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Travis Scott è la gallina dalle uova d’oro del marketing

Come il rapper da 12 milioni di spettatori in un concerto online su Fortnite è diventato anche una specie di Re Mida per chiunque collabori con lui, da Sony a McDonald's

Tutto ciò che tocca diventa oro. E si trasforma in un ottimo prodotto da vendere in tutto il mondo. Che Travis Scott sia un rapper di successo, non vi sono dubbi, tutti lo sanno. Dalla sua Houston, città dove è nato, al palco di Fortnite – con oltre 12 milioni di persone connesse per il suo concerto digitale in formato Avatar – ci sono voluti solo 29 anni. Un record a tutti gli effetti. 

Non tutti sanno, invece, che Scott, oltre a essere performer – e influencer, visto i suoi oltre 35 milioni di follower su Instagram – è anche un grandissimo manager che guida uno dei marchi di lifestyle più hype del momento, che si chiama appunto Travis Scott. Con il quale il creativo continua a chiudere contratti di co-branding dal valore di milioni e milioni di dollari, in diversi settore: dalla moda al food, passando per l’universo della tecnologia e quello del gaming. Nulla, per davvero, è dato al caso.

Qualche esempio “stellare”? Su StockX, la prima piattaforma di reselling e vero e proprio mercato azionario dedicato ai beni di consumo al mondo, le sneakers frutto delle collaborazioni con Travis Scott (tra tutte, i modelli Jordan 1 e Nike SB Dunk) vengono abitualmente rivendute a più di mille dollari, così come i collectibles e gli accessori che portano il suo nome. Il suo merchandising – la linea Cactus Jack, che durante il primo lockdown ha prodotto pure le mascherine – è così richiesto da essere diventato oggi il secondo marchio di streetwear più rilevante su StockX, arrivando a superare brand come Off-White, BAPE e Kith. Non solo. In tutte le categorie prodotto, il volume delle vendite legate a Travis Scott è aumentato del 400% dal 2018: se fino a due anni fa, sulla piattaforma erano presenti 60 prodotti, oggi questo numero supera le 600 unità, con il 95% delle vendite attive che si aggira a prezzi di gran lunga superiori rispetto a quelli al dettaglio. Davvero da non credere.

Il rapper non si è fermato al mondo dello streetstyle, ma ha puntato a quello del fast food, per abbracciare strategicamente anche nuovi target di persone. È nata così la collaborazione con McDonald’s. È vero: la prima partnership tra la catena di ristoranti americani e una celebrity è stata quella con Michael Jordan nel 1992, ma il successo ottenuto dal co-branding con Scott non ha avuto precedenti. Tra i prodotti più iconici e divertenti vi sono il cuscino a forma di Chicken McNugget, venduto in questi giorni su StockX per oltre 400 euro, mentre la T-shirt Travis Scott x McDonald’s Crew è diventata l’articolo, nella categoria Artist Merch, più venduto nella storia della piattaforma di reselling.

Se passiamo poi ad analizzare anche la collaborazione con il marchio di cereali Reese’s Puffs avvenuta nel giugno dello scorso anno, gli ultimi dubbi svaniscono del tutto: la Puffs Bowl, infatti, è stata venduta oltre 600 volte a un prezzo medio di rivendita di 60 dollari. Infine, la partnership con Playstation, che ha fatto impazzire tutti i Millennial del mondo. Travis Scott è diventato lo Strategic Creative Partner del lancio del nuovo modello di consolle firmata Sony – già sold out e già in reselling, ma l’azienda ha già confermato il restock entro la fine dell’anno. Secondo rumors, questa collaborazione, rinominata TS5, potrebbe trasformarsi, visto il grande successo, in collaborazione continuativa con l’obiettivo di creare nuovi prodotti e videogiochi insieme. La notizia, rimbalzata ovunque, ha fatto storcere il naso anche ai nerd più “estremisti” che non avevano mai visto nulla di simile avvenire prima d’ora in casa Sony. Ah, potere del marketing.

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