Per un imperdonabile distrazione, nella precedente stesura abbiamo scritto “tose” invece che “butele”. Lo correggiamo ringraziando chi ce lo ha fatto notare.
Alberto Piccinini: Tanto alla sinistra non resta che parlare di moda. Hai visto la foto di Aboubakar Soumahoro davanti a Montecitorio sotto la pioggia, col pugno alzato, giacca e cravatta stretta, gli stivali verdi dei raccoglitori di pomodori ai piedi? Un po’ Gucci, un po’ Steve McQueen (l’artista), no? Ho pensato che sarebbe una grande copertina per un disco di conscious rap tipo The Roots, ma pure di jazz modernissimo alla Makaya McCraven, roba di Chicago comunque. E magari sul retro ci mettiamo la stessa foto ma con le scarpe da donna, tacchi altissimi. Osiamo, includiamo, fludifichiamo, che altro ci resta da fare? Qua a Rolling Stone Abou lo abbiamo fotografato 4 anni fa nel suo ufficetto del sindacato, aveva insistito per stare sotto un vecchio quadro sbiadito del Quarto Stato. Ricordi? Leggo in una sua intervista che da ragazzino in Senegal ritagliava dalle riviste di moda italiane foto di scarpe e cravatte e le incollava su un album. Ci si può lavorare. Insomma, la copertina ce l’abbiamo. Ci manca il disco.
Portiamo questi stivali in Parlamento, gli stessi che hanno calpestato il fango della miseria. Portiamo gli stivali della lotta nel Palazzo per rappresentare sofferenze, desideri, speranze. Per chi è sfruttato e chi ha fame. Coi piedi saldi nella realtà.#noiora pic.twitter.com/NSopR6Ykos
— Aboubakar Soumahoro (@aboubakar_soum) October 13, 2022
Giovanni Robertini: Eh già! Il fashion system – l’unico che c’ha i soldi per le bollette – sta tutto a sinistra. Ricordi l’appello al visto di Pierpaolo Piccioli di Valentino? Per non parlare di nostra regina della ZTL Miuccia Prada o di Alessandro Michele che all’ultima sfilata di Gucci indossava una t-shirt tributo alla storica rivista degli anni Settanta FUORI! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano!) da poco ripubblicata sotto forma di raccolta da Nero Edizioni. Chissà che ne pensa il nuovo Presidente della Camera, l’ultras del Verona, il cattolico estremo Lorenzo Fontana… Lui sì che avrebbe bisogno di uno stylist, o almeno di un art director. Non riuscivo a dormire e mi sono fatto un giro sul suo account Instagram: un disastro, selfie e santini impaginati come vecchi Powerpoint, lettering di Striscia la Notizia, screenshot di articoli di giornale. Dategli un grafico, un militante della Lega che abbia fatto lo IED almeno! Più di 13 mila followers – pochini, cresceranno – e 164 seguiti. A parte Orban e Trump ci sono Baby K e Sabrina Salerno (lo saprà che sono state entrambe sul palco del Gay Pride?). E poi Fontana su IG segue un sacco di “butele”, così a Verona chiamano le ragazze: ho aperto qualche profilo a caso, ci sta pure una ballerina della tv, e sono tutte con foto abbastanza scoperte, pop porno. Ogni cosa in regola insomma, nessuna morale, almeno da parte mia, “Dio patria famiglia eccetera eccetera”. Ma stai sicuro che ora le cancellerà. Ho letto in rete che ascolta Gemelli Diversi e Sottotono e mi fermo qui perché per me Tormento non si tocca…
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Alberto Piccinini: Che tristezza, che sconforto. Per evitare tutti i programmi politici ieri sera ho guardato X Factor fino in fondo. Anche per punizione. Ma non c’è niente da fare. Hai presente il Bootcamp? Hai presente gli switch? Quel meccanismo sadomaso un po’ festa delle medie e un po’ Glovo economy? Insomma c’erano questi Gemini Blue, un duo afroveneto mezzo Hendrix mezzo black rock. Treccine, chitarra elettrica, un po’ facile e scontato mi dirai, anche fuori contesto ma il repertorio si può mettere a punto, ieri cantavano Kanye West per dire. Ho pensato: ecco il disco che si potrebbe mettere dentro la copertina di Aboubakar col pugno alzato. Invece Ambra ha preferito a loro un gruppetto di coatelli che massacravano Battisti, e pure una certa Lucrezia che cantava Teardrop dei Massive Attack come l’Ave Maria di Schubert al matrimonio. Capisci? Ecco trovata la metafora della condizione nostra. Ho visto che Fedez c’è rimasto male, e su Twitter qualcuno ha protestato per la scelta, ma è così. Alla sinistra non resta che parlare su Twitter, sicuro che non ti ascolta nessuno.
Giovanni Robertini: A tal proposito chiudo con un messaggio di speranza by Aaron Rumore, artista di cultissimo a metà tra trap e hyperpop che ha appena pubblicato il suo album Gloria. In uno dei suoi pezzi (Collettività) canta: “Collettività non smarrisce, non mi smarrirà/Individualità non pregiudica ma pregiudicherà ogni tassello della mia identità”. Per sta settimana ripartiamo da qui.