Megan Fox e mamme pancine: cronaca di un disastro annunciato | Rolling Stone Italia
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Megan Fox e mamme pancine: cronaca di un disastro annunciato

La star di 'Transformers' ci ha provato, con i viaggi a Disneyland in famiglia e le festicciole di compleanno alcol-free. Ma, salutato Brian Austin Green, s'è lanciata nella relazione più inquietante di Hollywood con Machine Gun Kelly: «Mettimi incinta, o uccidimi». E sui social è indignazione collettiva

Megan Fox e mamme pancine: cronaca di un disastro annunciato

Foto: Arturo Holmes/WireImage


Non c’è bisogno di essere madri per sapere che, in un mondo dove ogni singola minuscola azione di uno viene giudicata dall’altro senza mezzi termini (e talvolta anche postata sui social), tra le più intransigenti categorie di persone ci sono loro: le mammine pancine. Quelle per cui la vita ruota solo intorno ai figli, e guai a dire che c’è anche l’ambizione professionale, un altro uomo, una cena tra amiche (ogni tanto); quelle per cui i bambini sono tutti belli uguali, ma il loro a due anni già legge, parla in inglese, e condivide pure i giochi; quelle per cui se non posti sui social le foto di tuo figlio, è perché, in fondo, te ne vuoi un po’ liberare; quelle per cui una madre è una madre, dio santo, non vorrai mica metterti quei vestiti da sgualdrina?

E poi c’è Megan Fox. La ex bomba sexy di Transformers, nonché attuale fidanzata di Machine Gun Kelly, nonché la mom-of-three (leggi: Journey River, Bodhi Ransom, Noah Shannon) che, di tutta questa roba delle mammine pancine, è evidente: non ne vuole sentire nemmeno parlare.

Eppure, fino a che il matrimonio con l’ex marito Brian Austin Green (vedi alla voce: Beverly Hills 90210) andava a gonfie vele, Megan Fox sembrava navigare dritto dritto su quella rotta tutta Montessori e festicciole di compleanno rigorosamente alcol-free. Un mare dove il reportage fotografico di un viaggio a Disneyland tutto famiglia, cerchietti con orecchie da Topolino e incontri con Pocahontas e Buzz Lightyear non è il sogno di ogni millennial diventato genitore; piuttosto, ciò che una mammina pancina, succube dei desiderata della prole, prima o poi s’impone. E che nel caso di Fox, a distanza di tre anni da quell’ottobre 2019, vede sul ring di Instagram i colpi bassi delle avversarie: «Passa più tempo con i tuoi bambini e non dietro a questa crisi di mezz’età»; «L’ultima foto di lei mentre è MOGLIE e MADRE. Wow»; «Hai creato tre bellissimi bambini! La vera realizzazione per una donna è la maternità! Sto pregando per te affinché torni alla luce! Gesù ti ama e sempre ti amerà!». Se fosse un fumetto, si sprecherebbero le onomatopee di calci e pugni; e Patapum!, Megan va giù.

 

 
 
 
 
 
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O forse no? Certo che no, perché la trentaseienne Megan Fox è la sfidante made in Tennessee che si sottovaluta, ma poi finisce per vincere l’incontro. Non fosse altro che per l’allenamento che fin da bambina l’ha vista mangiare i pranzi in bagno, perché a scuola era vittima di un bullismo che, a suo dire, era riconducibile al suo sogno di fare l’attrice. E non fosse altro che per il coraggio che l’ha portata, nel 2009, a salire sul ring del Jimmy Kimmel Live! e a sfidare il sistema estremamente sessualizzante di Hollywood con un racconto che vede al centro il regista Michael Bay, una allora quindicenne Megan Fox, l’impossibilità di girare una scena di Bad Boys II con una minorenne in bikini e tacchi che beve al bancone del bar, e una soluzione finale: «Farmi ballare sotto una cascata mentre mi bagnavo».

Ma si sa: nel 2009 il movimento #MeToo è ancora lontano, e quello che oggi è visto come un pugno ben assestato a suo tempo passa come il buffetto carino dell’attrice esordiente di Holiday in the Sun (2001) e Quanto è difficile essere teenager! (2004); la carezza della super sexy di Transformers (2009) e Jennifer’s Body (2009); lo sgambetto a vuoto di una delle donne più belle del mondo secondo le riviste Maxim (2007) e FHM (che la piazza al primo posto nel 2008 e pure nel 2009). Quel che è certo è che quello stesso anno Megan Fox finisce per andare davvero al tappeto, ma non per le accuse di sessualizzazione, ma perché viene licenziata in tronco da Steven Spielberg (produttore di Transformers), che non manda giù che lei vada a dire alla rivista Wonderland (e non solo) che Michael Bay «è un nazista». Ossia: uno che mette tutti in riga e rende il set un incubo. E fa niente se Fox definisce allo stesso modo anche il suo personal trainer, che le fa fare certe sessioni di training, certi squat; quando associ il nome di uno dei pezzi grossi di Hollywood a Hitler, cara mia, sei fuori.



A quel punto, il lavoro è così a pezzi ma il matrimonio con Brian Austin Green così felice, che il terreno è pronto per vedere germogliare il seme della maternità. Nel 2012 arriva il primogenito, quel piccolo Noah Shannon che sembra aprire a Megan Fox la strada verso l’approvazione da parte delle sedicenti “mamme giuste”, che in qualche modo captano il potenziale ma non lo celebrano appieno. Almeno fino all’intervista che l’attrice rilascia nel 2019 a Entertainment Tonight in cui lo sfogo verso il periodo «buio» vissuto a Hollywood diventa per le mammine pancine la prova definitiva di quanto Megan Fox meriti di far parte del club. «Penso che sia stato necessario rimanere incinta. Quella è stata la prima vera svolta in cui la mia coscienza si è spostata e la mia mente si è aperta, e sono stata in grado di vedere dall’alto e respirare e godermelo»: boato di approvazione. «E poi [è arrivato] un altro bambino, e poi un altro ancora, e con ogni bambino mi sento come se [quella] fosse sempre stata la porta verso una versione migliore di me»: standing ovation.

E mentre un anno dopo le mamme pancine sono ancora prese a trascrivere quelle parole sulle tavole dei comandamenti della mamma “giusta” (mica della qualunque, stolte), Megan Fox richiama il suo personal trainer per prepararsi all’inevitabile scontro che (già sa) l’aspetta. Annunciando la separazione dal marito e uscendo allo scoperto con Machine Gun Kelly (quel Colson Baker conosciuto verso la fine del 2019 sul set di Midnight in the Switchgrass), nel 2020 succede quel che era ovvio sarebbe successo; e Megan Fox, da esempio di madre immacolata, passa a essere l’avversaria da mettere al tappeto. A complicare le cose, il fatto che Megan non parla molto dei figli né sui social, né nelle interviste che rilascia, dove la parentesi genitoriale viene dopo tutto ciò che ruota attorno a lei e a Machine Gun Kelly, la coppia che nel frattempo non smette di far parlare di sé. Vuoi perché lei si scusa pubblicamente con il suo sarto per quel buco che ha fatto nella tutina, così può fare sesso con il futuro marito; vuoi perché i due ammettono di bere il sangue (ma poche gocce!) l’uno dell’altra; vuoi perché lo scorso Halloween lui (nei panni di Tommy Lee) sniffa “cocaina” dal seno di lei (la sua Pamela), e poi lei (in tutina di rete e collare al collo), messa a quattro zampe, prende la comunione da lui (vestito da prete); vuoi perché la trasgressione, alle mammine pancine non va bene neanche se si tratta di uscire a cena con una minigonna, figuriamoci arrivare a livelli che sono, ammettiamolo, oltre il ragionevole buonsenso.

 

 
 
 
 
 
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Al punto che sembrano avere l’effetto di spazzare via ciò che Megan Fox aveva detto lo scorso aprile a Glamour UK riguardo i propri figli, e che si riassume in un: «vorrei portarli in viaggio con me» e «è difficile stare separata da loro in questo modo. Sono il mio DNA»; quanto in un: «è difficile non sentirsi obbligata a stare con loro tutto il tempo, o sentirsi costantemente come se non stessi facendo un lavoro abbastanza buono, ma sono anche separata dal loro padre. Quindi, posso averli solo per metà del tempo. […] E in qualche modo mi permette di avere momenti per me stessa, dove posso vivere la mia vita, non solo essere sempre la madre di qualcuno, e questo è bello, ma si lotta sempre con il senso di colpa, un tipo di sensazione come “Non ho fatto abbastanza”»; fino a un «non posso controllare il modo in cui le persone reagiscono ai miei bambini […]. Questo è il motivo per cui non li metto davvero su Instagram o sui social. Sono così orgogliosa dei miei bambini». Con un solo risultato complessivo: quello di far andare avanti lo scontro con le mammine pancine, controparti in uno dei match più duraturi e pesanti mai visti sui social.

 

 
 
 
 
 
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Dove le infaticabili pugili del «dove sono i tuoi figli?» perdono il turno nell’ironico «aspetta, aspetta: io… ho dei figli?», in una delle rare risposte della silenziosa avversaria; dove lo schiaffo a mano aperta di una Megan Fox che condivide una foto in cui si tiene i seni in modo provocante vede arrivare l’ennesimo colpo a vuoto del «OMG! Sei una mamma?! Cresci»; dove una volta va a tappeto perché un «mettimi incinta, o uccidimi» è un messaggio che nessuno (madre o non) verso nessun altro (figlio o non) dovrebbe lanciare; e dove un’altra, una qualunque, si fa fuori da sola nell’ennesima accusa meschina a una madre che, secondo lei, non è.

Ebbene lì, proprio lì, in questo esempio di infinito e squallido spettacolo che ha per protagoniste tanto persone comuni quanto una come Megan Fox, c’è tutto quello che ci serve sapere e capire su come vanno le cose nel mondo degli adulti. Ossia che, genitori o meno, famosi o meno, funziona sempre così: che tutti vogliono tutelare i figli propri e degli altri, ma poi finisce che nessuno, ai bambini, ci pensa davvero più.

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