Pensavi che il tizio che parlava solo della sua ex fosse il peggio che potesse capitare, e invece che delusione, che amarezza, questa volta a invitarti fuori a cena è stato lui: il bello che non balla. Quello che per definizione pare quasi un miracolo conceda a te, ragazza qualunque, la possibilità di farti vedere in giro con lui, bellone da girare la testa, ma che poi si scopre essere il classico tipo da avere un proprio selfie come sfondo sul cellulare, la capacità di conversazione di un macaco, il carisma di un fagiolo lessato che ti è pure caduto per terra. Della serie che forse era meglio stare a casa sul divano a fare come Bridget Jones, con la coperta sulla testa e il barattolo di gelato in mano. Ma che ce frega, ma che ce importa, dimentichiamoci ‘sto supplizio pagato a caro prezzo (e non si sta parlando del conto): finché al mondo ci sono quelli come Pete Davidson, s’ha solo da aspettare e sperare di incontrarne uno.
Uno di quelli che non sono belli belli in modo assurdo, ma ballano e parlano proprio bene, ché mica è un caso se piacciono a tutti: alle donne che ci si fidanzano e agli uomini che lo vogliono per amico; alle persone che ammettono apertamente di subirne il fascino, e pure a quelle che, tra le critiche, ne rendono innegabile la spiccata personalità. A ventinove anni, ha già dimostrato di avere quel tanto di savoir-faire da riuscire a portarsi a casa un certo successo sia come attore e comico (il Saturday Night Live vi dice niente?), sia come amante delle donne più desiderate del globo (Emily Ratajkowski sembrerebbe l’ultima). E se vi pare poco, forse vi meritate davvero il fagiolo lessato.
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Made in Staten Island nel 1993, e primogenito di due figli, Pete Davidson rimane presto da solo con la sorella Casey e la madre Amy Weters; del padre infatti, il vigile del fuoco Scott Matthew Davidson, si perdono le tracce durante l’intervento in una delle Torri Gemelle nell’attentato dell’11 settembre. Salvato dalla depressione e dagli istinti suicidi grazie alla musica di Kid Cudi (così disse durante un’intervista al Breakfast Club, nel 2016), Pete riesce infine a trovare la propria isola felice nella comicità, che gli riesce tanto bene da fargli intraprendere quella strada. Mai decisione fu più giusta: già nel 2013 si esibisce nel suo primo stand-up televisivo al Gotham Comedy Live su Comedy Central, a cui segue subito la partecipazione ad altri show di successo come il Jimmy Kimmel Live!, fino all’ingresso, solo un anno dopo, nel cast del SNL, dove il suo nome si inserisce anche nelle classifiche dei più giovani mai arruolati nel programma (tra gli altri Eddie Murphy, a suo tempo). Intanto arriva il debutto come attore di cinema nel film School Dance (2014) e Un disastro di ragazza (2015), ma Pete è più uno da palco e microfono, tanto che nel 2016 il Pete Davidson: SMD diventa il suo speciale di stand-up su Comedy Central, che anticipa di quattro anni l’Alive from New York, su Netflix. Il 2020 è però anche l’anno in cui Pete Davidson si mette a nudo, interpretando sé stesso nel film autobiografico Il re di Staten Island, che gli vale due candidature per il miglior film commedia agli E! People’s Choice Awards del 2020, e ai Critics’ Choice Awards del 2021, mentre pubblico e critica non elogiano, ma neppure disprezzano.
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In tutto ciò, Pete Davidson è uno che fin dall’inizio non nasconde niente: il fatto di essere malato del morbo di Crohn e di trovare sollievo nella marijuana, per esempio; o il fatto di essere uno di quelli che non si fanno mangiare dal giro del jet-set, rimanendo fedele al suo stile da ragazzo t-shirt e sneakers, cappellino da baseball e occhiali da sole, per fare un altro esempio. Se poi ci aggiungiamo pure il fatto che Pete è uno che sa far ridere le persone anche fuori dai riflettori, forse abbiamo trovato la ricetta del suo successo. Con le donne, nondimeno. Ma diciamolo: anche il più illuso degli uomini saprebbe che mica basta questo per conquistare il genere femminile né, tantomeno, per diventare l’evidente Don Juan di Hollywood.
Così, a partire dal 2015, si iniziano a scoprire le altre fortunate carte del mazzo di quello che sembrava il più improbabile dei latin lover, con Carly Aquilino (conosciuta sul set di Girl Code, lo show di MTV) che diventa l’esempio di come Pete sia capace di rimanere in buoni rapporti con una sua ex (seppur di soli due mesi), finendo per condividere con lei una stand-up durante uno show al Paramount, nel 2019. L’anno dopo, con Cazzie David, arriva il grande amore, ma anche la dimostrazione di quanto Davidson sia un vero maestro, perché un fidanzato che dice pubblicamente qualcosa come: «Lui è l’uomo più dolce del mondo, il più figo. Andiamo molto d’accordo», riferendosi a vostro padre, è sicuro lasciapassare all’innamoramento. Bello il romanticismo, belle le pizzate in famiglia, ma nel 2018 il fidanzamento con la desideratissima (e innamoratissima) Ariana Grande fa sì che anche le meno maliziose inizino a chiedersi se il segreto di questo tizio non stia anche nella cosiddetta “Big D**k Energy” (in altri termini altrettanto meno poetici: nelle dimensioni del suo pene). Sarà perché la popstar fa lo scivolone di rispondere su Twitter a una fan che le chiedeva la “lunghezza” di Pete (riferendosi alla canzone a lui dedicata, e contenuta nell’album Sweetener) con un evidente riferimento alle sue parti intime, in quello che è stato definito il “10-inch tweet“ che ha smosso l’internet. O sarà perché nel video di Thank U, Next, la cantante scrive «HUUUUUGE» (leggi: enoooorme) di fianco alla foto del suo ex Pete.
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«Per lei tutto è enorme», e: «Perché dovrebbe dire a tutti che ho un pene enorme? Così ogni ragazza, per il resto della mia vita, rimarrà delusa», scherza Davidson durante uno sketch sempre al Saturday Night Live. E mentre (fortunatamente) si chiude la porta di Ariana Grande e della questione, ecco che si apre il portone di tutte le altre attrici e modelle di Hollywood: a partire dall’allora quarantacinquenne Kate Beckinsale, che però dà forfait dopo un mese perché non regge la troppa attenzione dei media verso la liaison; passando nel 2019 per la Margaret Qualley di Maid, con cui ha «una bellissima relazione», a detta nientemeno della suocera Andie MacDowell; conquistando poco dopo la supermodella Kaia Gerber, e dopo ancora, nel 2020, la star di Bridgerton Phoebe Dynevor.
Fino a colei che ha consacrato Pete Davidson come uno che, signore e signori, ci sa proprio fare: Kim Kardashian. E non solo perché riuscire a conquistare l’irraggiungibile regina dello star system (e del gossip) – accompagnandola sul red carpet del Met Gala 2022 in smoking e occhiali da sole, mentre lei indossava nientemeno che l’abito di Marilyn Monroe – sembrava impresa impossibile ai più; ma soprattutto perché saper reggere la pressione delle parole di fuoco di un ex marito invadente, e senza perdere le staffe, è l’ultima, definitiva prova del perché nessuna riesca a resistere al fascino di Pete Davidson. «Kanye ha detto che ho l’AIDS. E lui è un genio. E allora io ero tipo: oh, cazzo… meglio chiamare il dottore». E mentre con Kim la relazione finisce dopo dieci mesi, sul palco del Netflix Is a Joke Festival, anche la partita Ye può dirsi conclusa così.
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Nel dubbio, per chiudere definitivamente la questione, si può sempre chiamare in causa Emily Ratajkowski, l’ultima fiamma del comico (l’uscita allo scoperto in occasione della partita dei Knicks non mente), ma soprattutto quella che al Late Night with Seth Meyers un anno fa aveva spiegato, in sintesi, perché tutti trovassero così attraente uno come Pete Davidson: «Pete ha quella cosa in più. Ovviamente le donne lo trovano molto attraente, e i ragazzi sono tipo: “Wow. Cos’ha quel ragazzo?”. Voglio dire, sembra super affascinante. È vulnerabile. È adorabile. Il suo smalto sulle unghie è fantastico. Ha un bell’aspetto! È grande! Ha un buon rapporto con sua madre. Lo amiamo». E mai spiegazione fu più esaustiva.