Guerre Stellari è il primo film di una famosa trilogia di fantascienza nata sul finire degli anni ’70 e “di stampo ewok”. Il regista della cosiddetta space opera è George Lucas, grande amico e collaboratore di Steven Spielberg, che già aveva detto la sua in fatto di cinema grazie alla videocassetta di American Graffiti, con protagonista il rossocrinito Ron Howard, non solo il Fonzie della serie televisiva Happy Days ma anche regista di successo non ultimo Il Grinch, con protagonista Jim Carrey (Ace Ventura II).
Il sottotitolo che campeggia sotto Guerre Stellari è un sibillino Episodio VI, ma niente panico: si tratta di una scelta atta a far capire che la storia inizia in medias res e gli antefatti si sapranno solo vent’anni dopo con una trilogia letteralmente devastata dal personaggio fantasy di Jar Jar Binks che ai fan non piaceva perché volevano Jet McQuack di Duck Tales.
La storia di Guerre Stellari inizia con un testo trapezoidale in salita che getta le basi di una cronistoria tutta particolare. Si narra infatti di un universo popolato da astronavi nere dove si contrappongono un impero profondamente ingiusto, capace di compiere pazzi delitti e un manipolo di ribelli capitanati dall’avventuriero Han Solo nel ruolo di Luke Skywalker.
In questo universo particolare esiste la “Forza”, una disciplina molto potente che, se non adoperata per fini benefici, può provocare nocumento, sofferenza e soprattutto la Morte Nera, aspetto a cui ambiscono o Sith…ma non certo gli Yeti! In questo impero la Principessa Leila, legata ai ribelli, è stata rapita e legata non ai ribelli ma a un tronco. Sui suoi glutei erubescenti solo loro: palpatine.
Il film termina con la rivelazione standard “Sono tuo Padre”, che è la frase che viene detta da Darth Fener ad Edwige Fener, la figlia ritrovata.
Prima che me ne scordo: bellissime le musiche di John Williams, che poi si è un po’ riciclato (tiratina d’orecchie: decisamente pervenuta).
Altri elementi nodali che ci sono nel film: Millennium Falcon, Boba Fett, Yoda, spada laser.
Aspetto odioso del film: i due robottini – mi si passi il termine – del cazzo. Quello alto dorato e quello tipo i secchiello da scrivania della Bormioli Rocco. Molto più pesanti e fastidiosi di Jar Jar Binks, invece criticatissimo dai fan (come già ho scritto). Leggasi: cari fan ma che problemi avete punto interrogativo?
Detto questo, io non ho mai visto i film di Guerre Stellari e me ne tengo ben lontano.
A forza di sentirne parlare, solo una cosa ho capito: che distruggerebbero ogni film che amo, ogni mia certezza coltivata in una vita. Il confronto sarebbe davvero impietoso e così preferisco rimanere in un’ipocrisia certo molto comoda.
Immagino me davanti alle immagini incredibili di Guerre Stellari, mentre improvvisamente realizzo che è come se non avessi mai visto un film prima di allora, che tutto il resto non valeva niente. L’uomo che non c’era dei Coen? Una merda.