E’ in assoluto la versione più cattiva della Renault Megane, quella siglata R.S. (che sta per Renault Sport), rilanciata a metà del 2020 ed è stata sviluppata dal reparto corse della casa francese. La base di partenza è quella della più ‘mortigerata’ berlina a quattro porte e cinque posti e si può scegliere in altre tinte, anche il suo colore di ordinanza è il giallo delle Renault di Formula 1.
L’istinto ‘racing’ lo si intuisce al primo impatto, con tutto il fiorire di appendici aerodinamiche aggiunte e, soprattutto, con le generose ruote da 19” di disegno specifico per la versione Trophy. Davanti si intravedono le pinze rosse dell’impianto firmato dalla Brembo mentre sotto i fari ci sono luci a led in guisa, seppure parziale, di bandiera a scacchi. Altro tocco di ‘cattiveria’, ecco l’antenna a pinna di squalo. Dentro, poi, è tutta un’abbondanza di Alcantara e non manca nemmeno la possibilità di installare i sedili anteriori Recaro da competizione. Dietro, fa bella mostra di sé il terminale di scarico centrale, i diffusori laterali e l’ampio spoiler posteriore.
Il bello, quello vero, arriva però da sotto il cofano, dove batte il quattro cilindri turbo da 1,8 litri che assicura prestazioni entusiasmanti e un potenziale massimo di ben 260 km/h. Su pista, s’intende. C’è persino, in stile da Formula 1, la funzione di partenza assistita, o launch control.
I 300 CV della ‘Peste vestita di giallo’ sono tutti scaricati sulla trazione anteriore. Esagerata per la strada di tutti i giorni, la Trophy trova il suo campo da giochi preferito nei track day, dove apprezzare le sue doti più estreme e corsaiole, il telaio Cup che trasmette ogni singola sensazione che arriva dall’asfalto poco, pochissimo, più sotto al pilota. Ora che Renault Sport, marchio celebre per aver dato vita a vetture come R5 Turbo, Clio V6, Mégane R.S. Trophy, è destinato a confluire all’interno di Alpine, il marchio sportivo di Renault riportato in auge con la nuova A110, ci aspettiamo che la Trophy resti la Trophy. E pazienza se il giallo-giallissimo dovesse cedere il posto all’azzurro-azzurrissimo Alpine.
Piace a Rolling Stone perché: è assolutamente esagerata