Rolling Stone Italia

5 cose che vorremmo dal nuovo album di Adele

Basta dischi del lockdown: dal nuovo lavoro della queen della musica inglese ci aspettiamo canzoni enormi e ritornelli epici. E magari lo spirito da ragazzaccia che mette sottosopra il salotto buono del pop

Foto: Alasdair McLellan

Chiedete a un fan cosa desidera dal nuovo disco di Adele e probabilmente vi risponderà: voglio piangere. Chiaro, Adele è voce del verbo struggere. Mentre le altre popstar imbastiscono racconti sull’empowerment, lei ti fa commuovere coi meccanismhi più classici della canzone pop, lei canta che soffre e tu soffri con lei. E poi? Cos’altro vorremmo dal prossimo disco dell’inglese, oltre a una pioggia salata pop?

È il momento giusto per domandarlo. Nei giorni scorsi alcuni cartelloni pubblicitari sono apparsi in varie città del mondo con il numero “30” su uno sfondo verde petrolio. Nessuna scritta, solo il numero che si presume sia il titolo del nuovo album di Adele. Si sa che la queen della musica inglese ama chiamare i dischi con la propria età in momenti chiave della vita: il primo 19, poi 21, quindi 25. Oggi Adele ha 33 anni, ma ne aveva 30 quando si è separata dal marito Simon Konecki (il divorzio è stato formalizzato quest’anno).

Venerdì scorso il numero 30 è stato proiettato su vari monumenti, fra cui il Colosseo a Roma, una specie di bat-segnale che preannuncia un’operazione di lancio in grande stile. Una mezza conferma che si tratti davvero di Adele è giunta dal sito ufficiale della cantante che ha cambiato look. Ora c’è solo la scritta “Adele” con lo stesso lettering di “30” e il medesimo sfondo colorato. L’iscrizione alla newsletter è gestita dalla Sony: è chiaro che sta per succedere qualcosa (Aggiornamento: La cantante ha annunciato l’uscita di un nuovo singolo). Ah, Adele ha anche ripreso a twittare dopo nove mesi rispondendo all’account ufficiale di Twitter durante il grande #Facebookdown, #Instagramdown e #WhatsAppdown di ieri. «Hello literally everyone», ha twittato il SMM del social rimasto in piedi. «Hiya babes!», ha risposto Adele. Anche quando non dice nulla, la cuoricinano in 200 mila.

La domanda è: cosa ci piacerebbe ascoltare? Cosa desideriamo da 30, oltre all’alto tasso di frignabilità? Ecco le 5 cose che vorremmo, pronti a essere presi in contropiede, persino ad ascoltare l’album che la cantante annunciava scherzosamente nel giorno del suo trentunesimo compleanno: «Per farvi dispetto, 30 sarà un disco drum & bass».

1Dev’esserci lo spirito da ragazzaccia nel salotto buono del pop

Indiscrezioni vogliono che uno dei temi del disco sia il divorzio da Simon Konecki. Anzi, è il desiderio di chi vuole un’altra grande crying session. Ci sta: l’espressione del dolore è la cifra di Adele. Nostra signora della lacrima è però anche una ragazzaccia simpatica e una entertainer brillante. Lo si capisce quando si esibisce dal vivo, lo è si è capito quando è stata ospite del SNL un anno fa e in molte altre occasioni. Emerge decisamente meno dai dischi ed è un peccato. Perché non tirare fuori questa cosa? Lei è una che può raccontare di quando ha pisciato accanto a Jennifer Aniston e l’ha chiamata Rachel, è una che fa il dito medio ai Brit Awards in direzione di chi le ha tagliato il discorso, in concerto è una mezza stand-up comedian. Ecco, ci piacerebbe che dal nuovo album venisse fuori anche questo lato, lo spirito da donna della working class che entra nel salotto buono del pop, l’amica sboccata del pub che però sa anche cantare da dio.

2Basta che non sia un disco del lockdown

Vogliamo un grande album pop, clamoroso, enorme. Vogliamo i ritornelli e i lustrini. Vogliamo lo spettacolo. Perché, ammettiamolo, siamo un po’ stufi del rosario di dischi del lockdown che i cantanti pop stanno recitando a volte mestamente – pure Elton John, signore delle piume e del glitter, sta per pubblicare le sue Lockdown Sessions. Riusciranno Adele e gli autori che l’affiancano a eludere o almeno a non impantanarsi nel tema? Vale anche per il suono e per chiunque lo produca – i crediti di 25 erano una specie di who’s who del pop contemporaneo. Dopo un anno e mezzo di dischi dal sound minimale, prodotti come confessioni intime sussurrate direttamente all’orecchio del pubblico, vogliamo roba che rimbombi. Se è showbiz, che sia showbiz fino in fondo. Basta atmosfere dimesse. Vogliamo tornare alla (a)normalità del pop, dove ogni cosa brilla di più che a casa nostra. Vogliamo il pathos, quello esagerato.

3Deve avere i pezzi

Un tempo era scontato che che un grande disco pop contenesse grandi canzoni. Oggi non lo è più, per un semplice motivo: non sempre servono. Ci sono bei dischi che spiccano per altre ragioni: la produzione originale, le costruzioni ritmiche, gli arrangiamenti, i testi, brevi frasi strumentali che diventano meme sonori. Adele è diventata Adele anche perché ha i pezzi, ovvero canzoni larghe e cantabili, spudoratamente melodiche. Quelle che un tempo si diceva: questa è da greatest hits. Canzoni che poi uno ritrova dappertutto: in radio, nelle pubblicità, nelle serie, presenze ubique nel pop. Ogni album di Adele conteneva pezzi del genere. Il successo di 30, se davvero 30 si chiamerà, dipende anche dalla spudoratezza delle composizioni. In un mondo di canzoni-meme, da Adele vogliamo canzoni-canzoni.

4Deve contenere almeno una canzone potente come ‘Skyfall’

Chiedete a un centinaio di fan di Billie Eilish qual è la canzone che preferiscono del suo repertorio: è probabile che quasi nessuno scelga No Time to Die. Fate la stessa domanda ai fan di Adele e vedrete che Skyfall verrà fuori molto più spesso. Il motivo è semplice: il vestito tipico di una classica Bond song – dalla tonalità minore alle progressioni jazzate, dall’atmosfera misteriosa ai ritornelli drammatici, perfetti per una voce potente e intensa – calza a pennello all’inglese. E anche se l’ultimo 007 con Daniel Craig è appena arrivato in sala, perché non riprovarci senza di lui?

5Lo vogliamo sentire dal vivo

Secondo Vulture, i collaboratori di Adele hanno contattato vari network televisivi con l’idea di mettere in piedi uno speciale per l’uscita dell’album, speciale che potrebbe andare in onda prima della fine del 2021, un altro indizio sul fatto che ascolteremo 30 prima di capodanno. Lo special potrebbe essere trasmesso da un canale televisivo tradizionale e/o da un player digitale come Amazon Prime Video o Apple TV. Tutte ipotesi. L’importante è che poi ce lo faccia sentire dal vivo, questo benedetto disco. Sarebbe uno dei pochi casi in cui ci andrebbe bene anche un concerto da seduti.

Iscriviti