Rolling Stone Italia

10 cose che forse non sapete di ‘Live Through This’ delle Hole

Il disco migliore di Courtney Love, con o senza band, usciva esattamente 30 anni fa. C’entrano una poesia scritta per Kurt, i capelli di Billy Corgan, la molestia a un concerto, il giro delle riot grrrl e forse il caso di una ragazza rapita e schiavizzata. E no, non è stato scritto da Cobain

Foto: Brian Rasic/Getty Images

Pubblicato il 12 aprile 1994, il secondo album delle Hole Live Through This è stato oscurato a livello mediatico dalla morte di Kurt Cobain, ritrovato senza vita soltanto quattro giorni prima dell’uscita del disco. Essendo Courtney Love moglie del più grande martire della storia del rock, le dimensioni della sua tragedia, pubblica e privata, hanno finito per inghiottire la musica. In molti hanno cercato di rintracciare il “fantasma” di Cobain in queste 12 canzoni che parlano di sopravvivenza fin dal titolo preso da Via col vento, ma che erano state scritte tempo prima come manifesto d’indipendenza artistica e atto di resistenza da parte di una giovane musicista incazzata contro il sessismo e la misoginia imperanti.

L’album ha venduto oltre due milioni di copie nel mondo e ha sfondato i ranghi del canone rock maschile dominante, aprendo così una breccia da cui sono poi passate altre artiste. A trent’anni di distanza, ecco 10 curiosità che forse non sapevate sul capolavoro delle Hole.

1

C’è ancora chi crede che il disco sia stato scritto da Kurt Cobain

Non è mai esistita alcuna fonte attendibile che confermasse questa voce, ma ciò non ha impedito che si diffondesse in lungo e in largo nel corso degli anni. A metterla in giro sono stati soprattutto i fan più accaniti dei Nirvana, rimasti improvvisamente orfani della loro guida e bisognosi di qualcosa a cui aggrapparsi per elaborare il lutto. Il proliferare di questa bufala, che ogni tanto ancora riaffiora – l’ultimo thread su Reddit è di poche settimane fa – si basa principalmente su un presupposto sessista: le canzoni del disco sono talmente buone che molti si rifiutano di credere che le abbia scritte una donna. A maggior ragione una figura controversa e odiata come Courtney Love.

Ma parlando di fonti affidabili, basterebbero le parole di Paul Q. Kolderie (che ha prodotto il disco insieme a Sean Slade) secondo il quale Kurt ascoltava le canzoni ed era chiaro che non le conosceva. Courtney gli aveva chiesto di fare qualche armonizzazione, ma il suo contributo al disco è minimo e a malapena percettibile.

2

L’intro di ‘Credit in the Straight World’ viene dai Nirvana

È forse uno dei motivi alla base della leggenda metropolitana di cui sopra. La canzone originale degli Young Marble Giants viene eseguita dalle Hole con un repentino cambio di sonorità: c’è prima un’introduzione all’organo lenta e spettrale, dopodiché si passa subito al suono più aggressivo delle chitarre. È così perché l’intro è tagliata da un’altra canzone, Old Age, scritta da Kurt Cobain per Nevermind, ma mai completata. Era stata affidata, invece, a Courtney Love che l’ha rielaborata con le Hole e pubblicata nel 1993 come lato B del singolo Beautiful Son. Un’altra versione della canzone è stata poi registrata le sessioni di Live Through This per essere inclusa nell’album, ma è stata tagliata e utilizzata come lato B di Violet, pubblicato come singolo nel 1995. È stata inclusa anche nella compilation My Body, the Hand Grenade del 1997.

3

‘Doll Parts’ nasce da una poesia d’amore scritta per Kurt Cobain

Più precisamente si trattava di un fax inviato da Courtney a Kurt l’8 novembre 1991, quando i due erano in tour con le rispettive band e in quel momento la loro era una relazione sostanzialmente a distanza: “Io sono parti di bambola, pelle cattiva, cuori di bambola, accetto il coltello per il resto della vita, strappa il mio piccolo cuore, immergilo nella tua mano sinistra e chiamami stasera”, dice Courtney al suo amante. E sarà questa la base per il futuro testo della canzone che Love scrisse in 20 minuti, con un pennarello sul braccio, mentre era chiusa in bagno e aveva finito la carta. Romantico, no?

4

Quello di Kurt Cobain non è l’unico spettro del disco

Due mesi dopo l’uscita dell’album la bassista del gruppo Kristen Pfaff muore di overdose nella sua vasca da bagno in circostanze poco chiare. In precedenza la band aveva perso l’amico chitarrista Rob Ritter (Bags, Gun Club, 45 Grave) a cui era stato dedicato l’album d’esordio Pretty on the Insisde (1991), e l’ex roadie dei Black Flag, Joe Cole, assassinato dopo un concerto delle Hole. Per questo, agli MTV Music Awards del 1995 Love introdusse l’esecuzione di Violet con una dedica costituita da una litania di morti: «Kurt, Kristen, River (Phoenix), Joe, Rob e, oggi, Joni Abbott… questa è per voi».

5

‘Violet’ è dedicata a Billy Corgan (forse)

O almeno questo è quello che ha dichiarato Courtney Love presentando la canzone al Later… with Jools Holland nel 1995: «Questa è una canzone su un idiota. Gli ho fatto il malocchio e ora sta perdendo i capelli». È facile individuare il cantante degli Smashing Pumpkins come obiettivo della frecciata, visti gli infelici trascorsi amorosi tra i due. A confermarlo ci sarebbero alcuni riferimenti astrologici nei versi iniziali della canzone. In particolare “il cielo ametista” e “le stelle a forma di piccolo pesce” sarebbero un’allusione al segno zodiacale di Billy Corgan nato come Cobain sotto il segno dei Pesci. Anche il ritornello “quando ottengono ciò che vogliono e non lo vogliono mai più” sembrerebbe una descrizione della fine della loro relazione. Ma in realtà, il brano va ben oltre il personale e costituisce una riflessione sulla violenza domestica. Il viola infatti è il colore dei lividi, l’assonanza violet/violence viene richiamata esplicitamente dal brano e nelle versioni live spesso il pesce (fish) veniva sostituito con un pugno (fist). Inoltre, tra i lati B incisi per il singolo c’era anche la cover di He Hit Me (And It Felt Like A Kiss) delle Crystals, con cui Carole King e Gerry Goffin avevano messo in musica la sindrome di Stoccolma che affliggeva la loro domestica e cantante Little Eva, vittima di violenze.

6

‘Asking for It’ è nata dalla molestia a un concerto

Durante il tour europeo coi Mudhoney, a Glasgow nel 1991, Courtney si è tuffata sulla folla per fare stage diving, ma la risposta del pubblico è stata molto diversa da quella che si aspettava: «All’improvviso mi hanno strappato i vestiti e la biancheria intima di dosso, la gente mi ha infilato le dita dentro e mi ha palpato il seno con forza, urlandomi nelle orecchie cose come “figa-troia-troia”», ha spiegato al New York Magazine nel 1996. Il titolo della canzone, traducibile con il nostro “se l’è cercata”, ironizza con sdegno sulla classica giustificazione usata in questi casi: “Se l’è cercata? L’ha chiesto lei? L’ha chiesto gentilmente? L’ha chiesto due volte?”, incalza Courney Love nel ritornello. «Non posso paragonarlo allo stupro perché non è la stessa cosa. Ma in un certo senso lo è stato. Sono stata violentata dal pubblico, in senso figurato e letterale, e me la sono pure cercata?».

7

Molte canzoni ruotano attorno al tema della maternità

Per l’opinione pubblica dell’epoca il ruolo di madre e quello di rockstar incarnati da Love erano inconciliabili. Il famoso articolo di Vanity Fair del 1992 in cui si insinuava che la cantante avesse fatto uso di droghe pur sapendo di essere incinta scatenò un putiferio mediatico che attivò l’intervento dei servizi sociali. Nella biografia di Cobain Più pesante del cielo Charles R. Cross descrive nei dettagli la contorta battaglia per la custodia che ne seguì: in breve, per più di sette mesi Kurt e Courtney non poterono vedere la figlia neonata senza supervisione. Courtney fu dimessa dal reparto maternità senza Frances Bean. “Dov’è la mia bambina? Chi ha preso la mia bambina?”, canta in I Think That I Would Die. “Non c’è latte” aggiunge alla fine. Un’immagine, quella del latte materno, che ritornerà spesso nel disco come metafora di un forte disagio e della depressione post partum: “il latte fa stare male”, è acido, è malato, è cattivo, “il latte diventa un pianto”. In Plump, invece, Love torna spavalda e ironizza sul suo essere considerata una madre degenere: “Non lavo i piatti e li getto nella culla”.

8

Il look kinderwhore della copertina è al centro di scontri con Kat Bjelland e con Olivia Rodrigo

Lo scatto di Ellen von Unwerth è un mix tra Carrie – Lo sguardo di Satana e la estetica kinderwhore “inventata” da Courtney Love. Capelli chiari spettinati, rossetto rosso acceso e eyeliner sbavato: questa la base del trucco di un look che in pratica fondeva alcuni elementi estetici tipici del punk con abiti e accessori più femminili, o meglio tipizzati come tali, da teenager o ex reginetta del ballo. In realtà, la “maternità” di questo look, fatto di baby doll, sottovesti e calze strappate, è contesa tra Courtney Love e l’ex amica e cantante delle Babes In Toyland, Kat Bjelland, che più volte l’ha accusata di averle rubato l’idea. Ironia della sorte qualche anno fa è stata Love ad accusare Olivia Rodrigo di aver fatto altrettanto con il poster del film-concerto Sour Prom.

L’attenzione e la cura della propria immagine causarono a Love anche diverse critiche da parte delle femministe più radicali, a cui rispose in un’intervista del New York Times: «Quando le donne si arrabbiano, vengono considerate isteriche… Un modo per aggirare questo problema, è decolorarmi i capelli e avere un bell’aspetto. È brutto doverlo fare per far accettare la mia rabbia». La consapevolezza delle contraddizioni insite nel discorso sulla bellezza è sintetizzata da Miss World: “Sono Miss Mondo, qualcuno mi uccida”.

9

Il vero titolo di ‘Rock Star’ è ‘Olympia’

La canzone inizialmente prevista come traccia conclusiva del disco si chiamava Rock Star. Fu sostituita all’ultimo probabilmente perché conteneva riferimenti ai Nirvana e a Kurt Cobain, che un mese prima aveva tentato il suicidio a Roma. Un verso a posteriori suona piuttosto sinistro: “A barrel of laughs to be Nirvana, would rather die” (un mucchio di risate essere i Nirvana, meglio morire). Al posto di Rock Star venne così inserita una scarna versione di Olympia, brano ironico sul movimento delle riot grrrl, da cui Love prendeva le distanze, mettendo alla berlina le contraddizioni interne a quella sottocultura. Avendo cambiato canzone all’ultimo, però, non fecero in tempo a modificare la copertina, che era già stata mandata in stampa e che pertanto uscì con il vecchio titolo. Per chi fosse interessato questa è la “vera” Rock Star.

10

‘Jennifer’s Body’ potrebbe essere ispirata a un noto caso di cronaca

Si tratterebbe del caso di Colleen Stan, una ragazza rapita e tenuta segregata come schiava sessuale dal 1977 al 1984 da una coppia di coniugi californiani. Fu un caso che scosse l’opinione pubblica statunitense i cui dettagli cruenti – violenze fisiche, sessuali e psicologiche – furono raccontati da tutti i media d’informazione e successivamente in libri, film, documentari e serie televisive. Un dettaglio in particolare aveva colpito l’attenzione più di tutti: la ragazza era stata rinchiusa per anni in una scatola di legno tenuta sotto il letto. Ed è proprio questo il dettaglio contenuto nella canzone, che a un certo punto dice “he keeps you in a box by the bed”. Si tratta di un dettaglio molto riconoscibile dato che spesso ci si riferiva al caso come a quello “della ragazza nella scatola”. Tuttavia – a differenza del brano dei Blake Babies, Girl in a Box, dichiaratamente ispirato ai fatti – Courtney Love non ha mai confermato la reference e non ci sono altre somiglianze col caso: nella realtà, la ragazza alla fine riesce a fuggire, mentre nella canzone viene uccisa e fatta a pezzi: “Ho trovato pezzi del corpo di Jennifer”, dice il ritornello.

Nel 2009 uscì anche un film omonimo scritto da Diablo Cody e diretto da Karyn Kusama con protagonista Megan Fox, una commedia-horror su un’adolescente che sopravvive a un femminicidio e si trasforma (letteralmente) in una divoratrice di uomini. Sebbene la canzone non sia stata presa come ispirazione per la trama del film, Love ha espresso il suo disappunto per non essere stata accreditata per lo “sfruttamento” del titolo della canzone. 

Iscriviti