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10 canzoni per Pattie Boyd, che oggi compie 80 anni

Da ‘Something’ a ‘Golden Ring’, e ovviamente ‘Layla’, la colonna sonora del più celebre triangolo nella storia del rock: la modella, George Harrison, Eric Clapton. E pure Ron Wood. Più ossessione (e sesso) che amore. Un estratto dal libro ‘Contesa e calpestata’

Foto: Michael Ward/Rex Features

Pattie Boyd, una delle grandi muse rock che ha ispirato George Harrison, Eric Clapton e Ron Wood, compie 80 anni. Anche a lei in fondo dobbiamo classici come Something e Layla. Celebre modella negli anni ʼ60, è stata sposata prima con George Harrison e poi col grande amico di questʼultimo Eric Clapton, uno dei triangoli più celebri della storia del rock. Ecco 10 canzoni a lei ispirate in un estratto dal libro di Riccardo Russino Contesa e calpestata (Caissa Italia Editore).

I Need You

The Beatles

1965

George Harrison e Pattie Boyd sono fidanzati da nemmeno un anno, hanno una discussione, litigano, lei minaccia di lasciarlo, anzi, lo lascia proprio, lui va in cortocircuito e riversa le sue paure e le sue fragilità in una canzone, I Need You. La canzone svela molto più di quello che una lettura veloce può suggerire: George Harrison ha trovato in Pattie Boyd, oltre allʼamore, una fonte di equilibrio nella follia della beatlemania e la solidità del loro rapporto è fondamentale. La crisi, per inciso, rientra in fretta.

If I Needed Someone

The Beatles

1965

If I Needed Someone segna lʼentrata in scena delle groupie da cui i Beatles sono circondati. Harrison però ribadisce il proprio amore per Pattie Boyd: si rivolge a una ragazza, senza nome e che incarna in sé tutte le groupie, alla quale dice che, se avesse bisogno di qualcuno da amare, si rivolgerebbe a lei, ma adesso lui è troppo impegnato con la sua carriera e, soprattutto, troppo innamorato. Insomma, è arrivata nel momento sbagliato. Però meglio lasciarsi una spiraglio aperto, non si sa mai che cosa riservi la vita: “Incidi il tuo numero sulla mia parete / E forse ti chiamerò”. È la vita che irrompe nelle canzoni di George, con le sue contraddizioni e le sue tentazioni, comprese quelle a cui è più difficile resistere, quelle sessuali.

Something

The Beatles

1969

George canta un amore vero, concreto, calato nel reale, non idealizzato come quello delle prime canzoni dei Beatles. Il primo verso, di potente bellezza, è fondamentale: “Qualcosa nel modo in cui si muove / Mi attrae come nessunʼaltra”. Ecco, “qualcosa”, George non sa che cosa, non riesce nemmeno a ipotizzarlo, resta generico, ma è un “qualcosa” ben conosciuto da tutti gli innamorati: guardi la persona che ami e ne sei attratto. E poi, nel sorriso di lei cʼè la certezza della solidità del rapporto: “Da qualche parte nel suo sorriso lei sa / Che non ho bisogno di nessunʼaltra donna”. È unʼimmagine stupenda di vita vera: le coppie affiatate si capiscono con un sorriso, nel quale può esserci tutto, anche il segno di pace dopo una lite. Anni dopo però Pattie spenderà parole amare parlando di questa canzone: «Anche se aveva cantato che non aveva bisogno di nessunʼaltra donna, beh, non era vero. No, lui voleva essere libero, voleva tutto: la libertà e la moglie a casa».

Layla

Derek and the Dominos

1970

Eric Clapton: «Layla fu un consapevole tentativo di parlare con Pattie del fatto che mi teneva a distanza e non voleva venire a vivere con me». Pattie Boyd: «Non ero per nulla contenta che Eric avesse scritto Layla mentre ero sposata con George». Layla trasuda passione, urgenza, rende palpabile lʼirruenza dellʼamore, lʼincapacità di attendere oltre che Layla-Pattie si decida ad accettare lʼinevitabilità dellʼamore che la legherà a Eric. Clapton va dritto al punto: “Che cosa farai quando resterai sola / Senza nessuno ad aspettarti?”. Eric sa che Pattie è spesso trascurata da George e resta sola. Dopo tre minuti di ardore, Layla rallenta, si addolcisce e sfocia in una rasserenante coda al piano che si intreccia con lʼassolo di Eric ed è come se la passione urlata nella prima parte trovasse soddisfazione.

So Sad

George Harrison

1974

So Sad è la canzone nella quale George Harrison canta, per la prima volta, il dolore per la crisi del matrimonio con Pattie: sin dal titolo, “così triste”, scopriamo che anche lui sta soffrendo. Pattie: «Spesso George faticava a comunicare con me in modo normale, diciamo faccia a faccia, e il modo migliore nel quale riusciva a farlo era attraverso la musica. E non credo che mentre scriveva canzoni così personali, così intime, pensava che tantissime persone le avrebbero ascoltate. Scriveva canzoni perché la musica era parte di lui, lo faceva perché sentiva di doverlo fare».

Mystifies Me

Ron Wood

1974

Ospiti a casa di George Harrison ci sono Ron Wood e sua moglie Krissy Findlay, si fermano spesso a dormire, finché una sera Ron va da George e, senza giri di parole, gli annuncia che cosa farà da lì a poco: «Gli dissi con molta serietà che, al momento di andare a letto, sarei andato in camera di Pattie. Con apparente indifferenza, George indicò la stanza dove dormivamo io e Krissy e aggiunse: “Io dormo là”». Ron e Pattie vivono un breve flirt e poi lui le dedica Mystifies Me. È la canzone di un uomo disperato: Ron si è innamorato, ma sa di non avere speranze di conquistare il cuore di Pattie. Per lei è stata solo una “vacanza”.

Breathe on Me

Ron Wood

1975

Se Mystifies Me è la canzone di un uomo disperato, Breathe on Me è quella di un uomo rassegnato ma che, nella presa d’atto di non avere speranze, ha trovato un qualche forma di serenità. Chiede Ron a Pattie: “Verrai a trovarmi ogni tanto?”. Andrà proprio così: finito il flirt, rimarrà l’amicizia che dura ancora oggi. Invece, tornando agli anni ʼ70, Ron Wood e la moglie Krissy Findlay divorzieranno nel 1978.

Wonderful Tonight

Eric Clapton

1977

Eric Clapton: «Wonderful Tonight non lʼavevo scritta di buon umore, lʼavevo scritta perché Pattie stava facendo tardi a prepararsi per uscire e la cosa mi aveva fatto arrabbiare parecchio». Nella canzone però non ci sono tracce di insofferenza o nervosismo per lʼattesa, mentre cʼè dolcezza calata nella quotidianità della vita di coppia, anche se leggendola con un occhio disincantato si è catturati dalla sua crudezza: il centro di tutto è Eric, non cʼè spazio per “Pattie ed Eric”, tutto ruota intorno a lui. Emerge un uomo, la grande rockstar, che non sa badare a sé stesso e che chiede sostegno alla sua compagna, mentre lui per la sua compagna non fa nulla.

Golden Ring

Eric Clapton

1978

George Harrison si risposa, Pattie Boyd reagisce male ed Eric Clapton scrive una canzone: Golden Ring. Non è la canzone più celebre del triangolo George-Pattie-Eric, ma è LA canzone del triangolo George-Pattie-Eric: «Parlava del rapporto tra me, Pattie e George. Si riferiva in parte alla reazione di lei alla notizia che George stava per risposarsi. Lʼaveva presa male e io, nella mia stupidità, faticavo a capire perché. Così avevo scritto il pezzo sulla peculiarità del nostro triangolo».

Old Love

Eric Clapton

1989

Old Love è il lamento di Eric Clapton: sa di avere perso Pattie Boyd per sempre, si professa ancora innamorato e si chiede se riuscirà mai a dimenticarla. La risposta è stata sì. Ma un sì drammatico: Eric arriverà addirittura a mettere in dubbio il suo amore per Pattie, la donna per quale, è bene ricordarlo, era sprofondato nellʼeroina. Nel 2000, 13 anni dopo la separazione, avrà solo parole amare: «Non so se Pattie sia stata il grande amore della mia vita. E non lo so perché non so se allʼepoca fossi in grado di sapere che cosa fosse lʼamore. Ero ossessionato da lei. Per questo ora dico che non so se lʼamassi».

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