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Sesso, cocaina e botte (di William): il principe Harry dice tutto

In attesa dell’autobiografia ‘Spare’, le prime (bollenti) indiscrezioni. Dai litigi in famiglia alla matrigna Camilla, dalla morte di Diana all’uso di droghe, fino alla perdita della verginità e al celebre costume nazista (c’entra pure Kate?)

Foto: Toby Melville - WPA Pool/Getty Images

Spare, l’attesissima autobiografia del (fu) principe Harry, non è ancora uscita: arriverà nelle librerie il 10 gennaio. Ma già fanno discutere (e sono diventate iper-virali) alcuni “teaser”, riportati da testate come il Guardian e dai primi estratti delle interviste che Harry ha concesso ai giornalisti Tom Bradby e Anderson Cooper. Le dichiarazioni che il duca di Sussex avrebbe scritto nero su bianco, a seguito delle accuse già presenti nell’altrettanto chiacchierata docuserie Netflix Harry & Meghan, sarebbero decisamente esplosive. Dal litigio (con tanto di aggressione) col fratello William al ruolo di Carlo, dall’idiosincrasia verso la matrigna Camilla alla scelta (infelice) del celebre costume da nazista per una festa in maschera di vent’anni fa. Ecco cosa ha scritto (e detto) il principino.

Fratelli coltelli

L’annosa tensione tra i due fratelli nascerebbe, prima ancora che per via dei nomignoli che si sono rispettivamente affibbiati (per Harry, William è semplicemente Willy; mentre per William Harry diventa Harold), dal ruolo che è stato assegnato loro fin dalla nascita. Nel libro, Harry definisce William sia il suo amatissimo fratello sia il suo acerrimo nemico. «Stranamente, c’è sempre stata una competizione tra noi due», spiega Harry. «Credo che abbia a che fare coi nostri ruoli di erede al trono lui e di “spare” io (il termine inglese, letteralmente “pezzo di ricambio”, con cui si indica il figlio del monarca che non salirà sul trono, ndr)». Il momento critico più recente sono stati i funerali di nonno Filippo, il principe consorte della regina Elisabetta, avvenuti nell’aprile del 2021. «Ho guardato Willy, l’ho guardato con attenzione per la prima volta da quando eravamo piccoli, osservando ogni dettaglio: il suo sguardo torvo, che ha sempre manifestato quando aveva a che fare con me; la sua calvizie, avanzata in modo preoccupante. La sua somiglianza con nostra madre era completamente svanita». In quell’occasione, Harry avrebbe chiesto a William: “Mio caro fratello, mio adorato nemico, come siamo arrivati a tutto questo? Questa doveva essere la nostra casa, dovevamo passare il resto delle nostre vite qui”. Al che, William avrebbe risposto: “Sei tu che hai deciso di andartene”. “Sì, e tu sai perché”, avrebbe replicato Harry. “No, Harold, sinceramente non lo so”, sarebbe stata la conclusione di William. A seguito di quel confronto, Harry dice oggi di essersi sentito «stanchissimo, avvilito. Volevo solo tornare a casa».

Botte… reali

Ma i litigi tra i due fratelli/nemici non sarebbero stati solo verbali. Prima ancora della morte di nonno Filippo, c’era stato un alterco finito alle mani. Era il 2019, racconta Harry in Spare, William era andato a casa sua per un confronto, e quel confronto era finito con William che definiva la neo-cognata Meghan Markle “difficile”, “maleducata” e “intrattabile”. Harry avrebbe dunque detto a William: “Non posso parlare con te se dici queste cose”, offrendogli poi un bicchiere d’acqua per calmarlo. «Ma William ha appoggiato il bicchiere sul tavolo ed è venuto verso di me», confessa adesso Harry. «È successo tutto in una frazione di secondo. Mi ha preso per il colletto, strappandomi la catenina, e mi ha spinto per terra. Sono finito sulla ciotola del cane, che si è frantumata sotto il peso della mia schiena provocandomi più di un taglio. Sono rimasto lì disteso per un attimo, confuso, poi mi sono rialzato e gli ho detto di andarsene».

Ridatemi mio padre

Anche re Carlo non è ovviamente risparmiato nel memoir. La reunion dopo la fuga di Harry e Meghan, prima in Canada e poi negli States, è avvenuta proprio al funerale del principe Filippo. «Mio padre guardava i nostri volti arrossati»: così Harry ricorda la cerimonia. E poi avrebbe detto: “Ragazzi, non rendete i miei ultimi anni di vita una sofferenza”. Quando Tom Bradby gli chiede se andrà all’incoronazione del padre il prossimo maggio, Harry replica: «Da qui a quell’evento potranno ancora succedere molte cose, ma la porta è sempre aperta. La palla ora è nelle loro mani. Ci sono tante cose di cui parlare, spero davvero che vorranno sedersi a farlo insieme a me». Harry ha anche dichiarato: «Vorrei riavere indietro mio padre. Vorrei una famiglia, non un’istituzione. Ma finora nessuno ha mostrato il desiderio di una vera riconciliazione. È come se pensassero che, per un motivo o per l’altro, è meglio continuare a lasciare a noi la parte dei cattivi».

I panni sporchi si lavano… in pubblico

L’altra grande domanda che già aleggiava guardando la docuserie Harry & Meghan è: ma se i due duchi tengono così tanto alla loro privacy, perché decidere di raccontare tutto davanti alle telecamere e, ora, in un memoir? È la domanda che rivolge a Harry anche Anderson Cooper: «Perché ogni volta che ho cercato di farlo privatamente», risponde il principe, «è sempre trapelato qualcosa, hanno sempre confezionato storie contro me e mia moglie». Harry accusa la sua famiglia di essere sempre stata complice dei media inglesi: «Il motto di famiglia è “never complain, never explain” (mai lamentarsi, mai spiegare, ndr), ma sono solo parole. Da Buckingham Palace mi dissero “Non possiamo fare una dichiarazione pubblica nei tuoi confronti”, ma per altri membri della famiglia l’hanno fatto. Nei nostri riguardi c’è sempre stato il silenzio, che ormai per me equivale al tradimento».

La morte di mamma Diana

La morte di Lady D è un altro dei nodi cruciali del libro. «Papà non mi ha abbracciato», ricorda Harry tornando a quel drammatico momento. «Non è mai stato bravo a mostrare le sue emozioni in circostanze normali, come avrebbe potuto farlo in un momento di tale crisi? Mi ha messo una mano sul ginocchio e mi ha detto: “Andrà tutto bene”. Per lui era già tantissimo. Ma anche molto falso. “Mamma ha avuto un incidente d’auto”, mi ha detto. E ricordo di aver pensato: “Sì… ma sta bene?”. Lo ricordo nitidamente. Ricordo che aspettavo che papà confermasse che stava bene, e lui non l’ha fatto. “Mamma è stata ferita gravemente e portata in ospedale”, mi ha detto. La sua voce era calma, ma si capiva che era sotto choc. “Hanno fatto di tutto, ma non ce l’hanno fatta”, ha concluso. Queste frasi restano impresse nelle mia mente. Ha usato esattamente queste parole. E all’improvviso tutto si è fermato». Harry ha anche scritto che, anni dopo, si è fatto portare nel tunnel dell’Alma, a Parigi, cioè il luogo in cui ha perso la vita sua madre. «Ho chiesto all’autista di guidare a 105 chilometri l’ora, per essere precisi», vale a dire la velocità a cui viaggiava l’auto che trasportava Diana Spencer quando è rimasta vittima dell’incidente che l’ha uccisa. «Avevo sempre pensato che la galleria fosse un luogo molto pericoloso, invece era solo una galleria. In ogni caso, è stata una pessima idea, come molte di quelle che ho avuto a vent’anni. Pensavo che avrebbe chiuso quel capitolo, ma non è stato così: ha solo dato inizio alla fase che io chiamo “Il dolore: parte seconda”».

Camilla, la matrigna delle fiabe

Harry avrebbe anche pregato suo padre di non sposare Camilla, che ha sempre definito “l’altra donna”. «Nonostante Willy e io lo implorassimo di non farlo, mio padre ha fatto la sua scelta. Soprattutto William aveva sempre sospettato dell’esistenza di questa “altra donna”, e la cosa lo tormentava. Ma abbiamo comunque fatto a nostro padre i migliori auguri, senza risentimenti. Abbiamo riconosciuto il fatto che stava finalmente per coronare il suo sogno d’amore con la donna che aveva sempre amato». Harry confessa che però, la prima volta che incontrò Camilla, fece quello che si fa prima di una puntura: «Mi sono detto: “Chiudi gli occhi e non sentirai nulla”. Mi chiedevo se sarebbe stata crudele con me, se si sarebbe comportata come le matrigne delle fiabe».

Il costume della discordia

Tutti ricordano l’infelice costume da nazista che Harry indossò vent’anni fa durante una festa in maschera dal tema “Coloni e nativi”, e che lui stesso in Harry & Meghan definisce “il più grande errore della mia vita”. In Spare, Harry darebbe la colpa di quell’incresciosissimo episodio nientemeno che a William e Kate: sarebbero stati loro a dirgli di indossarlo. «Ho telefonato a Willy e Kate», scrive il duca di Sussex, «chiedendo loro un suggerimento. “Un’uniforme nazista”, mi hanno detto. Quando mi videro al party scoppiarono a ridere: “Sei più ridicolo di Willy vestito da leone!”, dissero ridendo».

Cocaine Harry (e Virgin Harry)

L’altro “misfatto” che hanno sempre imputato a Harry è l’uso di droghe, in particolare la cocaina. Nel libro racconterebbe, finalmente, tutto: «Quand’ero adolescente l’ho provata, sì», ammette. «[La prima volta] è successo nella casa di campagna di un amico, durante una battuta di caccia. Mi è stata offerta, e da quella volta mi è capitato di farlo in altre occasioni. Non è stato così divertente, mentre tutti gli altri attorno a me sembravano divertirsi moltissimo. Ma mi ha fatto sentire diverso, è quello per me era già una gran cosa, all’epoca». Altro episodio immortalato nel memoir è la serata a casa di Courteney Cox, la Monica di Friends per cui il principino confessa di aver avuto una cotta, in cui dice di aver provato «dei cioccolatini ai funghi allucinogeni: ricordo di essere andato in bagno e aver visto un cestino diventare un volto umano». Quanto alla perdita della verginità, altro tema assai chiacchierato, sarebbe successo «con una donna molto più grande di me, nel corso di un episodio non esattamente memorabile», svela il principe. «Era una donna che amava molto i cavalli, e mi ha trattato proprio come un giovane stallone. Una corsa veloce, per poi mollare la briglia e rimettermi al mio posto. È successo in un prato, dietro un pub gremito di gente».

Gli attacchi di panico

Harry, che ora si occupa in prima persona di campagne di sensibilizzazione a tema salute mentale, ha sofferto lui stesso di attacchi di panico. E, scrive oggi, non ha trovato la solidarietà del fratello Harry. «Ero agorafobico, il che rendeva pressoché impossibili i miei impegni pubblici. Dopo un discorso che non poteva essere cancellato, e durante il quale stavo quasi per svenire, Willy è venuto da me dietro le quinte. Si è messo a ridere e mi ha detto: “Harold, guardati! Sei bagnato fradicio!”. Lui, tra tutte le persone possibili, si è comportato così. Lui che, insieme a Kate, era presente quando ho avuto il mio primo attacco di panico. Stavamo andando a una partita di polo nel Gloucestershire, sulla loro Range Rover. Ero seduto nei sedili posteriori e Willy mi guardava dallo specchietto retrovisore. Ha visto che stavo sudando moltissimo e mi ha chiesto “Harold, stai bene?”. No, non stavo bene. È stato un viaggio di parecchie ore, e molto spesso chiedevo loro di fermarsi per poter prendere un po’ d’aria».

Questo matrimonio non s’aveva da fare

Nell’autobiografia di Harry non è risparmiato neanche il “giorno più bello” di William e Kate, che Harry definisce «un altro addio» tra lui e il fratello. «Il fratello che accompagnavo lungo la navata di Westminster Abbey quella mattina se n’era andato. Per sempre. Non sarebbe mai più stato il Willy di una volta. Non avremmo mai più corso insieme nelle sterminate pianure del Lesotho, non avremmo mai più condiviso lo stesso tetto mentre imparavamo a pilotare un aereo. Che cosa ci ha separati per sempre? La vita». Harry dice che la cognata Catherine quel giorno era «bellissima», ma anche che «ho una specie di blackout riguardo a tutta la cerimonia. Quando lui e Kate sono usciti dall’abbazia verso la carrozza che li avrebbe portati a Buckingham Palace, ricordo di aver solo pensato: “Addio”».

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