Gender equality a Sanremo? No, grazie. Amadeus ha respinto l’idea avanzata da Enzo Mazza, CEO della Federazione Industria Musicale Italiana, di istituire delle quote femminili al festival. Dopo che una ricerca condotta da Spotify con GFK sul gender gap ha rilevato che le donne rappresentano solo il 14,1% del totale degli artisti presenti nelle classifiche italiane, il “capo” dell’associazione che rappresenta le maggiori imprese produttrici e distributrici del settore discografico ha proposto che a Sanremo 2022 ci siano il 50% di concorrenti donne.
«Sarebbe un grave errore scegliere le canzoni in base al sesso dell’artista. Gli interpreti vanno scelti in base alla bellezza delle canzoni», ha detto Amadeus in un talk della Milano Music Week moderato da Luca De Gennaro di MTV e a cui ha partecipato anche Claudio Fasulo, vicedirettore di Rai 1. «Dare quote alle donne è offensivo. La musica è arte e nell’arte non puoi creare zone prestabilite, devi farti guidare dall’onestà».
L’affondo: «Se questa proposta è ritenuta importante dalla discografia, dovrebbe partire da loro. A parte Caterina Caselli, non ricordo donne a capo di case discografiche. È giusto che si parta dalla grande discografia e dalle associazioni musicali».
Il festival si terrà dall’1 al 5 febbraio 2022. Amadeus ha spiegato che sono state presentate alla commissione più canzoni del solito. «Ne arrivano circa 200, quest’anno abbiamo superato i 300. Difficile portarle a 20, ecco perché saranno 24», ovvero 22 più le due che si aggiudicheranno Sanremo Giovani. Queste ultime verranno annunciate nella finale del 15 dicembre in diretta da Teatro del Casinò di Sanremo. Sarà anche l’occasione per conoscere tutti i big in gara a febbraio.
Dice il direttore artistico che la cancellazione della gara fra i giovani deriva dall’osservazione che «l’interesse per i giovani c’è qualora diventino big. E poi oramai la differenza fra giovani in gara e big si sta riducendo, si veda il caso di Madame l’anno scorso». Non essendoci la gara tra i giovani, Amadeus promette che «il primo big in gara canterà cinque minuti dopo la sigla».
«La giuria migliore è sempre quella popolare», ha detto Amadeus. Rispetto a Sanremo 2021, è stata quindi allargata la giuria demoscopica, «che si chiamerà Demoscopica Mille, perché sarà composta da 1000 persone per avere una maggiore rappresentatività» e il televoto entrerà in gioco già alla terza serata, quando canteranno tutti i big. Il televoto però è stato eliminato dalla selezione dei due giovani perché «è difficile per il pubblico, per quanto competente, valutare una canzone con un solo ascolto. Si rischia di votare in base alla città del cantante o del gusto personale. La commissione ha ascoltato queste canzoni una cinquantina di volte. Così come mi prendo la responsabilità i formare il gruppo dei big, non ha senso fare in modo diverso per i giovani».
Amadeus respinge l’ipotesi giornalistica di far decidere a una commissione di esperti chi andrà all’Eurovision Song Contest («che non condurrò io», dice rispondendo a una domanda) per avere un nome adatto a quella competizione. «Non sarebbe corretto, la vittoria deve essere in sintonia con il mercato. I Måneskin erano quello che serviva in Italia e nel mondo, una ventata di forza, energia e bellezza. C’è tutto: moda, talento, affiatamento, grinta, la presenza di una ragazza fortissima».
Il conduttore non si è sbilanciato sugli ospiti, né su chi lo affiancherà. «Conosco Fiorello da 35 anni e di solito so quel che vuole fare con una settimana di anticipo. Mi auguro che decida di esserci, ma lo deciderà lui come accaduto per gli altri due festival. Per lui le porte sono spalancate». In quanto ai rumors che vogliono Alessia Marcuzzi all’Ariston, Amadeus dice che «non posso né confermare né smentire. Ci sono rumors che sorprendono persino me, notizie incredibili, liste con tre o quattro nomi giusti e dieci sbagliati. Sanremo è anche questo, bisogna accettarlo. Però succede che dai tanti rumors vengano fuori nomi a cui non avevo pensato».
Dopo il boom dei Måneskin si è parlato di una maggiore presenza rock con in gara Ministri, Le Vibrazioni, Marlene Kuntz, Fast Animals and Slow Kids. «È vero che ci sono state più richieste di gruppi rock, ma non dobbiamo trovare i nuovi Måneskin che, come i nomi citati, hanno una loro storia. Faremo una valutazione complessiva, non ci sono essere preclusioni sui generi: vince sempre la canzone».
Qualcuno ha suggerito la presenza di Vasco al festival, magari in duetto coi Måneskin. «C’è il desiderio di avere grandi nomi, vediamo cosa accadrà. Quel palco appartiene a loro, ai big, a Vasco, ai Måneskin». Prima di gennaio 2022 non sarà possibile sapere se ci saranno ospiti internazionali, la cui presenza è stata impossibile nel 2021 a causa delle restrizioni anti-Covid. «È probabile che ci siano, ma nulla è certo. Per ora ci si parla, ci si comunica il reciproco desiderio di esserci». Ci sarà il pubblico. Fasulo: «La quantità precisa sarà stabilita nelle ultime tre settimane». Lo slogan di Amadeus: «Dobbiamo fare i vaccini, sennò ci ritroviamo in sala i palloncini».
Se Fasulo ha ricordato che Sanremo 2021 è stato preso da modello dai Brit Awards di quest’anno («Per realizzarli le relazioni internazionali della BBC hanno chiesto il protocollo di sanità alla Rai e lo hanno utilizzato»), Amadeus ha spiegato i due principali obiettivi dell’edizione 2022: «Desidero che rispecchi i gusti del pubblico, con le canzoni che vanno radio e nelle classifiche. E che sia un Sanremo normale, dopo un’edizione difficilissima che però ha suscitato grande affetto».
Ma Amadeus lo rifarebbe per la quarta volta? «Dico sempre che non lo rifarò e poi puntualmente lo rifaccio, perciò non rispondo più», ha risposto ridendo. L’ultima battuta: chi potrebbe fare Sanremo dopo di lui? «Solo donne».