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Valentini, in anteprima il video di ‘When Everything’s Right’

Immerso in una natura sia rassicurante che cupa, un uomo fugge da qualcosa o da qualcuno: un nemico? La propria angoscia? «Quando le cose vanno bene io vado in ansia» spiega il musicista

Un uomo fa colazione, esce di casa, timbra il cartellino, lavora in fabbrica. E quando torna a casa si sente braccato da una presenza misteriosa. È un nemico? Un’angoscia invisibile? L’ansia che ci tormenta un po’ tutti? Succede nel video di When Everything’s Right di Valentini, musicista marchigiano che vive e lavora a Milano, produttore di Indaco, ImagiNation e Minerva per En?gma, per anni collaboratore di Molella.

«When Everything’s Right è un pezzo al quale tengo particolarmente», racconta, «perché nato in settimane in cui soffrivo in modo particolare la presenza ingombrante di un’ansia che mi porto dietro da quando sono nato. Presenza ingombrante e incomprensibile, tra l’altro, dato che tutto, o quasi, nella mia vita stava andando per il verso giusto. Quasi un ossimoro, una “mossa Kansas City” per citare Slevin con Josh Hartnett e Bruce Willis. Le cose vanno bene, io vado in ansia. Da qui il titolo. Sono felice che il brano riesca ad esprimere bene questa condizione “in bilico”: il pezzo è dolce, lento, quasi in slow motion, eppure c’è un’inquietudine di fondo che lo permea dall’inizio alla fine. E anche per il video abbiamo voluto mettere in scena una situazione del genere».

Diretto da Davide Valenti e nato in sinergia con Not Found Studio, il video è una trasposizione della visione musicale del pezzo. «Esprime l’essenza del brano», spiega il regista, «una sensazione che sembra appartenere un po’ a tutti noi, quell’angoscia da cui si cerca sempre di scappare, trasfigurata nel protagonista, interpretato dall’attore Paolo Faroni, e nella sua vicenda, che può essere vista e goduta come un thriller dalla tensione sempre crescente, ma anche nella sua lettura metaforica e introspettiva».

Il video è stato girato tra le pianure e i boschi del parco del Ticino a Cerano, tra Milano e Novara. «Riescono a dare forma a un ambiente cupo ma allo stesso tempo rassicurante, immersi nella natura», spiega Valenti. «Più di un nostro amico ha pensato che avessimo girato in Canada. Le scene si susseguono in un crescendo che si realizza in un finale inaspettato».

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