Ma li avete letti i commenti a ‘L’ultimo giorno di patriarcato’ di Checco Zalone? | Rolling Stone Italia
Boomer Gang

Ma li avete letti i commenti a ‘L’ultimo giorno di patriarcato’ di Checco Zalone?

Gli incel di destra leggono la canzone come un serio sostegno al patriarcato. Quelli di sinistra si sentono in dovere di precisare che è uno scherzo. Benvenuti a San Masculo, dove i comici danno ragione a tutti

Ma li avete letti i commenti a ‘L’ultimo giorno di patriarcato’ di Checco Zalone?

Checco Zalone nel video di ‘L’ultimo giorno di patriarcato’

Foto press

Alberto Piccinini: Giornate difficilissime, crolla il mondo crolla la terra, tutta l’Italia tutta l’Italia. Il doppio Serra soprattutto mi ha steso. Hai presente? Michele Serra, l’ideologo supremo del boomerismo senza limitismo prima chiama i lettori superstiti di Repubblica dalle colonne del giornale a scendere in piazza sabato prossimo per l’Europa, sotto le bandiere azzurro-stellate. Contestualmente intervista Marracash che finisce in copertina sul Venerdì, fotografato, se ho capito bene, nella sua casa sui colli piacentini che tu mi dici essere la nuova Formentera (e va benissimo, ci mancherebbe altro). L’intervista è ok. «Marra attento, stai parlando come un vecchio boomer», incalza Serra quando strizza l’occhio e si comporta come lo zio molesto del pranzo di Natale. Il rapporto tra l’Europa Unita e Marracash si fa palese subito dopo. In questo momento la possibilità che esista un rap senza «lo sfarzo rap: i catenoni, gli ori, le fuoriserie, il machismo» (Serra) sembrerebbe pari alla possibilità di una Europa senza armi, bombe, carri armati. ReArm Europe come si dice, sigla sospetta per quanto maccheronica, con tutta una lista di distinguo sul chi dove come. Allora, per discutere questa prospettiva non dovevi chiamare Marra ma Baby Gang come minimo, o uno di quei “giovani guerrieri” (pure Antonio Scurati ci mancava) amici suoi, teppa di quartiere, Lambo, pistole e maranza. Ecco in questo momento di suprema confusione sul da farsi, io lascerei perdere Elly Schlein e Michele Serra, comincerei a esplorare l’efficacia di una Deterrenza Maranza. Facciano loro. Ti ricordo pure che secondo una voce mai smentita le 12 stelle nella bandiera europea ricordano le stelle sul capo della Madonna dell’Apocalisse prima della lotta finale col drago.

Giovanni Robertini: L’ho letta anche io l’intervista a Marra, copertina di lancio per il restyling di Repubblica. Per l’occasione hanno messo in mostra tutta l’artiglieria: nuovi font, più pagine, e soprattutto interviste lunghissime modello podcast di Gazzoli, solo in versione boomer. Fabio Fazio che ci dice che bisogna tornare ai valori di un tempo, come si stava bene col maestro Manzi! Carlo Conti e quanto è importante la famiglia! E ancora Frassica, i Subsonica e Flores D’Arcais… l’importante nella Boomeria fondata da Eugenio Scalfari – una sorta di gintoneria radical analcolica e vagamente reazionaria – è cullare il lettore nella nostalgia di un passato senza eco. A proposito di echi e riverberi, ieri sera sono stato a sentire Mad Professor, icona del dub inglese, la psichedelia del ghetto di Kingston che negli ’80 è diventata il suono di ogni possibile rivolta, di strada e culturale, dai Clash in avanti. L’impressione è che i cupi bassi e le ritmiche ossessive suonino oggi più contemporanee che mai, come da antica profezia rastafari giamaicana: la Babylon citata ritualmente nel reggae rappresenta ogni regime di vanità e oppressione che costringe gli uomini a vivere in schiavitù. Dal colonialismo di ieri al tecno-fascismo di oggi, Babilonia è il babau, il grande mostro a cui dar fuoco con la musica e il ballo. E infatti a ogni manifestazione che si rispetti trovi sempre un camion che spara musica dub alle casse. Se non c’è brutto segno, chissà se Michele Serra ci ha pensato per la manifestazione europeista…

A.P.: Non sono passato al corteo dell’8 marzo. Anche perché mi resta un filo di pudore: quando ero ragazzino i cortei femministi erano separatisti, non ci trovavo nulla di male. A parte questo ho cercato un resoconto completo delle canzoni e delle musiche suonate dai camion, per avere un’idea. Una playlist, diciamo. Senza successo. Pochissime frammentarie informazioni (e stories di amici) mi rimandano la solita Raffaella Carrà (Rumore, A far l’amore comincia tu), quasi nient’altro. Curioso l’unico titolo riconosciuto: Boss Bitch di Doja Cat (“I’m bitch I’m a boss / I’ma shine like gloss”), una scoperta dall’inviata dell’Ansa rilanciata dai giornali. Non un granché, possibile che non c’era altro? Suggerirei a chi organizza i cortei di mettere la playlist su Spotify così si capiscono tante cose. A proposito di 8 marzo, dell’ultimo videoclip di Checco Zalone L’ultimo giorno di patriarcato, molto già visto e anche molto invecchiato, la cosa notevole sembrerebbe l’equivoco che sui social ha coinvolto quelli che ci hanno letto un serio sostegno al patriarcato da parte di Zalone, destra incel offuscata dall’ormone, presi per il culo da quelli che si sono sentiti in dovere di precisare che no Zalone scherzava, fatevi curare da uno bravo eccetera. Immagino che lui come al solito volesse sostenere entrambe le cose. La fine della sintonia con il pubblico per eccesso di ribasso al peggio è il vero disastro di un comico.

G.R.: Non c’è più l’hype per Checco Zalone, scavalcato a sinistra da Roccaraso e a destra dai bauscia del privé della Gintoneria di Lacerenza. Ecco, quando ho letto il delirante articolo di Antonio Scurati – prendere Mussolini ad alto dosaggio deve risultare tossico come la ketamina – su chi combatterà al nostro posto le nostre prossime guerre, ho sorriso pensando a Rita De Crescenzo, a Nevio Lo Stirato e a tutti i personaggi della farsa social che si alimentano a ogni scroll di telefonino. “Pace fiscale e in Ucraina” è lo slogan di Salvini di queste ore; “Dobbiamo fare ‘sti soldi / E non è neanche più una questione di soldi”, rappano Niky Savage e 22simba in Spoiler 2, singolo uscito venerdì. Sappiamo con certezza chi non combatterà le prossime guerre, è già qualcosa, ricordiamolo a Scurati.

L'ultimo giorno di patriarcato