, vacuità. Tutto così orientale, così saggio, così riso basmati. Riscopriamo un po’ le nostre radici cristiane, cristosanto. La religione della croce, la cultura del martirio. San Sebastiano crivellato come un puntaspilli. Cerchiamo di prenderci almeno una bella salmonella succhiando cubetti di ghiaccio nei posti sbagliati.

Io, per esempio, mi ricordo delle prime vacanze da maggiorenne, quando tornavo regolarmente a casa per le mie tonsille malaticce. Un medico di Lloret de Mar mi guardò in gola, disse estás muy infectado, quindi mi piantò una siringa di penicillina nel sedere, radente al nervo sciatico. Questo me lo ricordo alla grande. Mi ricordo di quando ad Amsterdam ho mangiato tre porzioni di funghetti allucinogeni in due minuti e poi ho creduto di essere il diavolo. Mi ricordo della mia vacanza di laurea, quando mi sono esplosi gli attacchi di panico, ho smesso di dormire e di magiare e ho bevuto 13 bottiglie di rum Old Brigand in quattro giorni. Mi ricordo di Parigi, del maldestro tentativo di infilarmi in un night, scoperto dalla mia fidanzata di allora, e della promessa di buttarmi nella Senna se mi avesse lasciato.
Queste sono vacanze come Dio comanda. Questi sono ricordi. Questa è vita.

Consiglio quindi ai tour operator di accordarsi con le compagnie aeree per abbassare le mascherine di ossigeno nel bel mezzo dell’Atlantico. Vuoi mettere col carrello dei profumi duty free. Tu te ne stai lì a ruminare pasta scotta e di punto in bianco pensi che potrebbe essere l’ultima della tua vita. Che buona, quella pasta scotta. E chi se la scorda più. Roba da conversioni, roba da in fondo Dio ti ho sempre amato.

Consiglio di incentivare l’allevamento di ratti nelle pensioni. Roditori che scorrazzano sotto il letto, che sguazzano nella tazza del water, che squittiscono nel silenzio notturno. Il servizio funziona meglio in alta stagione, col tutto esaurito, o in luoghi isolati: quando i turisti non possono ripiegare su altre strutture. Coppie che litigano. L’hai scelta tu. Il solito bugiardo, sei stato tu. Coppie alla resa dei conti, anni di non detti e rabbie represse che esplodono grazie ad antichi mammiferi che non superano i 500 grammi. Il facile animalismo da gattini di Instagram rivela la sua natura di simpatia per le bambole di pezza. Coppie che scoprono lì di odiare il brulicare e zampettare, gli animali, la vita. Schiaccialo schiaccialo! Voilà la donna che hai sposato. La crudeltà c’era sempre stata, ed eccola lì in bella mostra, finalmente, in punta di piedi sul materasso. C’è qualcosa di più memorabile di un divorzio?

Non si dimentica nemmeno un gesso. Se puntellare il terreno attorno a bungalow e villette con buche e dislivelli non fosse sufficiente, si può sempre assoldare uno spezzapollici che si introduca nottetempo nella stanza e con un maglio, in stile Misery non deve morire, spacchi le caviglie al maritino. Non era lui l’uomo tutto d’un pezzo? Eccolo lì, il fenomeno, che implora per del fentanyl. Una pietra miliare nel vostro rapporto. Da oggi in poi, amica mia, non cederai più: appena si sarà rimesso, il cane al parco ce lo porterà sempre lui. E la bellezza di un pronto soccorso caraibico. Ustioni da medusa, abrasioni da scogli, code ora sudaticce ora gelate per una barbara aria condizionata, così poco italiana, così autoctona. Facce tristi, offese col destino, facce di chi non ha capito che è quella la vera vacanza, perché la vacanza dovrebbe essere essenza di vita, distillato di esistenza, cioè dolore gratuito.

E poi ci sono decine e decine di memorabilissime malattie da diffondere tra un aperitivo e l’altro, morbi da vaporizzare nelle docce sensoriali, da spruzzare nei mojito, da inoculare durante le pennichelle sotto il sole. L’Africa subsahariana potrà vivere una riscossa turistica. Il tifo e il suo ittero che vi fa la carne di topazio. Broncopolmoniti nel grande nord, per raccontare ai nipoti l’efficienza degli ospedali e dello stato sociale scandinavo. Pidocchi vietnamiti e piattole tailandesi. Malanni che sono in grado di trasformare perfino il turista, questo essere umano che ha rigurgitato il frutto della conoscenza del bene e del male, in una creatura che riflette sulla tragicommedia dell’esistenza.

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