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Tutto quello che “loro” non vogliono farti sapere sul complottismo

"Complotti!", il nuovo libro del giornalista Leonardo Bianchi, è una cronaca dell'evoluzione del complottismo contemporaneo, da QAnon alla pandemia, per cercare di capirci qualcosa

A sinistra, Jake Angeli, "lo sciamano di Q", Robert Nickelsberg/Getty Images. A destra la copertina di "Complotti!"

Il dilagare delle teorie del complotto è con ogni probabilità uno dei fenomeni più importanti del mondo contemporaneo – e allo stesso tempo uno dei meno discussi. Anche se le sue conseguenze finiscono per avere un impatto sulla nostra vita di ogni giorno, plasmando l’opinione di larghi strati della popolazione su temi importanti come i vaccini o l’immigrazione, facciamo fatica a vedere chiaramente il legame tra il nostro amico che non vuole farsi il vaccino perché non si fida e il fenomeno generale del complottismo, che nella nostra testa è ancora qualcosa alla X-Files, alla Fringe, con i cappelli di stagnola, gli UFO, gli Illuminati e i rettiliani. 

Negli ultimi anni, però, il complottismo è cambiato. Si è evoluto. I temi di fondo sono rimasti gli stessi – la contrapposizione tra “noi” e “loro”, ad esempio, la sfiducia nei confronti di ogni tipo di autorità, la condizione che la realtà non sia come appare – ma si sono adattati in modo più efficace alla società contemporanea. La pandemia ha agito come catalizzatore di questa evoluzione, stimolando ulteriori adattamenti, facendo nascere nuove teorie del complotto e legandole una all’altra fino a raggiungere quella che alcuni hanno chiamato “la singolarità complottista”. L’über-teoria del complotto, quella che in un certo senso le comprende tutte, quella che non è solo una teoria ma un vero e proprio schema interpretativo alternativo della realtà in cui viviamo.

Finora questo processo non era stato ancora raccontato in modo completo, perché chi se ne occupava tendeva a farlo con un’impostazione analitica: vi spiego come funzionano i complotti, perché la gente ci cade, come la si può tirare fuori. Quello che fa Leonardo Bianchi – giornalista e news editor di VICE Italia – nel suo nuovo libro Complotti! Da Qanon alla pandemia, cronache dal mondo capovolto (Minimum fax, 2021) è invece qualcosa di diverso: una cronaca dell’evoluzione del complottismo contemporaneo e del salto qualitativo che ha fatto nell’ultimo biennio. 

I momenti chiave sono ovviamente due: l’assalto trumpista al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e la pandemia. Il primo rappresenta il punto di arrivo di una serie di tensioni di cui Bianchi traccia la genealogia – tensioni che arrivano da lontano, dagli ultimi 20 anni almeno, che si acuiscono con la presidenza Trump e che trovano il loro sfogo nei fatti del 6 gennaio. È una parabola che parte dall’Undici Settembre, passa per le teorie del complotto su Obama, per le email di Hillary Clinton, per la vittoria di Trump come prima vera “esperienza politica” dei complottisti. Ed è una parabola che riflette la grande incertezza che ha avvolto gli Stati Uniti dal 2001 ad oggi. 

Il secondo momento chiave è la pandemia, che ha costretto tantissime persone a casa davanti al computer, finendo per farne precipitare molte nel vortice del complottismo a furia di sfogliare pagine web e scrollare i social. La pandemia che ha esacerbato le tensioni tra l’interesse collettivo e l’interesse individuale, partendo dalla rabbia contro le restrizioni anti-contagio, passando per il negazionismo del virus e arrivando a formulare teorie del complotto di vario genere che coinvolgono Big Pharma, i vaccini, oscuri piani di élite mondiali onnipotenti che hanno pianificato tutto per i loro fini. 

La forza del libro di Bianchi, appunto, sta nel fatto che non è un’analisi. È piuttosto una fotografia di un certo fenomeno in un determinato momento storico, cercando di mostrarlo per quello che è con lo strumento della cronaca giornalistica – frequenti sono, appunto, i rimandi a singoli casi di cronaca, casi magari anche noti ma che singolarmente finirebbero dimenticati, mentre presi tutti insieme diventano significativi. È lo stesso metodo del precedente libro di Bianchi, La gente. Viaggio nell’Italia del risentimento (minimum fax, 2017) che si occupava del fenomeno del “gentismo”, ovvero del brodo di cultura pre-politico del populismo, nel nostro Paese.

In breve, Complotti! non è un libro che spiega come mai si diventa complottisti o come mai il complottismo ha appeal: è un libro che ti dice “sta succedendo questo, questo e questo” e che unisce i puntini. Non è un libro che pensa, è un libro che osserva. È qui che sta la sua forza e anche la sua capacità di durare: anche quando il complottismo sarà cambiato di nuovo completamente, leggerlo avrà ancora senso, non più come fotografia del presente ma come testimonianza storica. 

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