Il 7 dicembre 1972 l’equipaggio dell’Apollo 17 scattò una foto della Terra. A decine di migliaia di chilometri di distanza, il pianeta sembrava una piccola biglia blu. E così fu soprannominata quella foto: Blue Marble, in inglese.
Quasi cinquant’anni dopo, la violinista Laura Masotto si è ispirata a quella celebre immagine per comporre un pezzo strumentale titolato appunto Blue Marble. «Volevo ritrarre l’energia vitale del nostro pianeta e degli esseri umani che la abitano utilizzando gli strumenti che amo: il violino, la viola, il violoncello, i sintetizzatori, il tamburo sciamanico, le campane tibetane e il gong».
Il pezzo è stato composto alla fine del primo lockdown. «È nato dal desiderio di urlare, dal bisogno di respirare, dall’urgenza di ballare, dalla necessità di vivere mentre fuori arrivava la primavera». Per il video, la musicista ha coinvolto la danzatrice contemporanea Chiara Frigo, che «con la sua performance ha messo in scena la forza primordiale della musica», e i musicisti ATŌMI (Lorenzo Setti, alle percussioni) ed Eleuteria Arena (al violoncello).
«Con il video abbiamo cercato tradurre in immagini l’intenzione unica che contraddistingue il lavoro di Laura, il suo suono, perfetta unione di classico e contemporaneo», racconta Marco Jeannin, che ha diretto il video di Blue Marble. «Lo abbiamo fatto cercando di mettere in risalto questo dualismo, allestendo un set caratterizzato da una scenografia composta solamente da luci al neon in una ex chiesa; un luogo imponente, di grande impatto, capace di dare ancora più respiro al brano. Location (il Carme di Brescia) che si è fatta palco per una vera e propria performance in cui musica e danza si fondono in un unico crescendo, andando a definire il ritmo stesso del video».