Nessuno è riuscito a eguagliare l’approccio politico che i Public Enemy hanno portato nell’hip hop. Per me sono al livello di Bob Marley e di pochi altri, rari casi di artisti in grado di fare grande musica e allo stesso tempo trasmettere un messaggio sociale e politico. Ma se la musica di Marley ti attirava dolcemente a sé, Chuck D ti prende per il collo e ti costringe a stare a sentire.
Ricordo perfettamente la prima volta che ho sentito Rebel Without a Pause: eravamo in tour con i Run-DMC e un giorno Chuck D ha messo su una cassetta che avevano appena registrato. Era la prima volta che usavano i fiati su beat così violenti ed era diverso da quel che avevo ascoltato fino a quel momento. Mi ha fatto andare fuori di testa. Più avanti, ricordo che ho ascoltato Black Steel in the Hour of Chaos a ripetizione, era sempre nelle cuffie quando è uscito It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back. La premessa del pezzo – il parallelo tra il sistema carcerario americano e lo schiavismo – mi ha sconvolto e la musica è incredibile, sia il sample di Isaac Hayes che le rime di Chuck D su un’evasione. Come molte loro canzoni, è come guardare un film.
I Public Enemy hanno cambiato tutto anche musicalmente. Nessuno nell’hip hop usava il rumore e i sintetizzatori atonali, soprattutto abbinati a elementi della musica di James Brown e Miles Davis. Nessuno nell’hip hop era mai stato altrettanto duro e forse nessuno lo sarà più. Al loro confronto, gli altri suonavano pulitini e allegri. La potenza della loro musica era perfetta per i testi. Sono stati anche il primo gruppo rap a concentrarsi sul formato album: potete ascoltare Nation of Millions o Fear of a Black Planet dall’inizio alla fine, non sono canzoni messe insieme a casaccio.
Per me, Chuck D è l’MC più importante della storia dell’hip hop. A livello di tecnica è uno dei più grandi: la sua potenza e la cadenza delle rime non hanno paragoni. Se in più consideriamo le cose che dice, è su un altro pianeta. Anche la combinazione con Flavor Flav è incredibile: Chuck è diretto e onesto, mentre Flav ci mette un po’ di follia. Sono perfettamente complementari.
I Public Enemy hanno trasformato l’hip hop in qualcosa di più del semplice intrattenimento. Hanno ispirato chi pensa che la musica possa cambiare le cose, e sono ancora oggi una fonte di ispirazione.
Il testo che avete appena letto fa parte della lista 100 Greatest Artists che Rolling Stone USA ha pubblicato tra il 2004 e il 2005. Potete leggerla qui.