Durante gli anni ’60 e ’70 sono molte le donne di ogni ceto ed età che si riuniscono in collettivi per uscire dall’isolamento e interrogarsi sulle prospettive di emancipazione. All’interno di tali collettivi viene rifiutato il ruolo predominante dell’uomo, il pensiero patriarcale e l’immagine di donna vista come essere subalterno atto alla riproduzione. A livello politico si discute delle regole gerarchiche maschili vigenti nei partiti. Questo prelude alla nascita, all’interno della Nuova Sinistra, del Collettivo Femminista Comunista e di organizzazioni come il Centro italiano sterilizzazione e aborto, una clinica per aborti (quando la legge italiana è ancora al di là dall’essere approvata) creata a Firenze da Emma Bonino e Adele Faccio.
Col tempo i collettivi crescono e si trasformano in un fenomeno sociale diffuso, con numerose manifestazioni e incontri. Certe tematiche cominciano a trovare spazio all’interno delle radio libere, si moltiplicano i giornali, le case editrici (vedi La Tartaruga, ancora oggi in attività), i gruppi teatrali e i lavori discografici. È inevitabile che la musica diventi altoparlante per molti dei temi descritti, con album realizzati da cantautrici, gruppi, associazioni e collettivi. Lavori che, dai primi ingenui tentativi degli anni ’60 fino alla stagione calda dei ’70, si faranno sempre più radicali e combattivi, oppure affronteranno solo a tratti l’argomento (vedi gli esordi di Rettore e Nannini), ma in un modo destinato a lasciare il segno. Ci sono anche interpreti che cantano testi scritti da uomini, combattendo però per la causa allo stesso modo delle compagne. Quella che segue è una lista dei 10 album migliori, in ordine cronologico.
“Canzoni di una coppia” Margot (1963)
Canzoni di una coppia è uno dei primi album pubblicati in Italia di una cantautrice. La protagonista è Margot, nome d’arte di Margherita Galante Garrone, che analizza i lati più controversi del rapporto di coppia, interpreta le parti di entrambi i personaggi durante un litigio, ritrae una donna che truccandosi si accorge del tempo che passa mentre il marito indifferente legge il giornale, immagina il futuro dell’unione quando i figli saranno cresciuti. Sono quadretti di vita nei quali una donna si interroga, come mai prima, sul suo peso all’interno della società e del matrimonio.
“Diario di una sedicenne” Donatella Moretti (1963)
Quello di Donatella Moretti è uno dei primi concept album italiani. Il disco racconta i pensieri di una adolescente come fosse un diario, ma lo fa con piglio decisamente rivoluzionario per il tempo. La protagonista non è mai mera spettatrice di ciò che le accade, ma cerca un ruolo attivo per dire le cose sulla propria vita e, quando è il caso, denunciarle, vedi Matrimonio di interesse, esplicativa fin dal titolo. Le canzoni sono scritte da Loredana Ognibene, con gli arrangiamenti curati da Ennio Morricone.
“Son sempre io la donna” Dania (1974)
È il compositore Gianni Siviero a curare i brani del concept Son sempre io la donna della giovane cantante Dania Colombo, che in precedenza aveva interpretato il tema del film I cannibali di Liliana Cavani. L’album, arrangiato da Virgilio Savona, comprende una serie di brani di pop sinfonico con testi che – come quelli dell’album di Margot – si interrogano in maniera costruttiva sulla coppia, rifiutando di prendersi le colpe dell’uomo, affrontando la solitudine, il rapporto con i genitori e la violenza casalinga.
“Donna Circo” Gianfranca Montedoro (1974)
Donna Circo viene registrato (con l’ausilio dei musicisti del gruppo prog italiano Murple), stampato e mai distribuito per disinteresse della casa discografica. Montedoro viene dal jazz e il disco nasce dal fortunato incontro con la poetessa Paola Pallottino che compone i testi di questo straordinario concept pop/jazz/prog nel quale si analizzano esperienze e contraddizioni dell’universo femminile come fossero numeri da circo. Snobbato delle rappresentanti del Movimento, l’album dovrà attendere il 2021 per vedere la luce grazie alla ristampa curata da La Tempesta.
“Canti di donne in lotta” Il Canzoniere Femminista (1975)
Qui siamo in territori molto roots, con canzoni chitarra e voci, registrate senza grandi mezzi nelle quali è il messaggio del testo la cosa più importante. Il Canzoniere Femminista è un ensemble musicale nato in seno al Comitato Padovano per il Riconoscimento del Salario alle Casalinghe e interpreta brani sul 1° maggio trasfigurato nella “giornata di sciopero del lavoro domestico” e altre con titoli come Aborto di Stato, Amore e potere o C’era una volta, racconto di uno stupro senza peli sulla lingua. Un grande documento di forza e ispirazione.
“Alle sorelle ritrovate” Antonietta Laterza (1975)
Uno degli album manifesto della lotta femminista dei ’70. Antonietta Laterza è cantante, attrice e parte integrante del Movimento. Nel 1975 Gianni Sassi le offre la possibilità di incidere per la Cramps Alle sorelle ritrovate, disco dal vivo nel quale è accompagnata dalla chitarrista Nadia Gabi. La forte identità è messa in luce soprattuto in brani come Simona, sull’amore fra donne in contrapposizione all’“eterosessualità obbligatoria” a cui spinge la società. La copertina, raffigurante l’attivista Valeria Magli, diventerà iconica.
“Ogni giorno si cantano canzoni d’amore” Donatella Rettore (1975)
Prima dei grandi successi, la 19enne Rettore esordisce come cantautrice impegnata, lontana anni luce dallo stile che la renderà famosa. Il disco, realizzato con l’ausilio di Gino Paoli, si segnala sopratutto per una canzone che affronta lo scottante tema dell’aborto (Maria Sole) e per la sua generale atmosfera malinconica e disillusa, nonostante la giovane età della cantante.
“Canti delle donne in lotta n.2” Movimento Femminista Romano (1976)
Il secondo volume della serie Canti delle donne in lotta, a cura della seziona romana del Movimento, è ancora una volta un’opera senza compromessi, con una serie di ballate tanto scarne musicalmente quanto potenti a livello di testi. Le note di copertina sono chiare: «Nel novembre del 1972, noi del Movimento Femminista Romano non ci sentivamo noi stesse cantando canzoni di lotta scritte da uomini. I nostri problemi e le nostre conquiste non potevano esprimersi in ciò che è la tradizione maschile. Così cominciammo a cantare al “femminista” di famiglia, ruoli sessuali, coppia, omosessualità, prostituzione, aborto e lavoro».
“Gianna Nannini” Gianna Nannini (1976)
Come Rettore, anche Gianna Nannini agli esordi è qualcosa di completamente diverso dalla rocker nella quale si sarebbe trasformata da lì a poco. Con una backing band di tutto rispetto (musicisti di PFM, Battisti e altri), il suo esordio trasuda disagio giovanile, con canzoni che affrontano apertamente il tema della sessualità, dell’infanzia e dell’aborto come Morta per autoprocurato aborto o Ti avevo chiesto solo di toccarmi.
“Sputafuoristrega” Paola Pitagora (1976)
Misconosciuto album dell’attrice Paola Pitagora che musicalmente si spinge in territori inaspettati come il Rock in Opposition e l’avant prog. Il tutto a vestire canzoni con testi stranianti nei quali la performer incita a dar vita alla strega che la società perbenista odia e che vorrebbe a tutti i costi mandare al rogo. Anche qui basta un titolo per dire tutto: Frigida, e poi?