È una tendenza che esiste da sempre, ma i social hanno scoperchiato questo vaso di Pandora in maniera ancora più dirompente e radicale: le donne non sanno fare squadra. Non sempre, almeno. Non abbastanza. Non sulle cose importanti.
Basta dare un’occhiata a qualsiasi post, foto o presa di posizione che riguardi temi particolarmente sensibili per l’universo femminile. Succede a tutti i livelli, nessuno escluso: dai gruppi segreti delle mamme pancine ai blog hipster e neofemministi, è quasi matematico che se una ragazza parla di slut shaming, body positivity, aborto, stupro, libertà riproduttiva e molto altro, a un certo punto interverrà un’altra ragazza (o addirittura un’altra signora attempata) a darle pubblicamente contro. Dei veri e propri flame in cui i maschi si limitano a prendere i pop corn e godersi lo spettacolo, uscendone di fatto come gli unici vincitori, perché là dove il fronte è diviso diventa ancora più difficile ottenere rispetto, diritti, considerazione.
Chadia Rodriguez incarna perfettamente la potenziale protagonista involontaria di una situazione del genere. È una ragazza poco più che ventenne, di talento, bellissima, perfettamente a suo agio con la sua femminilità e il suo corpo, arrivata al successo nonostante un vissuto particolarmente complesso alle spalle. Finora molti dei singoli che ha pubblicato hanno un messaggio forte, da Sister – Pastiglie (sull’uso e abuso di psicofarmaci e altre sostanze da parte delle giovanissime) a Sarebbe comodo (sulle violenze e l’indifferenza in mezzo a cui è cresciuta da ragazzina) fino a Bella così (sul body shaming e il cyberbullismo nei confronti delle donne). Eppure c’è ancora una fetta di pubblico che ignora il messaggio e si ferma all’apparenza, criticandola ferocemente per la sua fisicità, per l’atteggiamento libero, per il linguaggio esplicito, per le sue scelte in fatto di look e vestiti. E magari insinua anche che sia arrivata dove è arrivata non per meriti propri, ma per altri motivi.
Nonostante la sua fan base sia in gran parte femminile – il che è ovvio e scontato, viste le tematiche di cui parla nei suoi brani – spesso le sue più acerrime nemiche, online e offline, sono state le donne stesse. Nasce così il singolo Donne che odiano le donne, che esce proprio oggi e nonostante i toni amari e a tratti rabbiosi, sarebbe da considerare più che altro come uno spunto di riflessione, una lettera aperta a tutte noi: perché ci vogliamo così male, singolarmente e come categoria?
«Si parla spesso di abbattere qualsiasi disuguaglianza tra generi e di girl power, cose importantissime in cui anche io credo fermamente; sono anche dell’opinione, però, che spesso ci si concentri solo sul maschilismo e su quanto le donne vengano messe in difficoltà da un mondo di uomini, quando invece spesso sono le donne stesse a farsi la guerra per prime. E io, sinceramente, non ci sto: credo nella solidarietà» spiega Chadia, raccontando le motivazioni che si celano dietro il brano. «Nella vita purtroppo mi è capitato molto spesso di essere ostacolata in primis da ragazze. Penso che questo genere di comportamento scaturisca prevalentemente dall’invidia, che sfocia in odio e poi in disprezzo».
In un periodo in cui i riflettori sono puntati sul movimento #MeToo, che spesso identifica gli uomini come la causa di tutti i mali della società e della mancata parità tra i sessi, queste parole potrebbero suonare quasi provocatorie, soprattutto dette da una rapper nota per non andare mai troppo per il sottile, né con le immagini né con le sue barre. La speranza è che vengano lette come un tentativo di creare un dibattito costruttivo, e perché no, una rete che vada oltre gli hashtag e promuova davvero gli interessi di tutte, cominciando dal particolare prima di sfociare nell’universale.