Padre perdonali, perché non sanno quello che postano. Il casino di avere milioni di follower è che quelli amplificano parole che uno magari ha pubblicato con leggerezza. In queste ore Marcelo Burlon è nel turbine delle polemiche, per un post poco delicato. C’ha messo del suo, ha dato della “cessa” a Madonna che si è fatta vedere in giro vestita County of Milan da capo a piedi. Non solo, ha specificato che i vestiti non glieli ha dati lui… come a dire: addosso a lei mi fanno orrore.
Apriti cielo. Il web è insorto a difesa della regina del pop e ha repentinamente voltato le spalle a un re temporaneo, che proprio al web deve la sua fortuna. In fretta e furia Marcelo, l’uomo che ha messo serpenti al collo a milioni di uomini da Scampia al Bronx, colui che incensa e fa riti sciamanici durante le sfilate, il Vate di uno spiritualismo cool dalla parlata latina, ha innescato la retro. Sono dovunque i suoi post di scuse, dai toni disperati e imploranti, forse eccessivi. Si sa che la percezione del tempo online è diversa da quella reale, quindi c’è da aspettarsi che tra dieci giorni nessuno se ne ricorderà.
Solo che oggi sarà un giorno nero per il brand milanese, magari con clienti che si dissociano, contratti che saltano. Non per lo status dello stilista, ma per il bisogno continuo di schierarsi dalla parte del giusto di chi deve la sua popolarità al web. Un giusto che è solo politically correct e retorica. Sul web dice che premi essere se stessi, ma a volte uno finisce nei guai proprio per aver seguito questo comandamento. Marcelo ha parlato con toni leggeri, commettendo l’errore di scordarsi che lo stava dicendo al mondo: Bisogna essere se stessi si, ma come piace agli altri.
La gente lo ha distrutto, Marcelo, dandogli del misogino, del gretto, del venditore di stracci. Un colpo al cuore per uno che ha creato un brand basato sul senso di comunità. Ma è il casino che succede quando il capo ha l’account in mano. Mai nessuno che monitora, nessuno che filtra. E per farsi notare, anche le star devono spararle grosse. Trump docet. Nessuno crede che Marcelo chieda scusa perché è pentito ma perché deve compiere il duo cerimoniale di autoflagellazione. Che non servirà a niente.
Sono lontani i tempi in cui gli Imperatori della moda dettavano legge (guardate il capolavoro di documentario su Valentino in cui il Re urla: NON VOGLIO NANE IN PASSERELLA, alla faccia del politically correct). Qualche mese fa Dolce & Gabbana hanno quasi scatenato una frattura diplomatica con la Cina e perso milioni di dollari per un video…
Oggi è una giornata dura per Marcelo, che sicuramente sarà preoccupato per la sua reputazione e per il suo business. È invece una giornata come tutte le altre per i social network, abituati a darci argomenti di cui parlare e sparlare, a renderci giudici di qualsiasi frivolezza, a elevare a potenza qualsiasi battibecco fino a renderlo uno tsunami. Like, like e boom boom a tutti. Attenti, che domani potrebbe toccare a voi.