Se siete alla ricerca di un brano estivo diverso dai soliti tormentoni, magari con un tocco di funk e psichedelia, allora Veneto d’estate è la canzone perfetta. Il nuovo singolo dei Post Nebbia, il primo dopo l’album Canale paesaggi, è ipnotico e allucinato, tra suoni anni ’70 e una citazione del classico di Fabi-Gazzè. Parla di un’estate lenta e immobile, afosa e allucinata, fatta di noia e zanzare da scacciare.
Veneto d’estate rappresenta anche la prima collaborazione tra la band e Nico LaOnda, cantautore di base a New York. «Abbiamo iniziato a sentirci l’anno scorso e a mandarci materiale per lavorare a un insieme di canzoni», spiega Carlo Corbellini dei Post Nebbia. «Poi abbiamo scelto di concentrarci su questo beat funky che avevo in dispensa da un po’. Nico ha avuto l’idea per il ritornello e la metrica della strofa, poi pezzo dopo pezzo è nata questa canzone che parla sostanzialmente di bere al bar e di soffrire per la lentezza della vita, mentre si è immersi in quello che è notoriamente il contesto climatico peggiore in Italia, e di conseguenza invocare invano il nome dell’altissimo».
«Da Padova a New York eravamo sulla stessa barca: produrre musica», racconta LaOnda. «Abbiamo cominciato a condividere loop dall’inizio della pandemia, usavamo nomi come LaOnda Nebbia o Post Malonda. Alla fine abbiamo scelto un brano che prende a piene mani dai nostri ascolti, funk e R&B, psichedelia e pop, ma soprattutto dalla nostra ossessione: i compositori delle colonne sonore dei film anni ’70».
Il video, in anteprima qui su Rolling Stone, è un vortice allucinato di immagini, una «collezione di ricordi», come spiega la regista Michelle Pan. «Sono frammenti che raccontano la malinconia che si prova rincorrendo l’ultimo giorno d’estate. Sono foto, video e disegni che parlano di spensieratezza, gite fuori porta, umidità, spritzetti annacquati. Riflette un’atmosfera in cui mi riconosco perfettamente».