La Lega di Matteo Salvini ha preso cinque milioni e mezzo di voti alle ultime elezioni politiche ed è tutt’ora, stando ai sondaggi, il partito più apprezzato dal popolo. Papa Francesco è stato eletto da 117 cardinali, che a loro volta erano stati creati, come si dice, da un altro Papa in concistoro. Gli strati più illuminati del Paese condannano Salvini e appoggiano Francesco I, che più o meno velatamente critica la linea politica del ministro dell’interno.
La morale è cristallina: la democrazia è una forma di governo che manda al potere chi non lo merita, la monarchia assoluta teocratica, eletta su base oligarchica, incorona i giusti.
È ora di istituire un conclave di cardinali laici: top manager, intellettuali, cantautori, imprenditori, docenti, artisti. A loro volta voteranno un papa laico, diciamo un papa fucsia – per eliminare qualsiasi velleità sacrale – che guiderà il Paese secondo i principi della compassione e della dignità umana. Naturalmente le sue decisioni dovranno essere incontestabili. Governerà assolutamente fino a che sarà al mondo. I suoi cento e rotti elettori potranno eliminarlo soltanto fisicamente, oppure dovrà essere lui stesso a rinunciare alla propria carica.
Se ritenessimo però questa transizione troppo complicata e dispendiosa, l’alternativa ce l’avremmo in casa. Anzi, in capitale. Un Papa c’è già e sta a Roma. Basterebbe restituirgli il potere temporale, il che significa le chiavi dei carri armati. Amministrerà finalmente i confini italiani secondo umanità e saggezza. Sarebbe molto meno probabile che facesse ricorso all’uso della forza a sproposito, per scopi elettorali o per strategia demagogica: tanto resterà comunque il sovrano finché campa.
È chiaro che questa soluzione renderebbe meno traumatica la transizione verso la forma di governo più vicina alla perfezione che l’umanità abbia mai concepito: la monarchia ereditaria, svincolata da qualsiasi sistema elettivo. Infatti il Papa viene comunque votato – ciò comporta che la sua elezione, inevitabilmente, venga accompagnata da dinamiche cardinalizie, umane troppo umane: ambizioni, rancori, baratti, vendette, ricatti.
Il Caso è molto al di sopra di tutte queste piccinerie. Il Caso capita, e basta. Da un punto di vista metafisico è più democratico di qualsiasi soluzione politica umana. Come sosteneva Nicolás Gómez Dávila, se è possibile che ogni tanto, nei secoli, il Caso sieda sul trono un monarca ereditario illuminato, è certo che un qualsiasi personaggio che insegua di proposito il potere non potrà che avere l’anima bacata.
Se non volessimo ripescare i già troppo compromessi Savoia, basterebbe estrarre a sorte una famiglia in una grande lotteria nazionale. Da lì in poi, i Rossi, o i Brambilla, o i Catozzo, o gli Hu…diventeranno una dinastia. Quindi torniamo indietro, fingendo di voler prendere la rincorsa, e mentre i reazionari al potere staranno lì a prepararsi al nostro scatto in avanti, noi invece continuiamo pure ad andare indietro, loro si metteranno in guardia pensando a chissà quale affondo, e noi invece ancora più indietro – li supereremo in retromarcia. Il progresso è là!